Cosa ne pensate di questa mia decisione
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Cosa ne pensate di questa mia decisione
E' da diversi anni che ho intrapreso questo mestiere, iniziando a frequentare una scuola privata di liuteria. In quei anni ho imparato le basi, successivamente ho lavorato un'pò per conto mio, ho fatto uno stage nella mia città e ho frequentato anche l'ambiente di Cremona. Successivamente in questo anno passato ho fatto diverse esperienze di vita all'estero, per imparare la lingua Inglese, e facendo diversi lavori come, lavapiatti, cameriere e il pizzaiolo (in precedenza avevo fatto un corso quindi sono abbastanza bravo nel settore), insomma mi sono arrangiato.
Ora ritornato in Italia (purtroppo) dopo tanti sacrifici fatti con il mio lavoro di liutaio, mi sto rendendo conto sempre di più che non è il mestiere della mia vita.
Per carità è un bel mestiere, e penso di essere anche bravo, solo che la mia bravura non mi viene riconosciuta. Poi non mi piace l'ambiente che gira attorno a questo mestiere sotto diversi punti di vista, infatti visti i tempi che corrono non sono più sicuro che questo mestiere possa offrire più tanto, non penso sia redditizio, in troppi lo fanno. Ci pensano gli asiatici a fare questo mestiere, fanno tutto loro, sono dei maestri nella quantità, ma ora cominciano ad imparare anche sulla qualità. Sempre meno persone sono disposte a spendere soldi per uno strumento di liuteria Italiana e di strumenti artigianali non in serie, Quei pochi che spendono tanto vanno da un liutaio famoso, il resto è una lotta con i clienti, bisogna abbassare troppo i prezzi per venderli (e io mi sento preso in giro, non vendo un violino a 500 euro dopo tanti mesi di lavoro quando già 2000 euro è un prezzo di favore) non ci sto a questo gioco.
Un altro aspetto che non mi piace, è il fatto che questo mestiere ha dietro di se sempre l'ombra di Cremona, di Stradivari e delle tradizioni, devi lavorare secondo quei canoni altrimenti non sei nessuno.
Comunque per farmi pubblicità e vendere ho cercato di girare, di fare mostre, di farmi conoscere ho speso anche parecchi soldi, e sono andato addirittura in Cina, ma niente.
A parte questo come detto prima, scopro che questo mestiere non mi appassiona come una volta, e si sa che la passione è fondamentale in questo tipo di lavori. Mi sono accorto invece che mi appassiona molto di più un altro mestiere sempre inerente al legno, ossia il falegname, un mestiere dove si fanno lavori più "grossi" un mestiere più grezzo dove ci vuole meno precisione rispetto alla liuteria e a me piace di più, più concretezza, più varietà, dove si può svariare in tantissime cose, dove la mia mente si sente più libera e per come sono fatto io per me è più gratificante e quindi lo preferisco. Questo mestiere l'avevo cominciato quando ancora avevo 15 anni (facendo una scuola per acquisire le basi e due stage).
In questo momento ho la possibilità di fare un'altro stage (una sorta di specializzazione) di diversi mesi presso un maestro falegname che mi insegna (ovviamente pagandolo), questa è un'occasione. Tra l'altro ho anche avuto diverse richieste di prodotti in legno che ho creato io. Mi sembra che in questo settore ci sia più mercato. Perché diciamocelo chiaro, bisogna guardare oltre alla passione anche al fatto economico, se io faccio il liutaio e ho la passione ma non guadagno, perché è un mestiere avaro, non lo faccio, io non faccio niente gratis.
Questo falegname mi ha detto che è più facile vendere, soprattutto se fai qualcosa di artistico, particolare e innovativo inerente alla falegnameria (ovviamente bisogna farsi conoscere prima, ma poi rende di più). Tra l'altro questo falegname conosce delle persone che lavorano in Canada (Quebec e British Columbia) come falegnami (dicono che sono pagati molto bene, perché è un mestiere richiesto), quindi eventualmente finito lo stage quì in Italia, mi potrebbe aiutare ad andare là, e secondo me sarebbe una cosa davvero niente male.
Ora ritornato in Italia (purtroppo) dopo tanti sacrifici fatti con il mio lavoro di liutaio, mi sto rendendo conto sempre di più che non è il mestiere della mia vita.
