Mullova Ciaccona

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masa
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Mullova Ciaccona

Messaggio da masa »

Avete mai visto nel sito youtube, Mullova che interpreta la Chaconne di Bach?
Mi è piaciuto molto, nella sua compostezza ed essenzialità ripulite dai sentimenti inutili, riesce a far emergere una grande costruzione.
Voi che ne dite?
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claudio
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Messaggio da claudio »

se stai parlando di questo:
http://www.youtube.com/watch?v=lnOzyvQyevM

sono d'accordo, una bella esecuzione e un ottimo compromesso tra esecuzione filologica ed esecuzione "moderna".
Ma non trascurerei nemmeno questa, eseguita da Wolfgang Schneiderhan, di cui avevo ascoltato una vertiginosa esecuzione delle Quattro Stagioni. Siamo praticamente agli opposti rispetto alla Mullova, è una Ciaccona decisamente "romantica", ma la cosa per me stupefacente è che pur nella diversità delle esecuzioni, Bach riesce comunque ad emergere in modo vigoroso.
http://www.youtube.com/watch?v=Cq5Vxo4i ... ed&search=

Per me, comunque, le esecuzioni di riferimento restano quelle di Milstein e di Szering, le esecuzioni rigorosamente filologiche nel caso di Bach non le amo particolarmente.
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Aubrey
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Messaggio da Aubrey »

Secondo il mio modestissimo parere l'esecuzione di Milstein ( insieme a quella di Heifetz) mi sembrano le migliori...quella della Mullova non mi ha entusiasmato più di tanto...ripeto: è il parere di un profano.....
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andrea69
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Messaggio da andrea69 »

ottima la Mullova, rigorosa nell'interpretazione, nello stile e nel seguire ciò che la musica dice.
Non ho mai potuto soffrire in questi casi ne Heifetz, ne Milstein, in quando il loro Bach è dovuto ad una personale visione, e di Bach vero e proprio resta ben poco.
Anzi spesso trovo che Milstein sia addirittura antimusicale perchè non rispetta quasi mai il fraseggio scritto da Bach (e chiunque sia in grado di fare un pò di analisi della partitura può solo che esser d'accordo al riguardo).
Oggi giorno il rigore stilistico è sicuramente una prerogativa necessaria del far musica, cosa che ai tempi di Heifetz e Milstein passava in secondo ordine alla personalità del musicista.
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claudio
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Messaggio da claudio »

Andrea, guarda che la tua Ciaccona è un pò Milsteiniana, eh!!!
http://www.claudiorampini.com/Varie/bachciaccona.mp3 :lol: :lol:
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gewa89
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Messaggio da gewa89 »

Ciao Andrea,
prima di tutto, i miei complimenti per la tua esecuzione :D

Se hai tempo e voglia, potresti spiegare meglio le ragioni della tua frase:"...Oggi giorno il rigore stilistico è sicuramente una prerogativa necessaria del far musica, cosa che ai tempi di Heifetz e Milstein passava in secondo ordine alla personalità del musicista..."?

Seguo sempre le conversazioni di voi esperti e appassionati per cercare di imparare qualcosa. La mente si affolla di curiosità e domande ad ogni vostro intervento...
Ti ringrazio,

Gewa
Ultima modifica di gewa89 il domenica 7 gennaio 2007, 13:24, modificato 1 volta in totale.
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andrea69
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Messaggio da andrea69 »

