piase ha scritto: ↑martedì 17 luglio 2018, 13:04
Penso che sia una buona occasione per imparare come cambia il comportamento dello strumento al variare delle proprietà del materiale.
Come sempre è bello vedere che ci sono vari approcci e per fortuna non esiste un pensiero unico.
Perdonami Francesco, ma qui non è nemmeno il caso di nominarlo il pensiero unico, si parla di legni leggeri e pesanti ed io ho semplicemente affermato che ogni legno ha le sue qualità espressive. Scegliere obbligatoriamente un solo tipo di legno, è come obbligare un pittore a dipingere solo con un colore, laddove il liutaio ha invece bisogno di una quantità di soluzioni espressive del suono.
Il mio ruolo in questo forum mi ha portato spesso ad accuse di "pensiero unico" e anche tu recentemente mi hai attribuito una qualità del genere, cosa che ovviamente rigetto in toto perchè a me non appartiene il non confrontarmi. Ed aggiungo che il pensiero unico non mi appartiene perché altrimenti tu e Davide non sareste qui ad esprimere le vostre idee, ed anche le eventuali critiche nei confronti del mio operato. E' evidente che ci sono alcuni punti fermi sui quali non si discute, ossia le cosiddette "basi", come ad esempio l'argomento su cui abbiamo discusso dell'uso della sgorbia. Se un liutaio non sa usare una sgorbia, che liutaio è? come forse potrai apprezzare, non è questione di pensiero unico, ma di una base di confronto senza la quale non è possibile comunicare nulla.
Oppure, pur apprezzando moltissimo la presenza di Davide e il suo operato, non capisco il suo continuo scagliarsi contro Sacconi, il non mancare mai occasione di mettere in risalto "errori", che molto spesso non sono tali, quando basterebbe un'occhio sufficientemente comprensivo per guardare alle altrui, ma soprattutto alle proprie insufficienze. Non mi faccio paladino di Sacconi, ma si dà il caso che abbia frequentato per anni persone che lo hanno conosciuto da vicino, che ne hanno recepito gli insegnamenti e lo spirito di studio, non è solo difendere un libro, che pure ha le sue mancanze, come abbiamo avuto occasione molte di volte di chiarire, ma è il dare uno spessore ad una liuteria che attualmente questo spessore umano sembra addirittura rifiutarlo.
Un liutaio è un artista, e già su questo sorgono i primi dolori perché non tutti lo sono, ma soprattutto l'arte non bacia in fronte nessuno per partito preso. Eppure lo spessore di un artista è dato proprio dalla storia che egli ha alle spalle, non solo quella sua personale, ma quella umana artistica che lo ha preceduto.
Perché si guarda Sacconi con sguardo quasi da matrigna, ed invece si è così indulgenti con studiosi come Hargrave? (lo stesso che ha pubblicato misure sbagliate nei poster di The Strad e che usa pipì di coniglio per suoi strumenti). Mi sconcerta constatare una sorta di liuteria esterofila che predilige la copia fotografica degli strumenti e le prove bendate che vorrebbero far credere alcuni violini moderni (di cui non si sono mai conosciuti gli autori), migliori nel suono rispetto a quelli classici.
Se il difendere la nostra arte (e comunque l'arte è un linguaggio universale), voglia significare farsi attaccare addosso etichette di pensiero unico, il problema non è mio.