Per carità è un bel mestiere, e penso di essere anche bravo, solo che la mia bravura non mi viene riconosciuta. Poi non mi piace l'ambiente che gira attorno a questo mestiere sotto diversi punti di vista, infatti visti i tempi che corrono non sono più sicuro che questo mestiere possa offrire più tanto, non penso sia redditizio, in troppi lo fanno. Ci pensano gli asiatici a fare questo mestiere, fanno tutto loro, sono dei maestri nella quantità, ma ora cominciano ad imparare anche sulla qualità. Sempre meno persone sono disposte a spendere soldi per uno strumento di liuteria Italiana e di strumenti artigianali non in serie, Quei pochi che spendono tanto vanno da un liutaio famoso, il resto è una lotta con i clienti, bisogna abbassare troppo i prezzi per venderli (e io mi sento preso in giro, non vendo un violino a 500 euro dopo tanti mesi di lavoro quando già 2000 euro è un prezzo di favore) non ci sto a questo gioco.
Un altro aspetto che non mi piace, è il fatto che questo mestiere ha dietro di se sempre l'ombra di Cremona, di Stradivari e delle tradizioni, devi lavorare secondo quei canoni altrimenti non sei nessuno.
Comunque per farmi pubblicità e vendere ho cercato di girare, di fare mostre, di farmi conoscere ho speso anche parecchi soldi, e sono andato addirittura in Cina, ma niente.
A parte questo come detto prima, scopro che questo mestiere non mi appassiona come una volta, e si sa che la passione è fondamentale in questo tipo di lavori. Mi sono accorto invece che mi appassiona molto di più un altro mestiere sempre inerente al legno, ossia il falegname, un mestiere dove si fanno lavori più "grossi" un mestiere più grezzo dove ci vuole meno precisione rispetto alla liuteria e a me piace di più, più concretezza, più varietà, dove si può svariare in tantissime cose, dove la mia mente si sente più libera e per come sono fatto io per me è più gratificante e quindi lo preferisco. Questo mestiere l'avevo cominciato quando ancora avevo 15 anni (facendo una scuola per acquisire le basi e due stage).
In questo momento ho la possibilità di fare un'altro stage (una sorta di specializzazione) di diversi mesi presso un maestro falegname che mi insegna (ovviamente pagandolo), questa è un'occasione. Tra l'altro ho anche avuto diverse richieste di prodotti in legno che ho creato io. Mi sembra che in questo settore ci sia più mercato. Perché diciamocelo chiaro, bisogna guardare oltre alla passione anche al fatto economico, se io faccio il liutaio e ho la passione ma non guadagno, perché è un mestiere avaro, non lo faccio, io non faccio niente gratis.
Questo falegname mi ha detto che è più facile vendere, soprattutto se fai qualcosa di artistico, particolare e innovativo inerente alla falegnameria (ovviamente bisogna farsi conoscere prima, ma poi rende di più). Tra l'altro questo falegname conosce delle persone che lavorano in Canada (Quebec e British Columbia) come falegnami (dicono che sono pagati molto bene, perché è un mestiere richiesto), quindi eventualmente finito lo stage quì in Italia, mi potrebbe aiutare ad andare là, e secondo me sarebbe una cosa davvero niente male.
Conosco solo il tuo nick e niente altro, non so come costruisci e cosa costruisci, ma avere foto di qualche tuo strumento non sarebbe male. Ti dico questo perchè aldilà di tutto ciò che parla per un liutaio sono gli strumenti che produce, tutto il resto sono scelte personali più o meno condivisibili. Il problema non è che non ci sia lavoro abbastanza per i liutai, il solo problema serio è quello di "reggere" alle difficoltà che ogni lavoro comporta, a prescindere da cosa si produca, siano essi violini o mobili per casa. Per la mia esperienza posso dire che un buon violino trova sempre un acquirente prima o dopo, ma è su quel "dopo" che spesso si reggono le sorti della propria impresa, e prima di cedere alle sorti avverse, spesso è proprio il liutaio che spesso pur sapendo costruire decentemente gli strumenti, non sa come venderli, e sembra sbagliare un pò tutte le strategie di vendita.
Un pò come succede ai musicisti: spesso si vedono musicisti molto in gamba che rinunciano ai loro progetti semplicemente perchè incapaci di proporsi, aldilà delle difficoltà oggettive che comporta oggi l'essere musicista.
Certamente puoi decidere di cambiare orientamento e iniziare a produrre mobili artistici, ma a mio parere pagare chi ti forma è sbagliato. Hai già pagato per formarti come liutaio e credo che oggi tu ne sappia abbastanza, perchè continuare a pagare?
Inoltre non mi convince troppo quel che dice il tuo possibile maestro di falegnameria: se è così conveniente perchè non è egli stesso a partire per il Quebec e approfittare delle favorevoli condizioni che si trovano in Canada? magari vi potete mettere daccordo e senza sborsare un euro potresti tu mantenere il suo posto in Italia e formare altri buoni falegnami da spedire oltreoceano.