infatti, l'ho suonata nel 1997, oggi la suonerei in modo completamente differente. Inoltre quella versione è con l'accompagnamento di Schumann, quindi bisogna cercare un compromesso di tipo romantico.
Ma quello che rimprovero a Milstein è appunto il fraseggio, soprattutto nel aggiungere appoggi e rallentandi che non hanno nulla a che vedere con la naturale evoluzione della frase, come scritta da Bach: prova ad ascoltare la sua prima Partita in Si minore e ti accorgerai di quello a cui mi riferisco.
Il motivo per cui oggi la suonerei (e lo suonata l'anno scorso) in modo differente è appunto la necessità del rigore stilistico.
Ricordo un'intervista a Horowitz, in cui si chiedeva se il modo di suonare è cambiato nel corso degli anni, e lui rispondeva che nei tempi odierni bisogna esser molto aderenti e scrupolosi nel seguire le indicazioni dettate dal compositore, mentre negli anni '30 se si suonava una frase in crescendo anzichè in diminuendo come scriveva il compositore, era suffuciente giustificarla dicendo: "Io la sento così!".
In poche parole, anni fà prevaleva nel modo di suonare la personalità dell'interprete sull'espressione musicale del compositore, oggi invece si chiede più di essere esatti esecutori delle intenzioni musicali dell'autore.
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Giva
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Messaggio da Giva »

Una osservazione:
con l'eccessivo rigore non si rischia di perdere quello che certi musicisti possono mettere??
presi due violinisti con pari esperienza e capacità tecniche che eseguono lo stesso brano... quale differenza potrebbe fare l'uno o l'altro se non la loro sensibilità musicale? e quindi una loro personale intepretazione?
è lo stesso principio, secondo me, per cui le poesie non vengono lette come chiunque leggerebbe un quotidiano...
chiaramente non la possiamo pensare tutti allo stesso modo... :wink:
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andrea69
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Messaggio da andrea69 »

si, infatti oggi giorno nei concorsi ed audizioni si tende a preferire chi è "asetticamente" perfetto a chi, magari sbagliando qualcosina, è più musicale e comunicativo. Almeno per quanto vedo io.
E' una questione dovuta all'imperare delle case discografiche, che a mio avviso hanno in gran parte rovinato il panorama musicale, diseducando l'ascoltatore ad apprezzare la tensione interpretativa del musicista. I cd sono perfetti e ripetibili all'infinito, si possono ascoltare in cuffia notando la perfezione del suono e dell'intonazione, ma non saranno mai in grado di comunicarti il magnetismo che un Gidon Kremer emana in un concerto, o la tensione musicale che un Kavakos esprime in un recital.
E se osservi bene, anche certo repertorio virtuosistico è pressochè decaduto, perchè nessun musicista è più disposto a sobbarcarsi il peso di un simile programma, pieno di rischi ed evidenti difficoltà tecniche, in nome di un esecuzione assolutamente "perfetta".
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claudio
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Messaggio da claudio »

Sarei curioso di sentire l'opinione di Myskin a proposito del povero Milstein che è stato trattato un pò maluccio in questo thread. :lol:
La mia opinione, invece, è che Milstein era un grande e resta tale, così pure le sue esecuzioni, perchè altrimenti dovremmo buttare dalla finestra praticamente la totalità dei violinisti della precedente generazione, Heifetz, Stern, Francescatti compresi. Erano altri tempi, così come lo erano le suite di Bach per violoncello solo registrate da Casals negli anni '60, praticamente un altro mondo rispetto alle interpretazioni di appena 10 o 20 anni più tardi. Ma nessuno direbbe che Casals "sbagliava" il suo modo di interpretare Bach. Il motivo per cui non amo alcuni tipi di esecuzioni filologiche, non solo per Bach ma anche per altri autori, è che la perfezione "asettica" è di per sè una contraddizione in termini perchè la "perfezione" è già di per sè incontaminata (anche se contaminabile). Ma dato che la perfezione resta fortunatamente un'utopia relegata al soggettivo mondo delle idee, vale la pena di discutere su quello che si potrebbe definire il "senso comune" della musica. Ad esempio, noto oggi una preoccupante tendenza alla "perfezione" esecutiva da parte dei giovani esecutori, tra questi inserisco proprio Kavakos, Quarta, Dindo. Niente da dire sulla tecnica, padroneggiata davvero in modo "perfetto", ma sovente le loro esecuzioni mi hanno lasciato un senso di freddezza e rigidezza, per finire con un annoiato "bravo, insuperabile, però ora è tempo di ritornare a casa". E' strano per me vedere mettere insieme Kavakos e Kremer, del primo ho già detto e mi annoia abbastanza (anche se a livello tecnico è un mostro incredibile), il secondo invece è tutt'altra cosa, perchè è vero che esprime un rigore, ma anche nei repertori di musica contemporanea più ardui all'ascolto, Kremer esprime un calore e una energia incredibili. L'amico Arrigo Quattrocchi, che in un intervento proprio in questo forum a proposito del Quartetto italiano, parlava di un'emozione che scaturisce dal rigore della ragione.
http://www.claudiorampini.com/php/modul ... c&start=15

