Amateur
- Alfredo
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Amateur
Uso questo termine perchè mi è più simpatico di dilettante, l'amateur suona per amore della musica e il dilettante per diletto... ma forse non c'è tanta differenza.
Comunque volevo fare un discorso sulle persone che non suonano per professione ma per proprio piacere, che a quanto ho capito saranno circa il 90% di questo sito.
Grazie a questo forum ho visto che esiste in Italia un mondo per me nascosto dilettanti che non pensavo esistesse, ho passato 13 anni in Germania che è famosa per le orde di musicisti "amateur" ma non credevo che in Italia esistessero tanti.
Adesso arrivo al punto,
il musicista amatoriale in Italia mi sembra molto solo rispetto alla Germania, mi sembra si faccia poca musica da camera e ci sia poco scambio (da vivo) di esperienze.
2 anni fa un mio amico che organizza corsi per amateur ha avuto un problema con un insegnante un giorno prima di uno di questi corsi e mi ha telefonato pregandomi di sostituirlo, è stata una bellissima esperienza.
Ho passato una settimana in compagnia di 30 assatanati di musica!!!
Facevo lezione di quartetto tutto il giorno, insieme a 3 colleghi, e la sera suonavo con gli allievi leggendo musica fino all'una le due di notte, mi hanno prosciugato.
La cosa incredibile era la competenza di alcuni di loro, certe volte durante la pausa pranzo mi chiedevano cose tipo "hai presente l'opera 127 (senza nemmeno dire di Beethoven) nello scherzo, dopo la ripresa quel passaggio del secondo violino sulla quarta corda..."
Insomma quello che ho scritto mi piacerebbe animasse ad uscire dalle quattro mura di casa ed icontrarsi, discutere, suonare insieme e conoscere quanta più musica possibile, perchè alla fine questo è il senso dell'essere dilettante, dilettarsi con la musica, non lavorarci come faccio io!
Comunque volevo fare un discorso sulle persone che non suonano per professione ma per proprio piacere, che a quanto ho capito saranno circa il 90% di questo sito.
Grazie a questo forum ho visto che esiste in Italia un mondo per me nascosto dilettanti che non pensavo esistesse, ho passato 13 anni in Germania che è famosa per le orde di musicisti "amateur" ma non credevo che in Italia esistessero tanti.
Adesso arrivo al punto,
il musicista amatoriale in Italia mi sembra molto solo rispetto alla Germania, mi sembra si faccia poca musica da camera e ci sia poco scambio (da vivo) di esperienze.
2 anni fa un mio amico che organizza corsi per amateur ha avuto un problema con un insegnante un giorno prima di uno di questi corsi e mi ha telefonato pregandomi di sostituirlo, è stata una bellissima esperienza.
Ho passato una settimana in compagnia di 30 assatanati di musica!!!
Facevo lezione di quartetto tutto il giorno, insieme a 3 colleghi, e la sera suonavo con gli allievi leggendo musica fino all'una le due di notte, mi hanno prosciugato.
La cosa incredibile era la competenza di alcuni di loro, certe volte durante la pausa pranzo mi chiedevano cose tipo "hai presente l'opera 127 (senza nemmeno dire di Beethoven) nello scherzo, dopo la ripresa quel passaggio del secondo violino sulla quarta corda..."
Insomma quello che ho scritto mi piacerebbe animasse ad uscire dalle quattro mura di casa ed icontrarsi, discutere, suonare insieme e conoscere quanta più musica possibile, perchè alla fine questo è il senso dell'essere dilettante, dilettarsi con la musica, non lavorarci come faccio io!
Guarda guarda....un musico 'laureato' che si lascia interrogare dalla passione dei dilettanti! allora sto forum serve a qualcosa!
(scherzo, sarebe già utilissimo anche se non si occupasse di questa questione)
Il musicista dilettante è solo, in Italia.
Non ha uno straccio di posto in cui far musica (con la tecnica magari limitata che si ritrova) nè nessuno che gli suggerisca repertori o che lo segua nella tecnica; in altre parole un maestro che si metta nei suoi panni.
Pare che da noi dilettante e autodidatta siano sinonimi (molti post di questo forum lo dimostrano), ma così - a parte qualche possibile genio - non si va da nessuna parte.
Quindi, da parte mia, ben venga qualsiasi ipotesi di lavoro. Se è compatibile con la geografia italiana, ci sto da subito.