Per quanto ne so non esistono mestieri avari, ma solo mestieranti avari. Per quel che mi è possibile fare, posso solo aiutarti a costruire meglio i tuoi strumenti, il resto sta a te.
Un pò come succede ai musicisti: spesso si vedono musicisti molto in gamba che rinunciano ai loro progetti semplicemente perchè incapaci di proporsi, aldilà delle difficoltà oggettive che comporta oggi l'essere musicista.
Certamente puoi decidere di cambiare orientamento e iniziare a produrre mobili artistici, ma a mio parere pagare chi ti forma è sbagliato. Hai già pagato per formarti come liutaio e credo che oggi tu ne sappia abbastanza, perchè continuare a pagare?
Inoltre non mi convince troppo quel che dice il tuo possibile maestro di falegnameria: se è così conveniente perchè non è egli stesso a partire per il Quebec e approfittare delle favorevoli condizioni che si trovano in Canada? magari vi potete mettere daccordo e senza sborsare un euro potresti tu mantenere il suo posto in Italia e formare altri buoni falegnami da spedire oltreoceano.
Per quanto ne so non esistono mestieri avari, ma solo mestieranti avari. Per quel che mi è possibile fare, posso solo aiutarti a costruire meglio i tuoi strumenti, il resto sta a te.
andante con fuoco
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Claudio concordo pienamente il tuo pensiero, ritengo che la scelta delle proprie attività debba essere fatta sempre nel rispetto della propria passione e del capacità oggettive, non dettata da ritorno economico ( almeno in parte), se la scelta è economica presto o tardi farai nuovamente i conti con i problemi che hai ora.
Salve, mi permetto di rispondere in questa discussione perchè in questo momento sto vivendo una situazione diametralmente opposta alla tua.
Nella mia vita sono stato il classico "studente modello" e non per vantarmi ma ero il primo della mia scuola alle superiori (con tanto di premiazione e forte imbarazzo!). Ho vinto parecchi concorsi di fisica e matematica e quindi iscrivermi a fisica all'università era la scelta più logica.
Mi sono laureato con lode e una media di 30/30 in fisica astroparticellare.
Adesso all'età di 34 anni guadagno meno di un operaio (con tutto il rispetto per i lavoratori) e sono precario. Il mio contratto scade a dicembre e non so se verrà rinnovato o quanto tempo dovrà passare fra un contratto e l'alltro, cosa che manda in fumo quei pochi risparmi che riesco a fare.
A parte brevi periodi di tranquillità, nei quali ho potuto costruire il mio primo strumento, il mio lavoro non ha giorni festivi o orari, lavoro praticamente tutti i giorni della settimana dalle 8 fino a mezzanotte e spesso anche oltre.
Se ho deciso di fare questa vita è stato di certo per la passione che ho sempre avuto per la scienza e non certo perchè cercavo di diventare ricco.
Ultimamente, dopo la costruzione del mio primo violino (si stà ancora asciugando la vernice ma penso che a breve lo rimonto), la mia scala di valori si è stravolta. Non mi ero mai sentito così vivo prima d'ora e non avevo provato una soddisfazione del genere neanche il giorno della mia Laurea.
Tutto ciò vorrà dire qualcosa. Credo che la vita sia una ed una sola e se non si è felici a nulla serve riuscire a pagare le bollette o avere l'ultimo modello di iphone. Credo che se si perde interesse in quello che si fa, al di là del compenso o del riconoscimento che si ha, allora non ha senso continuare.
Io una mezza decisione credo di averla presa, o meglio, la prenderò in considerazione appena avrò un po' più di esperienza. Nel frattempo cercherò di far conciliare il mio attuale lavoro con il percorso di apprendimento che sto facendo in liuteria.
Credo che pagare per imparare un mestiere sia del tutto sbagliato soprattutto se per farlo lavorerai nella bottega di quel falegname producendo. I contratti di apprendistato vengono di norma remunerati ed assimilati a contratti a tempo determinato. Quindi non pagare per lavorare! In passato si lavorava gratis, poi tale pratica è stata considerata disumana ed abolita. Ora c'è un nuovo tipo di schiavitù?
Pensaci!
A presto!
Nella mia vita sono stato il classico "studente modello" e non per vantarmi ma ero il primo della mia scuola alle superiori (con tanto di premiazione e forte imbarazzo!). Ho vinto parecchi concorsi di fisica e matematica e quindi iscrivermi a fisica all'università era la scelta più logica.
Mi sono laureato con lode e una media di 30/30 in fisica astroparticellare.
Adesso all'età di 34 anni guadagno meno di un operaio (con tutto il rispetto per i lavoratori) e sono precario. Il mio contratto scade a dicembre e non so se verrà rinnovato o quanto tempo dovrà passare fra un contratto e l'alltro, cosa che manda in fumo quei pochi risparmi che riesco a fare.
