Il violino di Giacomo
Re: Il violino di Giacomo
Non so con quale logica hai disegnato le effe sopra, in effetti sembrano più stradivariane, ma sembrano sempre quelle attribuibili al Kreisler. Il cerchio superiore della effe di sinistra di colore blu è decisamente troppo grande. In genere il loro diametro si aggira attorno ai 6.5mm, che poi si evolvono nei vari e necessari raccordi, addolcimenti delle curve, ecc.
andante con fuoco
Re: Il violino di Giacomo
Non li ho disegnati li ho trovati in dei forum... Volevo farmi prima l'occhio...
Mentre il foro inferiore quanto deve essere...?
Mentre la distanza tra i due centri circa 63 giusto
Mentre il foro inferiore quanto deve essere...?
Mentre la distanza tra i due centri circa 63 giusto
Re: Il violino di Giacomo
Vado a memoria, nel caso di Guarneri siamo sui 9mm. La distanza tra i due fori inferiori si aggira attorno ai 132mm, per calcolare l'interasse togli 4,5mm x 2.
andante con fuoco
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Re: Il violino di Giacomo
Usualmante il rapporto tra l'occhio superiore e quello inferiore negli strumenti cremonesi è intorno a 2:3.
Ad esempio 6 mm e 9 mm.
La distanza tra i centri dipende dalla lunghezza della effe, per quelle stradivariane di solito 62/63 mm va bene, ma per Guarneri può essere di più a seconda del periodo. Il Kreisler è considerato il più stradivariano dei Guarneri come linee e proporzioni.
Ad esempio 6 mm e 9 mm.
La distanza tra i centri dipende dalla lunghezza della effe, per quelle stradivariane di solito 62/63 mm va bene, ma per Guarneri può essere di più a seconda del periodo. Il Kreisler è considerato il più stradivariano dei Guarneri come linee e proporzioni.
Re: Il violino di Giacomo
Questa misura dei famosi 62/63mm, che è la distanza tra i centri dell'occhio superiore ed inferiore della effe riaffiora da miei ricordi molto lontani, infatti sulle prime non avevo capito cosa volesse dire Giacomo e gli ho indicato la distanza tra gli occhi inferiori (che cmq è giusta, anche se indica una cosa diversa). Abituato a compilare i disegni preparatori con aperture di compasso mi baso esclusivamente sui modelli del momento, la cui distanza non è mai esattamente la stessa. Individuata la giusta apertura di compasso, facendo centro sugli occhi inferiori si tracceranno gli archi su cui poi giaceranno i centri degli occhi superiori.
andante con fuoco
Re: Il violino di Giacomo
Chiarissimo
Solo un dettaglio
Per fare il disegno su carta metto le fasce sul foglio e le ricalco con lapis così da avere il perimetro esterno delle fasce oppure metto su carta la forma così da avere il perimetro interno delle fasce?
Grazie a tutti
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Per fare il disegno su carta metto le fasce sul foglio e le ricalco con lapis così da avere il perimetro esterno delle fasce oppure metto su carta la forma così da avere il perimetro interno delle fasce?
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Re: Il violino di Giacomo
Perimetro, o meglio contorno esterno delle fasce. Lo stesso che sarà tracciato su fondo e tavola a cui poi dovrai fare riferimento per riportare gli archi di compasso.
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Re: Il violino di Giacomo
Una domanda su un dettaglio che trovo problematico del riporto della tracciatura dal disegno alla tavola.claudio ha scritto: ↑martedì 18 giugno 2019, 19:41 A scanso di equivoci, per tracciatura delle effe dall'interno intendo le linee di costruzione e gli archi di curvatura che portano a posizionare gli occhi superiori ed inferiori prendendo come base il contorno fasce, una volta forata la tavola procedo al raccordo con il modellino della effe dall'esterno, non c'è nessuna ragione per fare diversamente.
Nel video, che ha solo un intento dimostrativo e non didattico, mostro la fase di tracciatura del disegno preparatorio dopo aver riportato il contorno delle fasce su carta da disegno, il violino è sul modello Alard di Guarneri del Gesù:
Come tratti la discrepanza tra la distanza del centro dell'occhio superiore dal disegno cartaceo, che è in piano, all'interno della tavola che è invece su un piano inclinato e necessita quindi di un aggiustamento della distanza (che sarà maggiore) per ottenere la stessa posizione effettiva?
