NUOVO METODO PER SUONARE IL VIOLINO

Dedicato a chi suona gli strumenti ad arco.
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paoloviol73
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NUOVO METODO PER SUONARE IL VIOLINO

Messaggio da paoloviol73 »

in circolazione ci sono svariati modi per suonare il violino: la scuola russa, tedesca, francese etc..etc..
Ho sempre pensato che tali "correnti" di pensiero alla fine servono solo per complicare piu' l'aspetto della tecnica; sono convinto che tali scuole derivino piu' da qualche capostipite talentuoso da imitare, piuttosto che metodologie obbiettive acquisibili da chiunque.
Ho avuto la fortuna di conoscere un vecchietto arzillo di 95 anni, un tale Giuseppe Gaccetta, il quale fu allievo di Francesco Sfilio, il quale fu allievo di Camillo Sivori il quale fu l'unico allievo di Paganini. E' sconcertante quanto sia avanti la scuola di questi personaggi, scritta e trascritta in questi anni..poche nozioni chiare e a volte nettamente contrarie a tutti i convincimenti delle piu' moderne scuole attuali di tecnica violinistica.
Ho potuto eseguire perfettamente, ad esempio, la variazione del capriccio 24 di paganini (precisamente quella ad ottave) dopo uno studio di qualche settimana. Pulita, intonata, veloce, espressiva. Sono rimasto sconcertato da come in cosi' poco tempo possa aver avuto la padronanza di queste ottave che passan dalla mezza posizione alla ottava. Come ho fatto?? semplicemente ascoltando i consigli di Gaccetta, il quale sostiene che il pollice deve stare fermo in seconda posizione ed il pols piegarsi avanti e indietro dalla prima alla terza, quarta. Poi dalla quarta in su' il pollice e' fermo in quarta appunto. E' la mano con l'azione del polso che fa tutto, si sposta su e giu', non CON il pollice. Si stravolge tutto il "castello" delle posizioni a favore dell'elasticita' della mano e delle dita. D'altronde se ci pensate come si fara' mai a eseguire passaggi di posizione veloci, sicuri ed intonati se non esiste un punto di riferimento per le dita e per le mani, visto e considerato che il pollice si muove con la mano stessa e nello stesso momento? Non si riuscira' mai con le 4 dita a "scalare" la tastiera allungandole e beccando note altissime con la sicurezza che un pollice fermo appoggiato sulla parte inferiore del manico puo' dare in termini di distanze perfette delle note.
Come pure l'archetto, che altro non e' che un prolungamento del braccio e dove quest'ultimo agisce al 100% nel movimento dal tallone a poco prima della meta', sia in giu' che in su'..per poi usare l'avambraccio nella estante parte (i 2/3 superiori). Ma questo e' un riassunto, ci sarebbe da scrivere in modo piu' particolareggiato, ma il mio fine e' svegliare la curiosita', non creare un bignami sul violino.
Penso poi, come ho gia' scritto in un'altro post, che i violinisti abbiano un estremo bisogno di suonare di tutto. Leggo con piacere che alcuni violinisti rimangono estasiati davanti a Uto Ughi o Kramer etc.. ma il violino non e' SOLOclassica, E' STRUMENTO DALLE ENORMI POTENZIALITA'. Troppo spesso si pensa che la musica popolare (folk irlandese, tzigana, country) sia di seconda scelta, neanche da paragonare minimamente alla superiorita' che la classica richiede.
Questo e' un convinvimento totalmente errato. La musica folk leva dal violinista quella patina di ruggine che ognuno ha a forza di suonare unicamente la classica. Sono arrivato ad un punto che quando ascolto dei grandi violinisti su pezzi lenti li considero di un palloso assurdo. Intonati, bel suono tenuto, passagi puliti..ma con una trasmissione di emozioni scarsissime. D'altronde la classica e' pesante in alcuni frangenti.
Diversamente, se ascoltate qualche reel, jig ( sono le tipologie compositive irlandesi come dire "ciaccona, presto, minuetto..) possono essere sia melodici che ritmati ma danno sempre quel calore espressivo usando pure tecniche che nella classica sono sconosciute. Ad esmpio i glissati di un quarto di tono su note tenute ( tipo fa diesis di 3/4 e accentando la nota tenuta con una piccola "stonatura"tirando indietro l'indice in prima posizione verso il fa naturale, in mezzo tra il naturale e il diesis, il tutto in un attimo o pochi secondi) sono usati nella folk per aiutare l'armonia a risolvere sulla tonalita' dominante. Questo metodo e' eccezzionale per dare espressivita' e fare cantare il violino.
Il suono poi mi ha sempre fatto impazzire durante gli studi: deve essere pieno, pulito, costante. Ma un suono a volte aspro puo' dare nel contesto del pezzo quella vitalita' che non esiste nella classica. E' solo questione di taratura mentale e uditiva. Spesso i fiddles (violinisti irlandesi) vengono sbeffeggiati per il oro suono sporco. Ma in effetti e' un effetto che voglion dare.. l'arco nel folk e' fondamentale e i fiddles lo sanno. Si predilige l'espressivita' che questo puo' dare in tutte le sue forme, mentre i classici lo interpretano come mezzo per fare colpi d'arco appariscenti.
Non si pensa l' emorme differenza che si ha suonando in contro arco. Alcune espressioni musicali fini che si percepiscono solo all'orecchio derivano spesso da un uso appropriato del colpo d'arco in su' o in giu'. I classici pensano di trovarsi sempre in giu' in determinati punti della frase pensando di standarizzare e mettere ordine in concomitanza frase, espressivita', musicalita' e bellezza visiva. Ma cio' a mio parere non e' sempre possibile e corretto. Certe musicalita' hanno bisogno del colpo d'arco appropiato sia in giu' che in su' senza preoccuparsi di come alla fine della frase si arrivi, ma preoccupandosi e sapendo che la resa espressiva in su' o in giu' sono 2 cose esattamente opposte. Si studia un brano con colpi d'arco risultanti da convinzioni dell'insegnante, senza provare esattamente il brano coi colpi d'arco al contrario, senza preoccuparsi di come potrebbe risultare il "canto" del violino con questo o quel modo di tirare l'arco. Ed e' un peccato, perche' suonare e' un arte ed ogni artista ha il suo modo prediletto di esprimere emozioni, a prescindere se questo o quel maestro dice o esegue determinate diteggiature o colpi d'arco. Non standardizziamo tutto e non fossilizziamoci solo su uniche vie per eseguire un brano, perche' questo portera' ad un irrigidimento mentale molto dannoso alla lunga ( io stesso abituato da anni e anni a diteggiature inadeguate su alcuni brani non riesco piu' cancellarle dalla mente e a volte mi frenano nell'espressivita').
Chi vuole disquisire su questi argomenti puo' trovarvi su paoloviol73@email.it Paolo S.
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Messaggio da Grazia »