Chiaramente queste sono mie opinioni che rappresentano il mio gusto personale e come tali devono essere intese, non vogliono assolutamente esprimere un giudizio sui musicisti su menzionati.

Riguardo alle esecuzioni filologiche che sentiamo spesso nei CD ove si evoca un mondo perduto irrimediabilmente ed atmosfere idilliache, penso che non ci sia niente di più lontano dalla realtà. Se partiamo dal principio che la musica riflette la vita e i costumi non solo del compositore ma anche della società a cui appartiene, non vedo perchè un mondo così caoticamente creativo come quello del XVII e del XVIII avrebbe dovuto esprimersi necessariamente in modo così noioso e melenso. E' pur vero che certi artifici virtuosistici e tecnici non appartenevano ai violinisti antichi, ma al tempo stesso, leggendo i libri dell'epoca e documentandosi sui costumi allora vigenti, si intuisce che il clima era piuttosto vivace e che l'asettico formalismo emanante da certe esecuzioni ritenute filologiche rispecchia solo una parte ristretta e limitata alla vita che si svolgeva nelle corti nei momenti di solennità. Eppure quando si parla di Giga e Ciaccona, si parla di danze popolari, ancora vigenti ed usate in tutto il settecento, da cui i compositori hanno tratto ispirazione. Se la musica nasce dall'humus popolare, possibile che essa sia stata trasformata al punto tale da sembrare esangue? Sarebbe come affermare che la musica nel Rinascimento era tutta liuti e petali di rosa che cadevano dai balconi di Firenze.
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andrea69
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Messaggio da andrea69 »

hai mai ascoltato di Secondo Concerto di Bartok eseguita da Kavakos con Simon Rattle direttore e i Berliner Philarmoniker?
Fallo, e non dirai più che Kavakos è noioso...
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Giva
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Messaggio da Giva »

claudio ha scritto:Sarei curioso di sentire l'opinione di Myskin a proposito del povero Milstein che è stato trattato un pò maluccio in questo thread.
Allora alziamo subito la media dei commenti:
Milstein ultimamente è il mio idolo!
Vorrei avere un decimillesimo delle sue doti...
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Messaggio da Marko90 »

Approposito di mullova, qualcuno sa che violino suona nel video dove interpreta bach???? O senno che violino possiede?
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claudio
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Messaggio da claudio »

qualche anno fa aveva uno Stradivari del 1723, uno strumento abbastanza "provato" dal tempo e dall'uso in cui si potevano intravedere le "disattenzioni" del grande cremonese ormai invecchiato e presumibilmente con la vista indebolita. Ma il suono era grandioso.
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Messaggio da Myskin »

Ho letto solo adesso della legittima curiosità di Claudio… :lol:
Eh già, povero Nathan. :lol:

Effettivamente in Milstein c’è sempre un fraseggio decisamente personale. Dobbiamo anche ricordare che si soleva dire come non facesse mai uno stesso pezzo allo stesso modo.
Se si guarda il famoso video di Milstein che esegue il capriccio no.5 di Paganini si nota come il suo respiro fosse decisamente personale (…cortese eufemismo).

Che dire? Può piacere come no, ma l’elemento interessante è la riconoscibilità dell’interprete.
Mi appoggio all’
"Omnem crede diem tibi diluxisse supremum."
Orazio
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