A parte brevi periodi di tranquillità, nei quali ho potuto costruire il mio primo strumento, il mio lavoro non ha giorni festivi o orari, lavoro praticamente tutti i giorni della settimana dalle 8 fino a mezzanotte e spesso anche oltre.
Se ho deciso di fare questa vita è stato di certo per la passione che ho sempre avuto per la scienza e non certo perchè cercavo di diventare ricco.
Ultimamente, dopo la costruzione del mio primo violino (si stà ancora asciugando la vernice ma penso che a breve lo rimonto), la mia scala di valori si è stravolta. Non mi ero mai sentito così vivo prima d'ora e non avevo provato una soddisfazione del genere neanche il giorno della mia Laurea.
Tutto ciò vorrà dire qualcosa. Credo che la vita sia una ed una sola e se non si è felici a nulla serve riuscire a pagare le bollette o avere l'ultimo modello di iphone. Credo che se si perde interesse in quello che si fa, al di là del compenso o del riconoscimento che si ha, allora non ha senso continuare.
Io una mezza decisione credo di averla presa, o meglio, la prenderò in considerazione appena avrò un po' più di esperienza. Nel frattempo cercherò di far conciliare il mio attuale lavoro con il percorso di apprendimento che sto facendo in liuteria.
Credo che pagare per imparare un mestiere sia del tutto sbagliato soprattutto se per farlo lavorerai nella bottega di quel falegname producendo. I contratti di apprendistato vengono di norma remunerati ed assimilati a contratti a tempo determinato. Quindi non pagare per lavorare! In passato si lavorava gratis, poi tale pratica è stata considerata disumana ed abolita. Ora c'è un nuovo tipo di schiavitù?
Pensaci!
A presto!
Un tavolo, una sedia, un cesto di frutta e un violino; di cos'altro necessita un uomo per essere felice? [A. Einstein]<br>
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Vi ringrazio molto per la risposta.
Claudio: io costruisco strumenti ad arco dai violini ai contrabbassi.
Hai ragione sul fatto che ogni lavoro presenta delle avversità e che è lo strumento a parlare per te. Però dopo oltre tre anni che fai girare uno strumento senza un minimo spiraglio di vendita, mi girano un'pò (anche perché a farlo girare continuamente si è crepato). Certo fa parte del lavoro. Mi fa molto arrabbiare il fatto che altre persone del mio livello abbiano già venduto degli strumenti da loro fatti, perché hanno tante conoscenze, appoggi e vita facile anche grazie ai genitori (magari anche ricchi che hanno conoscenze). Io ho devo fare tutto da solo (che poi è giusto così), senza contare su nessuno, su conoscenze, su privilegi ecc, perché diciamo la verità, le conoscenze e forse anche un minimo di raccomandazione anche in questo lavoro aiuta e non poco per farsi conoscere e poi vendere.
Ma questo è un punto. L'altro punto è il fatto che non mi appassiona come mestiere (si mi piace ma non al punto da appassionarmi), ma non perché sono arrabbiato o nervoso, semplicemente perché è così. Mi appassiona di più il mestiere di falegname, la costruzione di opere più grandi. Come si dice il cuor non si comanda. E' come con le donne se non ami una donna non la ami e basta, in compenso ne ami un'altra e non puoi smettere di amarla.
Lo so che non è giusto pagare per farsi formare, anche se secondo me ci può stare. Oggi giorno qualcuno che insegna pretende quasi sempre di farsi dare qualcosa in cambio, il mondo è così e bisogna prenderne atto, passione o non passione i soldi sono sempre soldi. Con la passione non si sopravvive con i soldi invece si.
In questa falegnameria farei pochi mesi giusto per specializzarmi, in realtà non lavorerei proprio per lui ma lavorerei per me nel senso che costruisco delle cose che voglio per me ma sotto i suoi insegnamenti quindi oltre al fatto monetario lui non ci guadagna, non so se ho reso l'idea.
Lui in Canada non ci può andare perché ha moglie e figli quà in Italia, e non sarebbe possibile per lui andare là. Io invece se trovo il modo, ci vado sicuro dopo questi mesi.
Altro che formare altre persone, se posso vado io. In questo paese non ci voglio più stare (al massimo ci vengo in vacanza).
Claudio ti ringrazio molto per la tua disponibilità.
1972Pianoman: questo è poco ma sicuro.
Astromax: La situazione che c'è in Italia è questa, la laurea non serve a niente è solo uno straccio di carta. Le uniche lauree che forse servono ancora a qualcosa sono medicina, giurisprudenza e ingegneria, anche se non è detto.