sei in contatto con Gaccetta? vivi a Genova? ho letto la sua storia e il metodo tramandato da Paganini ,Sivori e Sfilio. ho ascoltato in cd anche la registrazione dei Capricci eseguita da lui dopo solo quattro anni di studi con metodo "Paganini", un fenomeno!!!!la phonola fortunatamente anni fa fece un riversamento su disco vinile dalla registrazione. Pare sconvolgente la essenzialità del metodo,in un esercizio insegna ciò che altri spiegano in pagine e libri interi.
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Messaggio da paoloviol73 »

grazia ha scritto:sei in contatto con Gaccetta? vivi a Genova? ho letto la sua storia e il metodo tramandato da Paganini ,Sivori e Sfilio. ho ascoltato in cd anche la registrazione dei Capricci eseguita da lui dopo solo quattro anni di studi con metodo "Paganini", un fenomeno!!!!la phonola fortunatamente anni fa fece un riversamento su disco vinile dalla registrazione. Pare sconvolgente la essenzialità del metodo,in un esercizio insegna ciò che altri spiegano in pagine e libri interi.
ho incontrato Gaccetta alcune volte, io sono di mantova ma sono andato a genova a casa sua. Ho un cd con le sue registrazioni del 1929 e sono rimasto scioccato. Strepitoso. Per motivi di lavoro non riesco piu' ad andare a lezione da lui, ma poco importa, mi sono fatto spiegare a 4 occhi la sua teoria dopo averla letta e riletta sul suo metodo. diciamo che la teoria l'ho assimilata, la pratica devo farla studiando e questo con famiglia e lavoro e' un po' piu' difficile. comunque non c'e' bisogno di essere fenomeni come dici tu. Lui in 3-4 anni ha imparato alla perfezione i capicci, io tra una poppata e l'altra a mia figlia, il lavoro etc sono in grado di eseguire frammenti dei capricci in modo migliore rispetto a quando avevo tutta la giornata a disposizione per studiare.. ma io sono principalmente un fiddles, uno sgangherato suonatore di melodie irlandesi di 100 anni fa..preferisco questo tipo di musica piu' giocoso per le mie serate tra amici o anche nei concerti (suono in un gruppo folk) che un bellissimo capriccio eseguito dignitosamente ma non nel contesto giusto. Comunque e' un bagaglio di conoscenza che fa moolto bene a qualsiasi stile. Ciao
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andrea69
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Re: NUOVO METODO PER SUONARE IL VIOLINO