(scherzo, sarebe già utilissimo anche se non si occupasse di questa questione)
Il musicista dilettante è solo, in Italia.
Non ha uno straccio di posto in cui far musica (con la tecnica magari limitata che si ritrova) nè nessuno che gli suggerisca repertori o che lo segua nella tecnica; in altre parole un maestro che si metta nei suoi panni.
Pare che da noi dilettante e autodidatta siano sinonimi (molti post di questo forum lo dimostrano), ma così - a parte qualche possibile genio - non si va da nessuna parte.
Quindi, da parte mia, ben venga qualsiasi ipotesi di lavoro. Se è compatibile con la geografia italiana, ci sto da subito.
Re: Amateur
Io sono un "amateur", sicuramente! Ed è bello quello che tu dici.Alfredo ha scritto: Insomma quello che ho scritto mi piacerebbe animasse ad uscire dalle quattro mura di casa ed incontrarsi, discutere, suonare insieme e conoscere quanta più musica possibile, perchè alla fine questo è il senso dell'essere dilettante, dilettarsi con la musica, non lavorarci come faccio io!
In Italia c'è molto da fare nel senso da te auspicato (almeno da Firenze in giù, io credo)!
Ma, perchè dici "non lavorarci come faccio io"?
E' diverso fare musica da semplice "amateur" e da "amateur professionista" quale credo tu sia?
Forse troppi impegni??!! Al di là dell'impegno, la passione non dovrebbe essere la stessa? Quindi maggiori soddisfazioni?
.
Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.
- Lino Santoro -
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Re: Amateur
Ovviamente la scintilla è la stessa, la musica, però quando fai lo strumentista come professione hai uno "standard" da rispettare che sarebbe poi la qualità.violino7 ha scritto: Ma, perchè dici "non lavorarci come faccio io"?
E' diverso fare musica da semplice "amateur" e da "amateur professionista" quale credo tu sia?
Forse troppi impegni??!! Al di là dell'impegno, la passione non dovrebbe essere la stessa? Quindi maggiori soddisfazioni?
E questa qualità devi poterla "garantire" in ogni acustica in ogni momento e indipendentemente dalle tue condizioni di salute, al pubblico non puoi spiegare che non ti senti bene, devi suonare oppure darti malato, non c'è una via di mezzo.
Per quanto mi riguarda ci sono dei problemi di tipo psicologico che fanno diventare la musica non una passione ma la tua vita.
Quando inizi a studiare da bambino, lo strumento diventa una parte di te e con il passare degli anni diventa difficile trovare il giusto equilibrio con lo strumento, riuscire a separarei problemi con lo strumento dai propri, come per esempio capire che se hai due giorni liberi puoi rilassarti e non suonare senza avere rimorsi di coscienza che non ti permettono di godere di altre attività.
O il contrario, se hai suonato bene o studiato bene, non vuol dire che sei una persona migliore, i tuoi problemi non si risolvono suonando bene, perchè tu non sei un violoncello ma quello che sta dietro.
So che sono problemi strani da sentire, però per me è così, per questo l'approccio di un professionista è così diverso, la musica è uguale e la passione anche, però le cose intorno sono diverse.
Veramente non avevo scritto il messaggio iniziale per parlare dei miei problemi...

Re: Amateur
Alfredo, quello che tu descrivi di te stesso lo hai riscontrato anche in altri professionisti? Perche' accade? Perche' si crea questa simbiosi? Se la musica e suonare il tuo strumento e' un "lavoro" perche' i sensi di colpa? Insomma, ormai hai iniziato a raccontare...
Grazie
Grazie
Re: Amateur
Scusami, non volevo assolutamente essere invadente!Alfredo ha scritto:
So che sono problemi strani da sentire, però per me è così, per questo l'approccio di un professionista è così diverso, la musica è uguale e la passione anche, però le cose intorno sono diverse.
Veramente non avevo scritto il messaggio iniziale per parlare dei miei problemi...
Oggettivamente parlando, mi interessava capire meglio proprio il coinvolgimento partecipativo che tu hai ben descritto!
Te l'ho chiesto solo perchè trapelava dalla tua precedente pagina.
Grazie, sei stato molto chiaro.
.