Re: Il violino di Giacomo
Giustamente fai notare che il disegno è la proiezione in piano di una superficie che in realtà è tridimensionale e si articola su un piano concavo. Quello che fa riferimento è la distanza tra gli occhi superiori, mettiamo il caso del Guarneri Alard il cui interasse si aggira attorno ai 51mm. Si punta il compasso facendo centro sul punto giacente sulle CC che corrisponde all'interasse in verticale dei due occhi della effe, il valore espresso sul disegno risulta essere ridotto rispetto a quanto necessario a causa della superficie concava della tavola, quindi si apre il compasso quel tanto fino a raggiungere il valore desiderato, controllando con aperture di compasso o con l'ausilio di un calibro. Questa è l'unica compensazione necessaria, per il resto si riporta tutto come a disegno, compresi i due archi centrali.
Ma la domanda vera è come venivano decise le distanze tra le effe? Per me l'unica risposta ad oggi plausibile è quella del suono, cioè a dire che le effe vicine schiariscono il suono e quelle lontane lo scuriscono. Nei fatti sappiamo che la distanza tra gli occhi superiori varia dai 40 ai 42mm, e veniva insegnato che la catena doveva passare a circa 1mm all'interno dell'occhio superiore destro (guardando la tavola dall'esterno), come ben sai anche tu, questi valori sono del tutto indicativi e gli occhi superiori delle effe non devono in alcun modo tenere conto del passaggio della catena, la cui posizione è invece in funzione dell'asse centrale e della posizione del ponticello e la sua larghezza. Personalmente adotto larghezze tra gli occhi superiori (che influenzano anche quelli inferiori, ma le effe si possono anche solo inclinare tenendo fermi gli occhi inferiori), che vanno dai 40 ai 44mm in base alle caratteristiche del suono che voglio ottenere. In questi soli 4mm ci sono infinite sfumature di suono, basta scegliere quella giusta!
Ma la domanda vera è come venivano decise le distanze tra le effe? Per me l'unica risposta ad oggi plausibile è quella del suono, cioè a dire che le effe vicine schiariscono il suono e quelle lontane lo scuriscono. Nei fatti sappiamo che la distanza tra gli occhi superiori varia dai 40 ai 42mm, e veniva insegnato che la catena doveva passare a circa 1mm all'interno dell'occhio superiore destro (guardando la tavola dall'esterno), come ben sai anche tu, questi valori sono del tutto indicativi e gli occhi superiori delle effe non devono in alcun modo tenere conto del passaggio della catena, la cui posizione è invece in funzione dell'asse centrale e della posizione del ponticello e la sua larghezza. Personalmente adotto larghezze tra gli occhi superiori (che influenzano anche quelli inferiori, ma le effe si possono anche solo inclinare tenendo fermi gli occhi inferiori), che vanno dai 40 ai 44mm in base alle caratteristiche del suono che voglio ottenere. In questi soli 4mm ci sono infinite sfumature di suono, basta scegliere quella giusta!
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Re: Il violino di Giacomo
Mi sembrava giusto evidenziare questo dettaglio, anche io mi comporto allo stesso modo per arrivare a piazzare gli occhi superiori alla larghezza finale desiderata in base alla direzione acustiche verso cui si vuole tendere.claudio ha scritto: ↑domenica 23 giugno 2019, 0:49 Giustamente fai notare che il disegno è la proiezione in piano di una superficie che in realtà è tridimensionale e si articola su un piano concavo. Quello che fa riferimento è la distanza tra gli occhi superiori, mettiamo il caso del Guarneri Alard il cui interasse si aggira attorno ai 51mm. Si punta il compasso facendo centro sul punto giacente sulle CC che corrisponde all'interasse in verticale dei due occhi della effe, il valore espresso sul disegno risulta essere ridotto rispetto a quanto necessario a causa della superficie concava della tavola, quindi si apre il compasso quel tanto fino a raggiungere il valore desiderato, controllando con aperture di compasso o con l'ausilio di un calibro. Questa è l'unica compensazione necessaria, per il resto si riporta tutto come a disegno, compresi i due archi centrali.
Re: Il violino di Giacomo
La larghezza massima dell'asta é corretta 6 mm?
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Re: Il violino di Giacomo
Se vuoi che ci passi l'anima sarebbe meglio che almeno nel punto centrale (zona tacche) arrivi a 6.5 mm
Re: Il violino di Giacomo
Quindi se deve essere 6,5 il taglio reale la sagoma per fare il disegno sarà di 6mm?
Re: Il violino di Giacomo
Dipende se il modello è in negativo o in positivo (o maschio e femmina che dir si voglia), se è in positivo basta farlo di 6mm perché il lapis disegni una traccia larga circa 6.5mm. Ma l'importante non è tanto il modello, che comunque ha sempre le sue approssimazioni, bensì è la mano che conduce il taglio che decide tutto. Il taglio delle effe non è cosa mai banale perché oltre a doverle fare entrambe il più uguali possibili, dovrebbero anche avere quella freschezza di taglio che non sempre l'abete e la sua fibra discontinua consentono. Può essere di aiuto una lima a denti fini ovale.
andante con fuoco