Messaggio da andrea69 »

paoloviol73 ha scritto:in circolazione ci sono svariati modi per suonare il violino: la scuola russa, tedesca, francese etc..etc..
Ho sempre pensato che tali "correnti" di pensiero alla fine servono solo per complicare piu' l'aspetto della tecnica; sono convinto che tali scuole derivino piu' da qualche capostipite talentuoso da imitare, piuttosto che metodologie obbiettive acquisibili da chiunque.
Ho avuto la fortuna di conoscere un vecchietto arzillo di 95 anni, un tale Giuseppe Gaccetta, il quale fu allievo di Francesco Sfilio, il quale fu allievo di Camillo Sivori il quale fu l'unico allievo di Paganini. E' sconcertante quanto sia avanti la scuola di questi personaggi, scritta e trascritta in questi anni..poche nozioni chiare e a volte nettamente contrarie a tutti i convincimenti delle piu' moderne scuole attuali di tecnica violinistica.
Ho potuto eseguire perfettamente, ad esempio, la variazione del capriccio 24 di paganini (precisamente quella ad ottave) dopo uno studio di qualche settimana. Pulita, intonata, veloce, espressiva. Sono rimasto sconcertato da come in cosi' poco tempo possa aver avuto la padronanza di queste ottave che passan dalla mezza posizione alla ottava. Come ho fatto?? semplicemente ascoltando i consigli di Gaccetta, il quale sostiene che il pollice deve stare fermo in seconda posizione ed il pols piegarsi avanti e indietro dalla prima alla terza, quarta. Poi dalla quarta in su' il pollice e' fermo in quarta appunto. E' la mano con l'azione del polso che fa tutto, si sposta su e giu', non CON il pollice. Si stravolge tutto il "castello" delle posizioni a favore dell'elasticita' della mano e delle dita. D'altronde se ci pensate come si fara' mai a eseguire passaggi di posizione veloci, sicuri ed intonati se non esiste un punto di riferimento per le dita e per le mani, visto e considerato che il pollice si muove con la mano stessa e nello stesso momento? Non si riuscira' mai con le 4 dita a "scalare" la tastiera allungandole e beccando note altissime con la sicurezza che un pollice fermo appoggiato sulla parte inferiore del manico puo' dare in termini di distanze perfette delle note.
Come pure l'archetto, che altro non e' che un prolungamento del braccio e dove quest'ultimo agisce al 100% nel movimento dal tallone a poco prima della meta', sia in giu' che in su'..per poi usare l'avambraccio nella estante parte (i 2/3 superiori). Ma questo e' un riassunto, ci sarebbe da scrivere in modo piu' particolareggiato, ma il mio fine e' svegliare la curiosita', non creare un bignami sul violino.