Se uno è laureato deve emigrare all'estero, e se fossi in te, scapperei subito, sicuramente i tuoi titoli verrebbero più riconosciuti.
Per quanto riguarda la passione, uno non può sapere subito quale sarà la propria strada, solo il tempo e l'esperienza chiarirà le idee, e io me le sto schiarendo. Vado verso ciò che più mi piace fare, quindi penso che non ci sia nulla di male.
Sarà sbagliato pagare per imparare un mestiere, ma il mondo va così.
Nel mio caso non pago per lavorare, ma per imparare.
Pagare per lavorare ovviamente è una cosa che non esiste, perché uno non è così fesso da lavorare e pagare nello stesso tempo, neanche Fantozzi lo farebbe. Una cosa bene diversa è pagare per imparare.
Per quanto riguarda il lavoro disumano, prima di andare all'estero e lavorare come lavapiatti, cameriere e pizzaiolo.
Ho fatto un breve periodo di apprendistato in una pizzeria napoletana come aiuto pizzaiolo, ovviamente non ero pagato, lavoravo gratis e lavoravo 13 giorni su 14 (in pratica 2 giorni di festa al mese), dalle 18 alle 4 di notte (10 ore lavoravo quando nel contratto dovevo starci fino alle 24) e insieme a me lavoravano tre miei amici del Bangladesh 6 giorni a settimana e a volte anche 7 su 7, lavoravano dalle 15 alle 6 del mattino (15 ore). Eravamo sfruttati.
Non imparavamo niente e facevamo solo i loro comodi offrendo la nostra fatica.
Poi successivamente ho fatto un'altro stage in una pizzeria di Marocchini, certo ho lavorato sempre gratis però mi hanno fatto rispettare gli orari non sfruttandomi e mi insegnato moltissimo il mestiere di pizzaiolo e di fare le pizze compresa le beghrir e la cucina Marocchina (e poi si parla male degli immigrati quando i primi a comportarsi male e a fare i furbi siamo noi Italiani).
Quindi un conto è lavorare gratis facendo i comodi del titolare, un conto è pagarlo ma avere degli insegnamenti in cambio e produrre nello stesso tempo lavoro per te (nel caso della falegnameria).
Claudio: io costruisco strumenti ad arco dai violini ai contrabbassi.
Hai ragione sul fatto che ogni lavoro presenta delle avversità e che è lo strumento a parlare per te. Però dopo oltre tre anni che fai girare uno strumento senza un minimo spiraglio di vendita, mi girano un'pò (anche perché a farlo girare continuamente si è crepato). Certo fa parte del lavoro. Mi fa molto arrabbiare il fatto che altre persone del mio livello abbiano già venduto degli strumenti da loro fatti, perché hanno tante conoscenze, appoggi e vita facile anche grazie ai genitori (magari anche ricchi che hanno conoscenze). Io ho devo fare tutto da solo (che poi è giusto così), senza contare su nessuno, su conoscenze, su privilegi ecc, perché diciamo la verità, le conoscenze e forse anche un minimo di raccomandazione anche in questo lavoro aiuta e non poco per farsi conoscere e poi vendere.
Ma questo è un punto. L'altro punto è il fatto che non mi appassiona come mestiere (si mi piace ma non al punto da appassionarmi), ma non perché sono arrabbiato o nervoso, semplicemente perché è così. Mi appassiona di più il mestiere di falegname, la costruzione di opere più grandi. Come si dice il cuor non si comanda. E' come con le donne se non ami una donna non la ami e basta, in compenso ne ami un'altra e non puoi smettere di amarla.
Lo so che non è giusto pagare per farsi formare, anche se secondo me ci può stare. Oggi giorno qualcuno che insegna pretende quasi sempre di farsi dare qualcosa in cambio, il mondo è così e bisogna prenderne atto, passione o non passione i soldi sono sempre soldi. Con la passione non si sopravvive con i soldi invece si.
In questa falegnameria farei pochi mesi giusto per specializzarmi, in realtà non lavorerei proprio per lui ma lavorerei per me nel senso che costruisco delle cose che voglio per me ma sotto i suoi insegnamenti quindi oltre al fatto monetario lui non ci guadagna, non so se ho reso l'idea.
Lui in Canada non ci può andare perché ha moglie e figli quà in Italia, e non sarebbe possibile per lui andare là. Io invece se trovo il modo, ci vado sicuro dopo questi mesi.
Altro che formare altre persone, se posso vado io. In questo paese non ci voglio più stare (al massimo ci vengo in vacanza).
Claudio ti ringrazio molto per la tua disponibilità.
1972Pianoman: questo è poco ma sicuro.
