andrea69 ha scritto:
Trovo che inoltre la attuale "moda" delle repliche moderne esatte degli strumenti antichi porti maggior successo a quei liutai che hanno la fortuna di esaminare esemplari autentici in buone condizioni, che non hanno subito rimaneggiamenti, garantendo risultati acustici pressochè certi ed eccellenti.
Solo per precisare che lo studio degli strumenti originali non è solo prerogativa dei copisti, anzi, bisogna dire che questi ultimi hanno molto la tendenza a copiarne "il corpo", mentre a qualcun altro preme coglierne gli aspetti "dell'anima".
Inoltre non basta assolutamente fare una copia esatta (ammesso che ciò sia possibile) dello strumento antico per avere successo, nemmeno se il copista ha usato i materiali originali, perchè in ogni caso la manualità e il legno non sono gli stessi. Anche oggi esistono i copisti di quadri famosi, ma passano alla storia come tali: Copisti ed Imitatori.
Nel caso del Copista, anche se non per tutti, bisogna distinguere il successo commerciale da quello ottenuto dai meriti obiettivi degli strumenti.
Di solito i Copisti che amano farsi pubblicità, a fronte di una qualità effettiva di suono piuttosto povera e di strumenti copiati perfettamente, nei loro curriculum aggiungono spesso che i loro studi sono avvalorati da ricerche scientifiche immense e profondissime, ma di cui purtroppo nessuno o pochi possono condividerne i risultati.
Questa tendenza ad avvalorare il proprio lavoro tentando di servirsi della Scienza esaspera maggiormente la mancanca di carattere e la fame di denaro che affligge la liuteria moderna. Ma la liuteria cinese avanza a grandi passi, anch'essa con un numero impressionante di strumenti copiati perfettamente e di suono più che accettabile, il tutto a prezzi popolari.
Chi sarà in grado di distinguere la copia d'autore pagata fior di quattrini, da quella altrettanto buona e perfetta dei cinesi?
L'unica via d'uscita è quella di difendere e sviluppare la nostra identità di liutaio contemporano. Il panorama, suvvia, non è poi così deprimente.
