DIFFERENZE fra cello di liuteria e di fabbrica

da Bach a Kodaly, uno strumento di incredibile bellezza.
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Porthos
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Messaggio da Porthos »

Non riesco a capire la questione della distanza.

Intanto i discorsi fatti mi sembrano corretti, ma valgono per la frequenza fondamentale, e tutti sappiamo che essa non è che una piccola parte del contenuto informativo di uno spettro sonoro.

Il timbro del suono (che noi giudichiamo più o meno "bello", "tondo", "ricco", "vellutato" etc etc) è determinato dalla sovrapposizione sulla frequenza fondamentale di tanti e tanti armonici che si producono nello strumento, e che da esso vengono irradiati secondo uno schema tutt'altro che lineare (qual è la sorgente del suono in uno strumento ad arco? Solo le ff? La tavola? il fondo? certo non è un solo punto).

E allora, il perchè il violoncello debba essere ascoltato a 5 metri, ossia il perchè il massimo del contenuto informativo dello spettro sonoro di un violoncello sia confinato in una sfera di 5,5 m di diametro (pari cioè alla lunghezza d'onda della fondamentale più bassa) mi è ignoto.

Tanto varrebbe dire che la distanza migliore è data dalla somma dell'altezza dello strumento più quella del suonatore più quella della moglie.

Ma i fisici sono gente particolare, e magari qualche ragionamento l'avranno messo in piedi, seppure in tedesco. Magari basato su determinate ipotesi di irradiazione sonora da parte dello strumento. E' in rete quell'articolo?
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sullacorda
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Messaggio da sullacorda »

allora,
eccomi qua dalla francia. Ho sbagliato il fusorario e quindi mi sono svegliato alle 6 invece che alle 7! :D 8O
Sì, confermo che mi sono sbagliato io .. pensando al violino. Il la a 440Hz (quello del diapason) su un violoncello è sull'armonico in prima corda quindi si deve scendere di due ottave per trovare il la sulla terza corda di sol che è a 110Hz e quindi il do è a circa 65Hz e quindi torna con il discorso dei 5 metri della lunghezza d'onda.
Il discorso poi fatto sull'ambiente e sulla distanza di ascolto dello strumento nasce da un commento di alfredo e da alcuni ragionamenti "a braccio" fatti dal sottoscritto. Ho trovato alcune cose in internet cercando. Me le leggo con calma e magari poi ne discutiamo a parte.
ciao
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claudio
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Messaggio da claudio »

Porthos ha scritto:
E allora, il perchè il violoncello debba essere ascoltato a 5 metri, ossia il perchè il massimo del contenuto informativo dello spettro sonoro di un violoncello sia confinato in una sfera di 5,5 m di diametro (pari cioè alla lunghezza d'onda della fondamentale più bassa) mi è ignoto.
Sono d'accordo.
andante con fuoco
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Alfredo
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Messaggio da Alfredo »

claudio ha scritto:
Porthos ha scritto:
E allora, il perchè il violoncello debba essere ascoltato a 5 metri, ossia il perchè il massimo del contenuto informativo dello spettro sonoro di un violoncello sia confinato in una sfera di 5,5 m di diametro (pari cioè alla lunghezza d'onda della fondamentale più bassa) mi è ignoto.
Sono d'accordo.
Ma la loro teoria dice che va ascoltato da minimo 5 metri, non che a cinque metri sia al meglio.
L'articolo è in tedesco, si può vedere quì: http://www.uni-koeln.de/phil-fak/muwi/f ... 5heike.pdf
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sullacorda
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Messaggio da sullacorda »

allora .. ho letto un po' in giro su siti di fisica/acustica .. e un po' di cose tornano con quanto io sapevo/mi ricordavo.
Bisogna distinguere due aspetti per non fare confusione (fra quelli di cui si parlava):

- l'ascolto in ambienti piccoli: in ambienti piccoli le basse frequenze sono soggette a fenomeni di risonanza (non riverbero) per cui il suono viene alterato e la risposta può cambiare da frequenza a frequenza per effetto di risonanze costruttive/distruttive.
Tanto per "citare" una fonte non troppo tecnica, qui (http://utenti.lycos.it/tecnologia/granito.htm) alla tabella 2 si racchiudono le dimensioni minime di una stanza in base alla minima frequenza che vi si vuole riprodurre.

- distanza di ascolto: quando lo strumento emette il suono questo si propaga nell'ambiente dove viene in parte riflesso, in parte assorbito, .. A seconda dell'ambiente e della frequenza del suono esiste una distanza, detta "distanza critica" sotto la quale domina il suono diretto, così come prodotto dalla strumento rispetto le riflessioni e l'effetto dell'ambiente. Oltre tale distanza invece domina la parte riflessa. In questo contesto penso parli l'articolo citato da Alfredo (il tedesco non lo so) per cui si parla di una distanza di ascolto ottimale che in effetti potrebbe come minimo essere la lunghezza d'onda dell'onda stessa ma di questo non ho trovato nulla di specifico a parte delle cose di audiofili che parlano di distanza minima dai diffusori di un impianto hi-fi di qualità dove (considerando che le minime frequenze in gioco sono dei 20Hz) si parla giusto di almeno 2-3 metri di distanza minima.

Buona notte :D
nonsosuonare
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Messaggio da nonsosuonare »

WOOOOOOOOOOOOWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWW!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
GRANDISSIMO JULIUSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ANCHE TU LAUREATO IN FISICA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
CHE BELLA DISCUSSIONE QUELLA SULLE ONDE!!!!
DO YOU REMENBER "L'EQUAZIONE DI D'ALAMBERT"????? :wink: :wink: 8) 8)
giulio1103

Messaggio da giulio1103 »

ciao a tutti

sì le equazioni le 'ricordo...lontanamante' perchè è da 30 anni che non le frequanto più con assiduità............ma il fascino di questa diccussione mi arriva e mi pervade completamante anche se non mi appassione come forse appassioe alcuni di voi..... tanto io non farò mai concerti e dunque .....
mi basta imparare a suonicchiare ...........chi mi ascolterà ( per ora solo cane ) lo farà certamante da vicno per forza......

non possiedo un tealtro o una sala da concerto ......per invitare gli amici!
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