Astromax: La situazione che c'è in Italia è questa, la laurea non serve a niente è solo uno straccio di carta. Le uniche lauree che forse servono ancora a qualcosa sono medicina, giurisprudenza e ingegneria, anche se non è detto.
Se uno è laureato deve emigrare all'estero, e se fossi in te, scapperei subito, sicuramente i tuoi titoli verrebbero più riconosciuti.
Per quanto riguarda la passione, uno non può sapere subito quale sarà la propria strada, solo il tempo e l'esperienza chiarirà le idee, e io me le sto schiarendo. Vado verso ciò che più mi piace fare, quindi penso che non ci sia nulla di male.
Sarà sbagliato pagare per imparare un mestiere, ma il mondo va così.
Nel mio caso non pago per lavorare, ma per imparare.
Pagare per lavorare ovviamente è una cosa che non esiste, perché uno non è così fesso da lavorare e pagare nello stesso tempo, neanche Fantozzi lo farebbe. Una cosa bene diversa è pagare per imparare.
Per quanto riguarda il lavoro disumano, prima di andare all'estero e lavorare come lavapiatti, cameriere e pizzaiolo.
Ho fatto un breve periodo di apprendistato in una pizzeria napoletana come aiuto pizzaiolo, ovviamente non ero pagato, lavoravo gratis e lavoravo 13 giorni su 14 (in pratica 2 giorni di festa al mese), dalle 18 alle 4 di notte (10 ore lavoravo quando nel contratto dovevo starci fino alle 24) e insieme a me lavoravano tre miei amici del Bangladesh 6 giorni a settimana e a volte anche 7 su 7, lavoravano dalle 15 alle 6 del mattino (15 ore). Eravamo sfruttati.
Non imparavamo niente e facevamo solo i loro comodi offrendo la nostra fatica.
Poi successivamente ho fatto un'altro stage in una pizzeria di Marocchini, certo ho lavorato sempre gratis però mi hanno fatto rispettare gli orari non sfruttandomi e mi insegnato moltissimo il mestiere di pizzaiolo e di fare le pizze compresa le beghrir e la cucina Marocchina (e poi si parla male degli immigrati quando i primi a comportarsi male e a fare i furbi siamo noi Italiani).
Quindi un conto è lavorare gratis facendo i comodi del titolare, un conto è pagarlo ma avere degli insegnamenti in cambio e produrre nello stesso tempo lavoro per te (nel caso della falegnameria).
Lo so bene che all'estero le cose sono totalmente diverse ma purtroppo per motivi famigliari non posso partire.TheRocksJR ha scritto:...
Astromax: La situazione che c'è in Italia è questa, la laurea non serve a niente è solo uno straccio di carta. Le uniche lauree che forse servono ancora a qualcosa sono medicina, giurisprudenza e ingegneria, anche se non è detto.
Se uno è laureato deve emigrare all'estero, e se fossi in te, scapperei subito, sicuramente i tuoi titoli verrebbero più riconosciuti.
Se credi sia quel lavoro a farti felice allora non pensarci su neanche due volte. Solo credo che l'unico modo che io conosco per imparare è fare e quindi ancora non ci riesco ad accettare che si paghi oltre ad offrire il proprio lavoro.Per quanto riguarda la passione, uno non può sapere subito quale sarà la propria strada, solo il tempo e l'esperienza chiarirà le idee, e io me le sto schiarendo. Vado verso ciò che più mi piace fare, quindi penso che non ci sia nulla di male.
Sarà sbagliato pagare per imparare un mestiere, ma il mondo va così.
Nel mio caso non pago per lavorare, ma per imparare.
All'estero i contratti di formazione (che sono contratti agevolati dal punto di vista delle tasse) vengono utilizzati per fare quello che ti offre il falegname che ti deve insegnare, qui se sei bravo e se dimostri che sai il mestiere allora puoi aspirare ad un contratto di formazione.Pagare per lavorare ovviamente è una cosa che non esiste, perché uno non è così fesso da lavorare e pagare nello stesso tempo, neanche Fantozzi lo farebbe. Una cosa bene diversa è pagare per imparare.
Conosco bene questa situazione! Ci sono passato anche io! Per pagarmi gli studi ho fatto parecchi lavoretti ed un bel furbetto tutto italiano prendeva ragazzi in prova per fare le consegne (in pizzeria) e alla fine dopo una decina di giorni diceva che non ti poteva pigliare e riprendeva un altro in prova. Questo è sfruttamento e bisogna denunciarlo a chi di dovere non bisogna continuare a dire in Italia funziona così!Per quanto riguarda il lavoro disumano, prima di andare all'estero e lavorare come lavapiatti, cameriere e pizzaiolo.
