Di nuovo
Di nuovo
Ciao a tutti e buone feste. Spero abbiate passato un bel Natale e auguro un sereno e felice anno 2009.
Questo è l'ultimo violino, il terzo:
E' piaciuto a tutti anche come suono. Sempre potente, questa volta caldo e dolce. Lo strumento si è presentato piacevole nel suonarlo molto sensibile e pronto. Lo hanno provato persone non proprio professioniste
ma musicisti preparati e discutibili.
Adesso è smontato.
Misure finite:
364 lungh. cassa
170 polm.sup.
114 sulle C
210 polm inf.
240 lungh. manico dalla cassa armonica,
106 lungh. riccio
120 spazio tra nocetta e peduncolo del riccio (capo tasto sup.).
330 corda vibrante
30 altezza fasce
15 altezza bombatura tavola e fondo
Tenete conto che il bordo sporge di 4mm dalle fasce.
La forma mi è stata passato da un amico liutaio cosi come il disegno del manico e delle 'f'.
Per le Quinte e le seste ho preso quelle del poster Stradivari 'Il cremonese'.Più o meno.
Dovrebbe essere simile ad uno Stardivari.
Devo rifinirlo bene in alcune parti. Poi lo preparo alla verniciatura.
Ho tra le mani 'quaderni di liuteria N.3' e il libro 'Vernici in liuteria' di Gabriele Carletti.
Molto, ma molto interessanti.
Ho messo in cantiere il quarto violino disegnato da me seguendo il metodo descritto nel Sacconi.
Mi sono aiutato con Autocad, però confesso che arrivato ad un certo punto alcuni cerchi non si intersecavano oppure
intersecavano in più di un punto (quale scegliere?). I raccordi per i polmoni e le punte delle C
li ho tracciati pressoche a mano. Cosa ne pensate così possono andare?
Misure: la Forma dovrebbe avere queste misure 154 (polm.sup.) 97(sulle C) 192 (polm.inf.) lungh. 351
Quindi finito fasce più bordo:
162.4 _
105.4 _
200.4 _
359.4
Prevedo un bordo 3mm e fasce 1.2mm
Dal discegno a partire dal bordo sup. dove inizia la nocetta:
ho misurato un Diapason. 197mm (193mm sulla forma)
Poi dovrò costruire le quinte e le seste di curvatura.
Buon Lavoro. Ciao Duma71
Questo è l'ultimo violino, il terzo:
E' piaciuto a tutti anche come suono. Sempre potente, questa volta caldo e dolce. Lo strumento si è presentato piacevole nel suonarlo molto sensibile e pronto. Lo hanno provato persone non proprio professioniste
ma musicisti preparati e discutibili.
Adesso è smontato.
Misure finite:
364 lungh. cassa
170 polm.sup.
114 sulle C
210 polm inf.
240 lungh. manico dalla cassa armonica,
106 lungh. riccio
120 spazio tra nocetta e peduncolo del riccio (capo tasto sup.).
330 corda vibrante
30 altezza fasce
15 altezza bombatura tavola e fondo
Tenete conto che il bordo sporge di 4mm dalle fasce.
La forma mi è stata passato da un amico liutaio cosi come il disegno del manico e delle 'f'.
Per le Quinte e le seste ho preso quelle del poster Stradivari 'Il cremonese'.Più o meno.
Dovrebbe essere simile ad uno Stardivari.
Devo rifinirlo bene in alcune parti. Poi lo preparo alla verniciatura.
Ho tra le mani 'quaderni di liuteria N.3' e il libro 'Vernici in liuteria' di Gabriele Carletti.
Molto, ma molto interessanti.
Ho messo in cantiere il quarto violino disegnato da me seguendo il metodo descritto nel Sacconi.
Mi sono aiutato con Autocad, però confesso che arrivato ad un certo punto alcuni cerchi non si intersecavano oppure
intersecavano in più di un punto (quale scegliere?). I raccordi per i polmoni e le punte delle C
li ho tracciati pressoche a mano. Cosa ne pensate così possono andare?
Misure: la Forma dovrebbe avere queste misure 154 (polm.sup.) 97(sulle C) 192 (polm.inf.) lungh. 351
Quindi finito fasce più bordo:
162.4 _
105.4 _
200.4 _
359.4
Prevedo un bordo 3mm e fasce 1.2mm
Dal discegno a partire dal bordo sup. dove inizia la nocetta:
ho misurato un Diapason. 197mm (193mm sulla forma)
Poi dovrò costruire le quinte e le seste di curvatura.