Ne abbiamo già discusso ampiamente. Quindi niente di nuovo

http://www.claudiorampini.com/php/modul ... opic&t=399

Dei cambi esclusivamente col polso se ne parla nella scuola russa fin dai tempi di Stoliarsky, maestro di Oistrakh. Inoltre hai mai letto la "Lettera ai giovani violinisti" di Ruggero Ricci? Il grande violinista americano ha fatto un'intera carriera impiegando solo ed esclusivamente cambi di posizione con il polso ed elasticità delle dita...
Nella scuola russa inoltre si parla di uso dell'arco in modo molto più avanzato di quello di Sfilio e Gaccetta, e allo stesso tempo antichissimo perchè ne parlavano ugualmente Geminiani e Tartini nei loro trattati (peso del braccio destro sull'indice).
paoloviol73 ha scritto:Penso poi, come ho gia' scritto in un'altro post, che i violinisti abbiano un estremo bisogno di suonare di tutto. Leggo con piacere che alcuni violinisti rimangono estasiati davanti a Uto Ughi o Kramer etc.. ma il violino non e' SOLOclassica, E' STRUMENTO DALLE ENORMI POTENZIALITA'. Troppo spesso si pensa che la musica popolare (folk irlandese, tzigana, country) sia di seconda scelta, neanche da paragonare minimamente alla superiorita' che la classica richiede.
Questo e' un convinvimento totalmente errato. La musica folk leva dal violinista quella patina di ruggine che ognuno ha a forza di suonare unicamente la classica.
Anche i più grandi violinisti hanno avuto escursioni al di fuori della musica classica. Menuhin è stato tra i primi a mettere in disco queste sue "puntate" al di fuori, comprendenti anche la musica indiana. Kreisler suonava spessissimo musica da ballo viennese per intrattenere gli amici. Oistrakh era patito per il repertorio klezmer e per la musica popolare russa. Perlman suona jazz, country o klezmer in moltissime occasioni pubbliche. Kremer suona i tanghi argentini e il jazz assieme a Keith Jarrett. E nessuno di questi pensava che la musica classica fosse superiore a quella più prettamente popolare o di consumo o comunque di altro genere.
Io stesso mi diverto un sacco (e lo faccio anche di mestiere) nel suonare musica jazz, rock o, come parecchi anni fa, country bluegrass.
paoloviol73 ha scritto:Sono arrivato ad un punto che quando ascolto dei grandi violinisti su pezzi lenti li considero di un palloso assurdo. Intonati, bel suono tenuto, passagi puliti..ma con una trasmissione di emozioni scarsissime. D'altronde la classica e' pesante in alcuni frangenti.
Diversamente, se ascoltate qualche reel, jig ( sono le tipologie compositive irlandesi come dire "ciaccona, presto, minuetto..) possono essere sia melodici che ritmati ma danno sempre quel calore espressivo usando pure tecniche che nella classica sono sconosciute. Ad esmpio i glissati di un quarto di tono su note tenute ( tipo fa diesis di 3/4 e accentando la nota tenuta con una piccola "stonatura"tirando indietro l'indice in prima posizione verso il fa naturale, in mezzo tra il naturale e il diesis, il tutto in un attimo o pochi secondi) sono usati nella folk per aiutare l'armonia a risolvere sulla tonalita' dominante. Questo metodo e' eccezzionale per dare espressivita' e fare cantare il violino.
Prima di definire "palloso" un pezzo lento, hai mai pensato di prenderne la partitura ed analizzarlo? Rimarrai stupido dalla profondità di pensiero di certi compositori. Ricordati inoltre che il violinista classico è solo il "mezzo" per poter apprezzare la grandezza di un compositore.
E quanto ai mezzi tecnici, prova a frequentare certe musiche di compositori contemporanei (per es.Salvatore Sciarrino), rimarrai stupito degli effetti e dei mezzi tecnici necessari alla loro esecuzione.
paoloviol73 ha scritto:Il suono poi mi ha sempre fatto impazzire durante gli studi: deve essere pieno, pulito, costante. Ma un suono a volte aspro puo' dare nel contesto del pezzo quella vitalita' che non esiste nella classica. E' solo questione di taratura mentale e uditiva. Spesso i fiddles (violinisti irlandesi) vengono sbeffeggiati per il oro suono sporco. Ma in effetti e' un effetto che voglion dare.. l'arco nel folk e' fondamentale e i fiddles lo sanno. Si predilige l'espressivita' che questo puo' dare in tutte le sue forme, mentre i classici lo interpretano come mezzo per fare colpi d'arco appariscenti.
Non hai mai letto la Seconda Sonata per viola di Paul Hindemith? si legge nella prefazione "in questa Sonata la bellezza di suono è cosa secondaria"...
Stesso dicasi per certe opere di Shostachovich o di Prokofiev dove si richiedono effetti tipo "tutta forza sul ponticello" e varie durezze di questo tipo.
paoloviol73 ha scritto:Non si pensa l' emorme differenza che si ha suonando in contro arco. Alcune espressioni musicali fini che si percepiscono solo all'orecchio derivano spesso da un uso appropriato del colpo d'arco in su' o in giu'. I classici pensano di trovarsi sempre in giu' in determinati punti della frase pensando di standarizzare e mettere ordine in concomitanza frase, espressivita', musicalita' e bellezza visiva. Ma cio' a mio parere non e' sempre possibile e corretto. Certe musicalita' hanno bisogno del colpo d'arco appropiato sia in giu' che in su' senza preoccuparsi di come alla fine della frase si arrivi, ma preoccupandosi e sapendo che la resa espressiva in su' o in giu' sono 2 cose esattamente opposte. Si studia un brano con colpi d'arco risultanti da convinzioni dell'insegnante, senza provare esattamente il brano coi colpi d'arco al contrario, senza preoccuparsi di come potrebbe risultare il "canto" del violino con questo o quel modo di tirare l'arco. Ed e' un peccato, perche' suonare e' un arte ed ogni artista ha il suo modo prediletto di esprimere emozioni, a prescindere se questo o quel maestro dice o esegue determinate diteggiature o colpi d'arco.
Invece il bravo violinista classico sa impiegare l'arcata corretta per dare la giusta espressività in ogni frase, ed è pienamente conscio di cosa significhi rovesciare un'arcata o del fatto che un'arcata NON EQUIVALE MAI AD UN'ALTRA. Vernikov fa studiare spesso con l'arcata rovescia, e in più anche rovesciando l'arco, afferrandolo con la destra dalla parte della punta e non del tallone.
paoloviol73 ha scritto:Non standardizziamo tutto e non fossilizziamoci solo su uniche vie per eseguire un brano, perche' questo portera' ad un irrigidimento mentale molto dannoso alla lunga ( io stesso abituato da anni e anni a diteggiature inadeguate su alcuni brani non riesco piu' cancellarle dalla mente e a volte mi frenano nell'espressivita').
Carl Flesch scrive nella sua Arte del Violino: "l'unico metodo da seguire in arte è quello di non averne nessuno".
E quello che ho imparato io nel corso degli anni è che si può migliorare un determinato passaggio che ci riesce malamente solo cambiandone completamente l'approccio fisico e mentale.