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Re: Amateur
Adesso finisco da solo in off topicgewa89 ha scritto:Alfredo, quello che tu descrivi di te stesso lo hai riscontrato anche in altri professionisti? Perche' accade? Perche' si crea questa simbiosi? Se la musica e suonare il tuo strumento e' un "lavoro" perche' i sensi di colpa? Insomma, ormai hai iniziato a raccontare...
Grazie

Credo che volendo ottenere certi risultati questi problemi siano quasi inevitabili, non necessariamente il fatto di avere sensi di colpa ma anche altri problemi.
Il fatto è che non si tratta di un vero lavoro e se diventa un lavoro allora i problemi diminuiscono, perchè ci si distacca dallo strumento.
La simbiosi si crea inevitabilmente perchè passando tante ore sullo strumento da bambini attraverso la pubertà e anche dopo, è inevitabile che si crei una simbiosi.
Un bambino che suona bene, viene ammirato e lodato, quindi il suonare e lo strumento diventa un modo per piacere e per essere apprezzati e accettati dagli altri, un meccanismo che comincia subito e che difficilmente si riesce ad interrompere.
Penso che tutti conoscano le difficoltà di musicisti anche di grandi musicisti ad abbandonare il palcoscenico, credoche si possa ridurre a questo, ci si trova alla fine con se stessi in crisi di astinenza da successo personale.
Comunque non è sempre così, molti trovano un equilibrio e vivono tranquilli, ma poi quando arriva la pensione ci si rende conto di quanto sia difficile smettere.
Per fare il musicista devi vivere la tua vita in funzione del tuo strumento e poi quando arriva il momento di smettere cosa fai della tua vita?
allora è meglio non gettarsi completamente in pasto allo strumento e riservarsi un angolo per se in modo da ritrovarsi qualcosa per il dopo.
Oddio che magone... che discorsi mi fate fare?
Altro problema per esempio è realizzare la propria idea musicale, quando sai suonare bene il tuo strumento e diciamo che puoi suonare gran parte del repertorio senza grossi problemi, il fatto principale non è più il suonare un brano ma come suonarlo.
Se per esempio non sei d'accordo con una interpretazione cosa fai?
cerchi di portare l'esecuzione dalla tua parte o ti adatti?
Dipende dal tuo ruolo, in certi casi devi suonare addirittura un interpretazione che non ti piace e lo devi fare in modo convincente... questo è un problema da professionisti...
Mi sa che smetto di scrivere perchè sennò non mi fermo più...
Buonanotte

Per te e' uno sfogo, per noi un modo per capire una realta' diversa e forse ritovare qualcosa di noi (la simbiosi che racconti nei bambini...anche a me e' successa, in una qualche forma, e' ho sempre pensato che fosse una cosa anormale). Il tuo racconto e' bello. Quindi, se ne hai voglia, non fermarti...
- Alfredo
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Ormai mi sono lanciato.
Un problema da violoncellista:
Il violoncello ha un repertorio che va dal barocco fino ai nostri giorni, parlo di tutto il repertorio, dalla musica da camera ai pezzi solistici ecc.
Primo un buon violoncellista deve destreggiarsi in tutte le formazioni, una cosa è suonare il concerto di Dvorak e un'altra è il quartetto di Ravel o l'ottetto di Mendelshonn o una sinfonia di Beethoven.
Già saper suonare in formazioni così diverse al meglio non è facile, sono come specialità diverse e ai violoncellisti di oggi è richiesta molta flessibilità.
Poi viene il problema dell'interpretazione, che posizione prendere rispetto alla musica barocca?
Suoni Bach alla Maisky e ignori gli ultimi 50 anni con il rischio di beccarti un 'infinità di critiche oppure metti le corde di budello, arco barocco, togli il puntale e suoni come Anner Bylsma?
Il problema del barocco non è così semplice, con le corde di budello arco e puntale si può scimmiottare un'esecuzione barocca oppure si possono consultare una marea di trattati e farsi una cultura propria sul repertorio barocco.
Il periodo barocco poi non è il solo, ai tempi di Beethoven gli strumenti e la prassi esecutiva non era come ai tempi di Bach ma nemmeno come ai tempi di Bartok, quindi in teoria bisognerebbe "specializzarsi" per ogni epoca.
Probabilmente tutti questi problemi nascono dal fatto che non suoniamo più musica scritta oggi, gran parte del repertorio è stato scritto da 60 a 300 anni fa, quindi è difficile prendere una direzione.