Ho fatto un breve periodo di apprendistato in una pizzeria napoletana come aiuto pizzaiolo, ovviamente non ero pagato, lavoravo gratis e lavoravo 13 giorni su 14 (in pratica 2 giorni di festa al mese), dalle 18 alle 4 di notte (10 ore lavoravo quando nel contratto dovevo starci fino alle 24) e insieme a me lavoravano tre miei amici del Bangladesh 6 giorni a settimana e a volte anche 7 su 7, lavoravano dalle 15 alle 6 del mattino (15 ore). Eravamo sfruttati.
Non imparavamo niente e facevamo solo i loro comodi offrendo la nostra fatica.
Poi successivamente ho fatto un'altro stage in una pizzeria di Marocchini, certo ho lavorato sempre gratis però mi hanno fatto rispettare gli orari non sfruttandomi e mi insegnato moltissimo il mestiere di pizzaiolo e di fare le pizze compresa le beghrir e la cucina Marocchina (e poi si parla male degli immigrati quando i primi a comportarsi male e a fare i furbi siamo noi Italiani).
Esistono i contratti di formazione a posta per questo! Non è previsto che tu paghi per imparare/lavorare! Chi offre tale soluzione, a mio avviso, non solo è fuori legge ma è anche in mala fede.Quindi un conto è lavorare gratis facendo i comodi del titolare, un conto è pagarlo ma avere degli insegnamenti in cambio e produrre nello stesso tempo lavoro per te (nel caso della falegnameria).
Poi è come la penso io e ciò che io penso non conta più di tanto, quello che conta è ciò che ti senti di fare. Posso solo esporti le mie esperienze ( dato che hai chiesto un parere ) e darti un consiglio. Poi, sei tu che devi decidere, ovviamente.
A presto e in bocca al lupo, qualunque scelta tu decida di prendere.
Un tavolo, una sedia, un cesto di frutta e un violino; di cos'altro necessita un uomo per essere felice? [A. Einstein]<br>
Produrre degli strumenti che per rapporto qualità/prezzo siano migliori di quelli della concorrenza è la base per aprire oggic una bottega di liutaio, questo però non basta per venderli, bisogna farli prima conoscere . Internet è il punto di partenza (un sito web serio e professionale è il primo passo per farsi conoscere). Il secondo passo è farsi pubblicità su riviste specializzate tipo The Strad o la Sarasate per il Giappone.Dopodiché soltanto se i primi clienti saranno soddisfatti il meccanismo si mette in moto permettendoti di guadagnare dolorosamente. Comunque non pagare per imparare segui il solo il tuo istinto , senza passione non riesci e non ascoltare nessuno compreso il sottoscritto
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buon giorno a tutti dico la mia..
Credo che a sign the rocks sia semplicemente finita la passione e quando finisce quella ogni mestiere all'improvviso tira fuori solo i propri lati negativi, dico questo perchè la discussione iniziale è stata inperniata troppo sull'aspetto economico (importantissimo per carità).
Anche la storia di essere succubi a cremona non mi convince, ripeto anche se sarò noioso, si è a livelli che bisogna leggere dentro o tutti gli strumenti sembrano uguali.
bisogna che impariamo la storia si,capirne i metodi,costruire su modelli "sicuri" ma poi dopo tutto ciò dobbiamo cominciare ad avere in testa " un idea" da realizzare e ci vuole tanta passione per questo.
non voglio stare qui a fare le sviolinate a claudio (detesto i complimenti di facciata ve lo assicuro) ma lui costruisce strumenti che riconoscerei a 100 metri, ci sono dei segni inequivocabili.
ecco questa io credo sia la strada da percorrere, evitando di copiare all'infinito il 1715 che sarà solo una copia.
la stessa cosa che dissi ad un mio caro amico che dipingeva da anni il canestro di frutta di caravaggio... "hai dipinto ma non hai mai vissuto"
Credo che a sign the rocks sia semplicemente finita la passione e quando finisce quella ogni mestiere all'improvviso tira fuori solo i propri lati negativi, dico questo perchè la discussione iniziale è stata inperniata troppo sull'aspetto economico (importantissimo per carità).
Anche la storia di essere succubi a cremona non mi convince, ripeto anche se sarò noioso, si è a livelli che bisogna leggere dentro o tutti gli strumenti sembrano uguali.
bisogna che impariamo la storia si,capirne i metodi,costruire su modelli "sicuri" ma poi dopo tutto ciò dobbiamo cominciare ad avere in testa " un idea" da realizzare e ci vuole tanta passione per questo.
non voglio stare qui a fare le sviolinate a claudio (detesto i complimenti di facciata ve lo assicuro) ma lui costruisce strumenti che riconoscerei a 100 metri, ci sono dei segni inequivocabili.
ecco questa io credo sia la strada da percorrere, evitando di copiare all'infinito il 1715 che sarà solo una copia.
la stessa cosa che dissi ad un mio caro amico che dipingeva da anni il canestro di frutta di caravaggio... "hai dipinto ma non hai mai vissuto"
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Mi interesserebbe capire meglio questo tuo disamore per la liuteria e per il nostro ingrato paese. Qual è stato il tuo percorso? A chi ti sei ispirato? Quanti strumenti hai costruito? Sai suonare? Sei giovane-giovane o 'maturo'? Insomma, sento la necessità di contestualizzare meglio la tua avventura: si impara molto dalle delusioni (nostre e altrui); e poi, i cambi di rotta sono sempre affascinanti.