CONCLUSIONE: ritengo che, nei confronti dei musicisti classici, tu stia applicando numerosi luoghi comuni, rimasti attualmente in alcuni ma pochi musicisti di più vecchia generazione, ma che potevano essere applicabili al violinista classico trent'anni fà.
Oggi giorno le cose sono molto cambiate: Didier Lockwood o Gilles Apap hanno ricevuto enormi attestati di stima da un violinista del calibro di Jehudi Menuhin, Maxim Vengerov va a lezione di jazz da Lockwood, Kremer si mette a studiare jazz con Jarrett, Perlman suona bluegrass o klezmer nei concerti, Kavakos suona musica etcnica greca nel gruppo musicale di famiglia (ebbene si, un violinista classico figlio di musicisti folk).
In una frase: IL VERO GRANDE VIOLINISTA SA SUONARE BENE TUTTO!
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Messaggio da violinobenny »

verissimo Andrea, concordo pienamente! saper suonare di tutto è una grande dimostrazione di duttilità e malleabilità! il grande violinista è quallo che sa suonare qualunque cosa...niente di più vero! :pray:
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Messaggio da paoloviol73 »

[quote="violinobenny"]verissimo Andrea, concordo pienamente! saper suonare di tutto è una grande dimostrazione di duttilità e malleabilità! il grande violinista è quallo che sa suonare qualunque cosa...niente di più vero! :pray:

bene! :D sono contento che qualcuno sia convinto che il musicista classico, come grandi musicisti che hai citato, siano disponibili a sperimentare diversi generi..

