Nera, cupa, lugubre e c'è chi dice sia stregata la casa del pianista costruita divinamente con formula mista di mattoni, legno ed oro ed il suono che nel bene o nel male dall'alto del colle copre ogni tuono.
Riporta sempre alla mente della gente l'ormai vecchia leggenda del musico di Norimberga.
La leggenda narra di un giovane compositore, abile violinista e mediocre pianista, che riuscì con studi speciali di musica, alchimia del suono e, alcuni pensano ma per timor non dicono, stregoneria a trovare il sublime accordo che ad un istante dall'euforia dal curioso auditore la vita porta via.
L'assai simpatica trovata giunse componendo una sonata.
Primo tempo: andande con rispetto e sentimento; secondo tempo: allegro folle e d'impatto; terzo tempo:lento mesto e un pò cruento;quarto tempo: moderato ancor con sentimento e lentamente nel finale morendo.
Pensò alla sua infanzia mentre sulla carta la musica scriveva, note e segni ben attento segnava per ogni momento che riviveva.
Ricordava il momento dello studio, quello del gioco e quello della sera quando di maghi, streghe, draghi, furfanti e briganti leggeva.
Il secondo tempo a pensarci bene la sua gioventù rispecchiava: piena d'ira, follia e priva di magia.
Orfano e sconsolato pensò che se di musica era vissuto di musica doveva vivere.
Eh che vita nei bordelli!Eh Che vita a rallegrar quella gente dei local di mala fama col violino che insieme a lui di giorno in giorno invecchiava.
Capitò che una di quelle poco di buono operaia della casa chiusa non lo accusò, innocente per aver rifiutato un servizio assai appagante, per una somma che era niente.
Nel quarto tempo vi è dentro il sentimento dell'artista che non potendo vivere di musica sceglie di morir di musica e fu così che trovò l'accordo che ad un istante dall'euforia dal curioso auditore la vita porta via.