claudio ha scritto:
........ Per le etichette: i lavori di restauro in genere non si firmano, o perlomeno non in modo cosi' vistoso.........
Devo premettere che due anni fa quando ho comprato questo mandolino ho contattato tramite e-mail un esperto di mandolini e restauro di strumenti musicali dell'I.R.O.R. di Milano, cioè il Prof. Lorenzo Lippi che avevo conosciuto a Mondomusica di quell'anno.
Gli ho mandato delle foto dello strumento per avere dei consigli su che tipo di restauro fare e poi mi sono incontrato anche con un suo giovane allievo liutaio a Ciampino al qual ho fatto visionare lo strumento già aperto.
Alla fine delle consultazioni avevo un dilemma da risolvere, ma almeno avevo davanti a me tutti i tasselli della questione!
Il primo tassello della questione è che "un restauro deve essere per definizione
conservativo" e come tale non può essere firmato!
E' come dire che se io ho il compito di restaurare un Caravaggio rovinato, facciamo l'ipotesi che alla fine del lavoro acconto alla firma di Michelangelo Merisi ci metto anche la mia! Questo non si può fare!!!
Il restauro "per definizione" è il pieno recupero dell'opera dell'autore originario.
Infatti all'IROR, dove il restauro l'insegnano, non possono dire cose diversa dal concetto ora espresso, loro fanno accademia. Per loro anche quei piccoli pezzetti quasi carbonizzati del filetto della corona, che appena li tocchi si sbriciolano ed in parte non ci sono più, vanno recuperati! Così come non si tocca la vernice, si lascia lo sfregio e guai a toccare lo stucco del battipenna ecc.. ecc.. Va solo valorizzato quello che c'è e quello che manca va integrato in perfetta armonia con gli altri componenti l'opera.
Il secondo tasselo della questione era che io non volevo un oggetto restaurato solo per metterlo sotto vetro come oggetto d'antiquariato, ma volevo uno strumento che fosse pienamente funzionante! Quel mandolino secondo me era troppo compromesso ed aveva bisogno di un intervento anche "
migliorativo", cosa che certamente per un mandolino rovinato si può fare e per un quadro del '600 no!
Mi sono trovato davanti ad una scelta da fare ed ho deciso, pur cercando di salvaguardare quello che è antico, di puntare alla valorizzazione dello strumento guardando principalmente alla sua funzionalità!
Con questa filosofia finora mi sono mosso, giusta o sbagliata non ha importanza, è soltanto la scelta che ho fatto io!
Cioè, facendo dei distinguo, "
c'è restauro e restauro, guardando a cosa uno ci vuol fare con lo strumento! "
Non sono parole mie. Alla fine della mia indagine questa frase mi ha convinto!
Da questo punto di vista, un restauro finalizzato al recupero "funzionale" credo che vada etichettato specialmente se lo strumento è privo di cartiglio d'origine.
Probabilmente analogo discorso non è possibile fare per i violini, per una questione tecnica legata alla natura dello strumento!
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Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.
- Lino Santoro -