Ed è proprio di questo che volevo parlare... Il famoso "saggio di fine anno".
E' un po' di tempo che ci penso e proprio non riesco a capire perché bisogna "darsi in pasto" al pubblico anche solo dopo un anno di studio dello strumento... Quando si sa di non essere pronti, si sa di non avere una sufficiente base tecnica sotto e quando non si è ancora entrati in simbiosi con lo strumento facilitando così il sovvenire dell'ansia e della fobia da prestazione...
Con questo non critico, anzi ammiro moltissimo chi riesce a farlo!
Perché se si riesce poi si hanno maggiori motivazioni e tutto il resto, ma la mia paura è il contrario, cioè.. se la prima esecuzione viene uno schifo, si potrebbe instaurare anche involontariamente una sorta di blocco psicologico che impedirà la buona riuscita delle seguenti esecuzioni, no?
Quindi, non sarebbe meglio aspettare di essere tecnicamente pronti? anche se questo significherebbe qualche anno senza esibirsi in pubblico?
Credo che dalle righe di questo post si legga evidente la mia paura del pubblico e dell'esecuzione pubblica... Però a volte mi chiedo se non possa essere imbarazzante andare su un palco a 20 anni a suonare un pezzettino mezzo stonato che magari prima di me ha suonato un bambino di 9 anni con migliori risultati....


Quindi chiedo:
Perché il saggio è utile alla nostra crescita?
Quali sensazioni avete provato nel farlo (chi l'ha fatto)?
Perché è meglio da subito esibirsi in pubblico?
vi ringrazio del supporto morale...