Sembrano problemi strani ma non lo sono.
Un problema da violoncellista:
Il violoncello ha un repertorio che va dal barocco fino ai nostri giorni, parlo di tutto il repertorio, dalla musica da camera ai pezzi solistici ecc.
Primo un buon violoncellista deve destreggiarsi in tutte le formazioni, una cosa è suonare il concerto di Dvorak e un'altra è il quartetto di Ravel o l'ottetto di Mendelshonn o una sinfonia di Beethoven.
Già saper suonare in formazioni così diverse al meglio non è facile, sono come specialità diverse e ai violoncellisti di oggi è richiesta molta flessibilità.
Poi viene il problema dell'interpretazione, che posizione prendere rispetto alla musica barocca?
Suoni Bach alla Maisky e ignori gli ultimi 50 anni con il rischio di beccarti un 'infinità di critiche oppure metti le corde di budello, arco barocco, togli il puntale e suoni come Anner Bylsma?
Il problema del barocco non è così semplice, con le corde di budello arco e puntale si può scimmiottare un'esecuzione barocca oppure si possono consultare una marea di trattati e farsi una cultura propria sul repertorio barocco.
Il periodo barocco poi non è il solo, ai tempi di Beethoven gli strumenti e la prassi esecutiva non era come ai tempi di Bach ma nemmeno come ai tempi di Bartok, quindi in teoria bisognerebbe "specializzarsi" per ogni epoca.
Probabilmente tutti questi problemi nascono dal fatto che non suoniamo più musica scritta oggi, gran parte del repertorio è stato scritto da 60 a 300 anni fa, quindi è difficile prendere una direzione.
Sembrano problemi strani ma non lo sono.
Quindi e' uno studio profondo ed articolato quello che spetta ad un professionista, con la paura di sbagliare e di non ottenere quel consenso che caratterizza la vita del musicista fin dall'infanzia? Tutto viene relegato al singolo? Non ci sono "linee guida"? Raggiungere la giusta padronanza nell'interpretazione e' quello che fa la differenza tra un artista e lo strumentista (questa e' una distinzione che avevi fatto tu tempo fa)?
- Alfredo
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In teoria si, però è anche vero che se cerchi il consenso cadrai in un'interpretazione poco convincente, perchè comunque deve essere un prodotto personale.gewa89 ha scritto:Quindi e' uno studio profondo ed articolato quello che spetta ad un professionista, con la paura di sbagliare e di non ottenere quel consenso che caratterizza la vita del musicista fin dall'infanzia? Tutto viene relegato al singolo? Non ci sono "linee guida"? Raggiungere la giusta padronaza nell'interpretazione e' quello che fa la differenza tra un artista e lo strumentista (questa e' una distinzione che avevi fatto tu tempo fa)?
Alla fine poi chi ascolta vuole sentire musica, quindi tutti questi problemi di interpretazione non interessano più, quando si suona bisogna fare musica, e farla venire dall'angolo più remoto che si riesce a trovare dentro di se.
A me viene sempre il dubbio se il concerto non sia imparentato con gli spettacoli con i leoni al colosseo, il pubblico vuole vedere qualcosa di vero, forte.
Qualsiasi cosa tu faccia deve venire da te, altrimenti sul palco non passa nulla, vedi solo gente sbadigliare...

Al contrario, quando senti che il pubblico ti "capisce" ed entra in sintonia allora ti senti un leone... al colosseo!
E' bella questa tua frase: "Alla fine poi chi ascolta vuole sentire musica, quindi tutti questi problemi di interpretazione non interessano più, quando si suona bisogna fare musica, e farla venire dall'angolo più remoto che si riesce a trovare dentro di se."
Suonare per un pubblico e' un modo per parlare di se? Come affrontano i professionisti questa necessita' di scoprirsi, di comunicare...e' affascinate...la passione non e' solo nel suonare, ma nel comunicare, e' cosi? La musica e' comunicazione, come si trova lo stimolo per farlo professionalmente serata dopo serata?
Suonare per un pubblico e' un modo per parlare di se? Come affrontano i professionisti questa necessita' di scoprirsi, di comunicare...e' affascinate...la passione non e' solo nel suonare, ma nel comunicare, e' cosi? La musica e' comunicazione, come si trova lo stimolo per farlo professionalmente serata dopo serata?