allora visto gli enormi benefici e le indubbie ricchezze che porta il fatto di suonare "di tutto un po'", come mai nei Conservatori non si insegna e non si stimola questa ricerca??
forse quello che e' rimasto indietro di 30 anni con preconcetti non sono io, ma le istituzioni che insegnano..
perche' rimango del parere che negli istituti dove si formano i musicisti del domani non si stimola ad essere un musicista a 360°, ma si tende a specializzarlo verso un tipo di musica..poi sara' lui a trovare il percorso e la strada giusta se lo vorra'..
ma alcuni forse pensano che non sia saggio mollare la strada conosciuta per una sconosciuta.. magari se gli si da' l'opportunita' di imparare che ci sono diverse strade da percorrere per diventare un buon musicista (quello che dicevi tu) forniamo piu' liberta' di scelta ed espressione..
ciao!
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andrea69
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Messaggio da andrea69 »

per parlare dei generi di insegnamento in conservatorio, la musica antica, anch'essa negletta nell'insegnamento principale, è entrata prepotentemente nei corsi triennali e biennali postdiploma. Stesso dicasi per il jazz, prima assolutamente sconosciuto. Da qualche anno a questa parte inoltre ci sono corsi che comprendono l'etnomusicologia (musica indiana a Vicenza per es.) o o le sperimentazioni avanguardistiche della musica elettronica.
Ti assicuro che con la riforma dei conservatori, le materie nuove in arrivo che comprendono anche la musica folk o popolare in genere sono in arrivo, se non ci sono già. Quindi le cose stanno cambiando (grazie al cielo!).
E soprattutto la nuova generazione di insegnanti che vi lavora, quelli andati in ruolo per concorso e non per sanatoria, come è nefastamente accaduto anni fà, è molto più preparata, competente ed aperta rispetto le passate generazioni. E sono gli stessi insegnanti di vecchia generazione ad ammetterlo.
Ti parlo inoltre come musicista: se vuoi lavorare, di questi tempi, devi esser capace ed adattarti a suonare tutto e di tutto, e addirittura non limitarti neanche a suonare solo il violino...
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Messaggio da paoloviol73 »

E soprattutto la nuova generazione di insegnanti che vi lavora, quelli andati in ruolo per concorso e non per sanatoria, come è nefastamente accaduto anni fà, è molto più preparata, competente ed aperta rispetto le passate generazioni. E sono gli stessi insegnanti di vecchia generazione ad ammetterlo.

Meno male che stan cambiando le cose! io mi sono diplomato nel 96 e ora lavoro sia nella musica ma principalmente in altri settori. Forse mi e' sfuggito qualcosa..! :) Mi informero' meglio, chissa' se riusciro' ad organizzare qualcosa di buono per la mia passione di musica irlandese!! Ma anche qui ci sono purtroppo tanti favoritismi e spinte..forse..
doriangray69
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ciao a tutti

Messaggio da doriangray69 »

ciao ho letto anch'io il metodo di sfilio e ascoltato i cd di giuseppe gaccetta una storia affascinante senza ombra di dubbio ma ho dubbi atroci sulla sua autenticità.
molti motivi mi portano a pensare questo ma ovv sono solo cosiderazioni personali.
gaccetta è stato preparato da sfilio con assidua tenacia,scrive lui,per sbaragliare la concorrenza delle altre scuole e riaffermare la superiorità e la supremazia della scuola italiana,la scuola di paganini....sfilio d'altronde era un fervente nazionalista e nel contesto storico di cui parliamo, ognuno puo desumere tutte le implicite correlazioni di carattere politico-sociale,era chiaro il disegno di superare come dice lui i milstein e gli heifetz o i menhuin etc...
vorrei capire però perche
1)nel capriccio n 13 la registrazione adotta una variazione nella seconda parte scritta da Auer(maestro dei suoi diretti rivali)
altre domande ovv le tengo per me...
il metodo....il metodo di sfilio nella sua architettura non dice niente di nuovo in merito a problemi violinistici anzi a volte presenta evidenti lacune..
l'idea del pollice in seconda posizione non è una sua idea o un idea di paganini basta guardare per es crickbomm o marsik lo stesso wieniawsky e non vado oltre...leopold auer ad esempio era fautore del pollice in posiz avanzata ma anche joachim infatti le due scuole sucessice---milstein heifetz prima e flesch etc usano questo metodo...il semitono lo stesso come la scala cromatica..inzomma nel violino non credo che si inventi niente.....l'invenzione è nel talento e nel modo di suonare...
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