violino7 ha scritto:apocrifo ha scritto:Ti dirò caro violino7 che tu in realtà stai riparando il violoncello, non lo stai restaurando. Il tuo lavoro è egregio ma non è un restauro, poichè ad un restauratore verrebbe richiesto che la crepa della fascia che si vede nella foto dopo l'intervento debba essere assolutamente invisibile........
... Nella pratica di quello che sto facendo sul Menegozzo sicuramente il termine "
restaurare" è da me abusato, ed alla luce del tuo chiarimento cercherò di adoperarlo più adeguatamente in futuro.
Tutto quello che sto facendo lo faccio perchè il valore dello strumento non lo merita e questo mi permette un certo ambito di manovra. Diversamente, un dilettante come me non si sarebbe mai permesso di rischiare le proprie scelte operative su uno strumento d'alto rango!
Proprio per questa possibilità che mi si è presentata di applicarmi per pura passione,
non esiste un prezzo del restauro! (se non fosse così, già a questo punto la povera Clairdelune sarebbe dovuta andare a chiedere un mutuo in banca!

)
Ciao a tutti,
dopo la pausa marinara... di lungo corso
vorrei intervenire in merito alla definizione da dare al lavoro di Lino sul mio s/fortunato Menegozzo.
Ma dobbiamo proprio darla?
Direi che quello che Lino con furiosa determinazione sta portando avanti trova riduttive entrambe le definizioni, per tutte le ottime ragioni che avete elencato. Io credo di non sbagliare dicendo che, quando insieme abbiamo concordato l'avvio di questo intervento abbiamo pensato entrambi ad un vero e proprio esperimento, perchè in altro modo non si poteva definire.
Abbiamo anche deciso, e qui me ne prendo carico perchè forse sono più io ad averlo voluto, di essere "conservativi" nei confronti di alcuni segni (vedi il passetto del tarlo) che hanno tracciato la storia di questo strumento, perchè non mi interessava affatto l'aspetto estetico a costo di snaturare totalmente la sua natura iniziale (un vero e proprio accanimento!).
Un esperimento interessante ed emozionante sotto tanti punti di vista, che rende quello che Lino sta facendo valido e degno di nota al di là di qualunque risultato finale.
Già, perchè alla fine quello che tutti si chiedono secondo me è: ma dopo tutto questo incredibile sforzo, il Menegozzo suonerà? E come suonerà?
Nessuno di noi può saperlo a priori.
Di certo era destinato a diventare completamente pappa per tarli e così non è stato (tarli, tiè!!

)
Di certo il suo destino sembrava essere il ritornare in una cantina, con in più il manico spezzato (e neanche così è andata).
Qualunque sarà il risultato, il Menegozzo ha permesso a tanti di noi di osservare ed affrontare "dal vivo" una quantità di problemi, che sicuramente non si ritrovano così spesso su un unico strumento.
L'autopsia e la dissezione del Menegozzo sono stati utili al pari di una lezione anatomica su cadavere di leonardiana memoria, con la differenza che il cadavere e i suoi resti venivano poi seppelliti, mentre il caro violoncellino potrebbe continuare in qualche modo il suo percorso di strumento musicale. Questo io mi auguro, con tutto il cuore.
Io direi che la definizione l'ha data Claudio, qualche tempo fa: non restaurato, non riparato, piuttosto "rianimato!!
Lino, ti leggo con passione anche quando non commento
A tutti, salute!
Clair*
In origine, fu la vibrazione.