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Ananasso:
Non è proprio un disamore per la liuteria, questo mestiere mi piace sempre ma forse non al punto da essere una passione. Quando ho iniziato questo mestiere ho iniziato dal nulla, con un salto nel buio, senza che io sapessi neanche cosa fosse la liuteria o come fosse fatto un violino. Avendo già avuto esperienza in falegnameria ho voluto provare con questo mestiere (ho fatto tre anni di scuola), perché mi sembrava molto particolare e affascinante, e lo è. Però in questi anni mi sono reso conto che mi piace di più e sono portato maggiormente alla falegnameria vera e propria. Tutto quì, nessuno sa fin da subito quello che potrebbe fare. Io ho 25 anni ma se ritornassi indietro di circa 10/12 anni ma con la mente di ora, non esiterei e farei il calciatore o tenterei la carriera da tennista, perché ho capito con il tempo che sono delle passioni e che sono anche portato, ma in passato non ci ho dato troppa importanza.
Il mio percorso comunque è stato che ho fatto a 20 anni una scuola di liuteria per 3 anni imparando le basi, poi successivamente ho lavorato per conto mio, prima di andare all'estero e fare tutt'altro per vivere.
Gli strumenti che ho costruito sono circa una decina tra violini, viole, violoncelli e contrabbassi.
Per quanto riguarda suonare il violino, non lo so suonare per niente, sono sincero, non mi piace ne suonarlo ne ascoltarlo (l'unica soddisfazione è sentire suonare un violino costruito da me) come strumenti da ascoltare mi piacciono di più i pianoforti e le trombe.
A livello di giudicare il suono e il timbro di un violino francamente non me ne intendo molto (probabilmente per inesperienza), mi piace solo da costruire anche se prediligo la costruzione di violoncelli e contrabbassi, i violini in troppi li fanno e sono troppo delicati per i miei gusti.
Per quanto riguarda questo paese, voglio andare a vivere fuori il prima possibile, non mi ci vedo in un futuro quì, ormai niente mi trattiene più quà, più si va avanti più l'Italia sarà peggio.
Sono stufo dell'aria che si respira in questo paese, non voglio più dare un solo centesimo a questo governo fatto di cialtroni.
Non è proprio un disamore per la liuteria, questo mestiere mi piace sempre ma forse non al punto da essere una passione. Quando ho iniziato questo mestiere ho iniziato dal nulla, con un salto nel buio, senza che io sapessi neanche cosa fosse la liuteria o come fosse fatto un violino. Avendo già avuto esperienza in falegnameria ho voluto provare con questo mestiere (ho fatto tre anni di scuola), perché mi sembrava molto particolare e affascinante, e lo è. Però in questi anni mi sono reso conto che mi piace di più e sono portato maggiormente alla falegnameria vera e propria. Tutto quì, nessuno sa fin da subito quello che potrebbe fare. Io ho 25 anni ma se ritornassi indietro di circa 10/12 anni ma con la mente di ora, non esiterei e farei il calciatore o tenterei la carriera da tennista, perché ho capito con il tempo che sono delle passioni e che sono anche portato, ma in passato non ci ho dato troppa importanza.
Il mio percorso comunque è stato che ho fatto a 20 anni una scuola di liuteria per 3 anni imparando le basi, poi successivamente ho lavorato per conto mio, prima di andare all'estero e fare tutt'altro per vivere.
Gli strumenti che ho costruito sono circa una decina tra violini, viole, violoncelli e contrabbassi.
Per quanto riguarda suonare il violino, non lo so suonare per niente, sono sincero, non mi piace ne suonarlo ne ascoltarlo (l'unica soddisfazione è sentire suonare un violino costruito da me) come strumenti da ascoltare mi piacciono di più i pianoforti e le trombe.
A livello di giudicare il suono e il timbro di un violino francamente non me ne intendo molto (probabilmente per inesperienza), mi piace solo da costruire anche se prediligo la costruzione di violoncelli e contrabbassi, i violini in troppi li fanno e sono troppo delicati per i miei gusti.
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