Buon Lavoro. Ciao Duma71
Ultima modifica di duma71 il martedì 5 maggio 2009, 23:11, modificato 1 volta in totale.
- kinolucasova
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Re: Di nuovo
Buon anno anche a te.duma71 ha scritto: Ciao a tutti e buone feste. Spero abbiate passato un bel Natale e auguro un sereno e felice anno 2009.
Questo è l'ultimo violino, il terzo:
E' piaciuto a tutti anche come suono. Sempre potente, questa volta caldo e dolce. Lo strumento si è presentato piacevole nel suonarlo molto sensibile e pronto. Lo hanno provato persone non proprio professioniste
ma musicisti preparati e discutibili.
Adesso è smontato.
Misure finite:
364 lungh. cassa
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............
Duma71, voglio fare delle considerazioni!
1)Non hai ancora finito il terzo violino (dato che un violino deve essere anche verniciato e la verniciatura è la parte più difficile di tutto il lavoro! Non è scolpire!) e ti sei già industriato per mettere in cantiere il violino n. 4! Non è, secondo me, una bella cosa dal punto di vista della formazione liutaria!
Io, ad esempio, ho elaborato una vernice ad alcool per il primo violino, poi ne ho elaborata una ad olio per il secondo (studiandomi tutto il procedimento Michelman con tutti gli annessi e connessi, molti ancora in fase di apprendimento), poi sul terzo ho applicato la prima vernice, che, tutto sommato, mi era venuta bene, ma con delle varianti!
Sono praticamente tre anni che studio sulle vernici! E sto continuando a studiare, diciamo a sperimentare!
Non è che voglio parlare di me ergendomi a massimo esempio da imitare, ma lo faccio solo per dirti che, se non altro, io ho adottato un procedimento completo in tutte le sue fasi di costruzione del violino, non frammentario come fai tu! E credo che non serva applicarsi su tanti violini!
Ne basta uno solo, per il quale ogni problematica sia sufficientemente sviscerata, risolta ed applicata.
Tu pensi di cavartela in quattro e quattr'otto per la materia della verniciatura?
Io ti dico che fino ad ora, riguardo al terzo, non hai costruito nulla! Il tuo violino sarà "un violino" quando sarà completo di vernice. Devi immaginare quale possa essere la più bella vernice per ricoprirlo, elaborarla (o comprarla se vuoi semplificare) ed applicarcela! Bisogna poi essere anche capaci a verniciare, non è semplice come ti credi!
Io penso che tu senti di dover migliorare sulla scultura del violino e cerchi di ripeterti solo su questo aspetto. Invece devi arrivare in fondo con la verniciatura anche sul terzo, prima di iniziare il quarto!
Mettici la vernice che ti pare, secondo la tua preparazione! Però anche se poi non ti piacerà, se non altro avrai un termine di paragone per migliorarti in seguito! Ma sulla materia della vernice ti devi applicare, non serve rimandare.
2) Attenzione! La parte terminale del collo del riccio del tuo violino n. 3 (quella più in alto possibile!) deve essere molto più stretta. Fai ancora in tempo a restringere! Potresti anche lasciarlo così, intendiamoci, ognuno ha la libertà di elaborare il modello che desidera, ma l'estetica complessiva del riccio ne verrebbe a guadagnare! Consulta il quaderno di liuteria n. 13.
3) Ti dico solo una cosa che mi è saltata all'occhio sul tuo progetto del violino n. 4, senza voler esaminare tutti gli altri aspetti:
Lo spessore dei bordi di 3 mm. è troppo poco! E' una cosa proprio fuori da ogni proporzione!
Ciao
Ultima modifica di violino7 il venerdì 2 gennaio 2009, 23:49, modificato 1 volta in totale.
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Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.
- Lino Santoro -
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No, è solo la mia maniera di evidenziare le cose._Ale_ ha scritto:scusa, ma stai calmino. forse mi sbaglio, ma nel post , con tutti quei !!!!!!!!!!! sembri proprio inca**ato.
forse mi sbaglio perchè a volte nello scritto si intendono cose diverse, però....
Lo faccio solo per essere maggiormente incisivo.
Credo che nella liuteria ci voglia un minimo di rigore, altrimenti non è possibile superare determinati standards di qualità.
