Credo e spero che tutti conoscano la giusta tecnica del passaggio di posizione per cui questo scritto è (quasi) un divertissement

La tastiera è come la propria stanza; conosciamo perfettamente la disposizione dei mobili ecc., ma se uno dovesse muoversi al suo interno al buio lo farebbe a tentoni cercando punti di riferimento.
Ad esempio: anche se non conosco in che zona della stanza sono, se a tentoni trovo il pianoforte, so che alla sua destra c’è la scrivania che è vicino alla porta e che di fianco alla porta c’è la libreria, nel cui primo ripiano a sinistra in alto, il quarto libro da sinistra è lo spartito delle Sonate e Partite di Bach.
Uso cioè un espediente.
Anche per il passaggio di posizione dobbiamo usare uno stratagemma che ci consenta di mandare il dito quanto più possibile vicino al punto teorico di intonazione.
E il nome dello stratagemma è: dito guida, oppure, nota intermedia.
Se ad esempio sto suonando il SI in prima posizione sulla corda LA con il primo dito e devo andare a prendere il FA# in terza posizione (sempre sulla corda LA) con il terzo dito, non devo studiare, come si sente troppo spesso SI-FA#…SI-FA#…SI-FA#… andando a “cercare con il dito” il FA#, ma devo utilizzare il dito che è già posato sulla tastiera (in questo caso il SI-primo dito-corda LA) e cominciare a studiare il passaggio del primo dito da SI, che mi “guiderà” alla nuova posizione, a RE (primo dito sulla corda LA in terza posizione) e cioè quella che viene chiamata nota intermedia. E solo dopo che ho centrato il RE intonato abbasserò il terzo dito che cadrà nel punto del FA#.
Fermo restando che durante il cambio di posizione la mano non deve deformarsi (deve cioè mantenere la posizione canonica) si “misura” la distanza tra SI e RE utilizzando, come punto di riferimento per la nuova posizione, la zona del palmo della mano che va a colpire la fascia e il bordo del fondo del violino.
Naturalmente la zona suddetta varia in funzione dell’anatomia della mano di chi suona, dalla corda su cui si effettua il passaggio di posizione e dalla posizione di arrivo. E questo vale anche per il ritorno da posizioni alte a posizioni basse utilizzando come zone di riferimento anche altre parti della mano.
E’, all’inizio, un lavoro estenuante ma che alla fine, quando i muscoli si sono abituati al movimento, consente di fare il passaggio di posizione molto più in sicurezza con una probabilità di errore decisamente minima.
L’esempio ha riguardato solo un caso, ma lo studio della "tecnica pura" del passaggio di posizione con il dito guida/nota intermedia si deve applicare a tutte le posizioni sulle quattro corde utilizzando tutte e quattro le dita.
Questo “stratagemma” è l’unico modo per poter eseguire in sicurezza il passaggio di posizione e se uno se ne appropria scoprirà nuovi orizzonti espressivi che gli erano preclusi dalla paura del cambio di posizione.
Insomma, uno dei toccasana che ci consentono di vivere al meglio la meravigliosa esperienza del violino.
Buono studio

P.S. Per chi ha interesse ad approfondire la questione suggerisco di consultare, ad esempio, il primo volume “L’Arte del violino” di Carl Flesch e “Exercises for Change of Position” di Gaylord Yost che potete trovare qui: https://imslp.org/wiki/Exercises_for_Ch ... C_Gaylord)