Voglio fargli capire questo!
Il mio tono sicuramente è deciso ma lo faccio con benevolenza, lui lo sa!
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In effetti... 364 è un tantino lunga, poi con le fasce a 30... non è un po' schiacciato?claudio ha scritto:Inoltre la lunghezza della cassa non dovrebbe superare i 35.5/35.8cm.
Cosa intendi/ete per spessore? La distanza dalle fasce?violino7 ha scritto:Lo spessore dei bordi di 3 mm. è troppo poco! E' una cosa proprio fuori da ogni proporzione!
Sbozzato, scalpellato e dipinto da GL.
Lo "spessore dei bordi" è lo spessore del bordo esterno, la parte immediatamente incollata sopra la fascia e visibilmente sporgente esternamente ad essa. Parlo di "tavola" genericamente per indicare sia la tavola armonica che la tavola di fondo.Giovane_Liutaia ha scritto: .....................Cosa intendi/ete per spessore? La distanza dalle fasce?violino7 ha scritto:Lo spessore dei bordi di 3 mm. è troppo poco! E' una cosa proprio fuori da ogni proporzione!
Là lo spessore deve essere di una certa robustezza ed uniformità, leggermente maggiore in corrispondenza delle cc e punte. Io di base faccio 3,7 mm con 4,2 alle cc e 4,5 alle punte. Ma per arrivare a questo risultato finale devo partire da 4,- 4,5 - e 5. In partenza bisogna tenersi sempre larghi, poi con la levigatura si arriva alla misura che si vuole.
Uno spessore di 3 mm presuppone una tavola troppo fragile che sviluppa un suono poco corposo. Consideriamo che ci sono zone ai polmoni che per avere la giusta elasticità devono essere spesse all'incirca 1 mm in meno dei bordi, od anche più, e consideriamo anche l'assottigliamento dovuto alla sguscia nella zona interna immediatamente a partire dai filetti!
Chi l'ha stabilite queste misure?
Lo ha detto Claudio qualche giorno fa: secoli di esperienza dei liutai hanno standardizzato le misure ottimali.
Teniamo anche presente che sulla tavola c'è una spinta di quasi 10 chili dovuta alla tensione delle corde e conseguente pressione del ponticello, quindi, se troppo sottile, la tavola sarebbe soggetta maggiormente a fratture, anche a causa delle vibrazioni.
In ogni caso lo spessore delle tavole, constatato anche dalla mia piccola esperienza, è relazionabile alla forza del suono emesso dallo strumento, entro determinati parametri. Al di fuori di essi non ci può essere ottimizzazione del suono. Con 3 mm secondo me già stiamo fuori!
Io vorrei fare una domanda a duma71:
"Ma queste misure da dove le hai prese?"
.
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- Lino Santoro -
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A proposito di standardizzazione delle misure ho fatto riferimento a Claudio. Forse a qualcuno è sfuggita questa analisi da lui fatta!
La ripropongo in particolare a beneficio di duma71! Fa esattamente al caso suo.
Ma naturalmente credo debbano ben considerarla tutti quelli che vogliono "sperimentare" in liuteria.
Nel forum si dicono cose di varia rilevanza e credo si debba imparare a dare il giusto peso a quello che viene detto.
Io prendo appunti sulle cose che maggiormente mi interessano e poi le raccolgo in un apposito contenitore alfabetico.
Questa "lezione" è un'altra di quelle che io ho inserito nella voce "Bibbia della liuteria:
"Voglio solo dire che al principio si è tentati di percorrere strade alternative a quelle classiche, ma inevitabilmente ci si accorge di aver costruito strumenti che si distaccano dal suono classico, che a tutt'oggi rimane un imperativo da seguire. Nel tempo abbiamo visto succedersi un gran numero di tentativi di dare un'alternativa al violino, dal violino di Chanot a quello in carbonio, i risultati sono stati anche abbastanza buoni, ma il fatto è che il fascino del violino classico è intramontabile e il risultato sonoro lo si può ottenere solo seguendo la via tracciata dai liutai classici. Dato che ancora oggi esistono molte incertezze e interrogativi sul lavoro degli antichi, direi che non c'è il tempo di annoiarsi. Dal manoscritto liutario del bolognese Marchi, fine settecento, si evince che anche all'epoca ci si ponevano interrogativi sulle forme alternative, ma quando si è visto che all'aumentare delle dimensioni dello strumento, non aumentava il volume di suono ma solo il timbro che si scuriva, è stato quasi automatico l'aderire agli schemi prefissati dagli antichi.
In origine Andrea Amati aveva concepito un tipo di violino piuttosto piccolo, i famosi violini del re della seconda metà del 1500, furono i suoi figli e nipoti che fissarono le proporzioni dello strumento "giusto": questo ha garantito fin da subito un violino che potesse essere suonato senza difficoltà e con il giusto compromesso tra altezza degli acuti e profondità dei bassi. Fu un processo che durò circa un centinaio di anni, credo che anche allora di prove e riprove ne abbiano fatte a bizzeffe.
In un certo senso, noi ci siamo trovati la pappa già pronta (si fa per dire).
La ripropongo in particolare a beneficio di duma71! Fa esattamente al caso suo.
Ma naturalmente credo debbano ben considerarla tutti quelli che vogliono "sperimentare" in liuteria.
Nel forum si dicono cose di varia rilevanza e credo si debba imparare a dare il giusto peso a quello che viene detto.
Io prendo appunti sulle cose che maggiormente mi interessano e poi le raccolgo in un apposito contenitore alfabetico.
Questa "lezione" è un'altra di quelle che io ho inserito nella voce "Bibbia della liuteria:
"Voglio solo dire che al principio si è tentati di percorrere strade alternative a quelle classiche, ma inevitabilmente ci si accorge di aver costruito strumenti che si distaccano dal suono classico, che a tutt'oggi rimane un imperativo da seguire. Nel tempo abbiamo visto succedersi un gran numero di tentativi di dare un'alternativa al violino, dal violino di Chanot a quello in carbonio, i risultati sono stati anche abbastanza buoni, ma il fatto è che il fascino del violino classico è intramontabile e il risultato sonoro lo si può ottenere solo seguendo la via tracciata dai liutai classici. Dato che ancora oggi esistono molte incertezze e interrogativi sul lavoro degli antichi, direi che non c'è il tempo di annoiarsi. Dal manoscritto liutario del bolognese Marchi, fine settecento, si evince che anche all'epoca ci si ponevano interrogativi sulle forme alternative, ma quando si è visto che all'aumentare delle dimensioni dello strumento, non aumentava il volume di suono ma solo il timbro che si scuriva, è stato quasi automatico l'aderire agli schemi prefissati dagli antichi.
In origine Andrea Amati aveva concepito un tipo di violino piuttosto piccolo, i famosi violini del re della seconda metà del 1500, furono i suoi figli e nipoti che fissarono le proporzioni dello strumento "giusto": questo ha garantito fin da subito un violino che potesse essere suonato senza difficoltà e con il giusto compromesso tra altezza degli acuti e profondità dei bassi. Fu un processo che durò circa un centinaio di anni, credo che anche allora di prove e riprove ne abbiano fatte a bizzeffe.
In un certo senso, noi ci siamo trovati la pappa già pronta (si fa per dire).
Ultima modifica di violino7 il mercoledì 7 gennaio 2009, 21:31, modificato 2 volte in totale.
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Ehy violino7 che risposta argomentata!
Io volevo solo capire se ti riferissi proprio allo spessore del bordino in corrispondenza del perimetro della fascia o alla distanza dello stesso dalla fascia, tutto qua!
Ma comunque grazie ugualmente di questo trattato, è bene ripassarle certe nozioni!
Io volevo solo capire se ti riferissi proprio allo spessore del bordino in corrispondenza del perimetro della fascia o alla distanza dello stesso dalla fascia, tutto qua!
Ma comunque grazie ugualmente di questo trattato, è bene ripassarle certe nozioni!
Sbozzato, scalpellato e dipinto da GL.
Scusami Giovane Liutaia! Dalla tua domanda ho preso solo lo spunto, ma in effetti volevo dare un chiarimento specifico a duma71.Giovane_Liutaia ha scritto:Ehy violino7 che risposta argomentata!
Io volevo solo capire se ti riferissi proprio allo spessore del bordino in corrispondenza del perimetro della fascia o alla distanza dello stesso dalla fascia, tutto qua!
Ma comunque grazie ugualmente di questo trattato, è bene ripassarle certe nozioni!
Non avevo spiegato perchè 3 mm non andavano bene ed ho voluto essere più chiaro.
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