Salice Rosso, Bianco, nero..?

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Arca
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Salice Rosso, Bianco, nero..?

Messaggio da Arca »

Ho letto un sacco di ipotesi sul salice, c'è chi dice che il salice rosso in realtà è il bianco che asciugando diventa rosso, c'è chi dice che il salice usato in liuteria è con certezza il salix nigra, la maggioranza dice che è a tutti gli effetti il salice il salice rosso, altri dicono che il salice rosso non raggiunge per altezza e dimensione del fusto misure idonee all'uso..
Insomma quale salice usiamo per zocchetti e controfasce?
Arca
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Messaggio da Arca »

nessuno mi sa dire qualcosa? o non è rilevante?
Chiedo questo perché (oltre al fatto che mi piacerebbe sapere) avrei dei salici da tagliare e mi piacerebbe decidere se conservare il legno o usarlo come legna da ardere.
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claudio
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Messaggio da claudio »

la questione è un pò più complicata di come appare poichè il salice è una di quelle piante che a seconda della regione cambia il nome, o addirittura si finisce per chiamare "rosso", "nero" o "bianco" scambiando tra loro le varie specie di salice.

Quindi meglio limitarsi a descrivere sommariamente il tipo di pianta che ho usato nel tempo: il salice piangente quello comunemente usato come decorazione nei giardini ha un legno rossiccio, molto e elastico e flessibile. Questo dovrebbe essere il salice nero

Un'altra specie di salice diffusissima nel nostro paese lungo corsi d'acqua piccoli e grandi, fornisce un ottimo legno, di colore rossiccio anch'esso ma sul rosato, forse meno flessibile rispetto agli altri salici, ma comunque ampiamente usabile. Si riconosce abbastanza facilmente, sono spesso piante piuttosto grandi con foglie piccole, questo probabilmente è il salice bianco.

Poi c'è un'altra specie molto comune di salice che viene coltivata in campagna, i cui rami rossicci vengono usati per la legature delle viti e per la produzione di piccoli oggetti di artigianato, quali canestri e simili. Mi è stato riferito che il legno di questa pianta, anch'esso di colore rossiccio, veniva spesso usato per farne manici di martelli e attrezzi vari, per la sua leggerezza e robustezza.
Questo dovrebbe essere il salice rosso.

Tutte queste specie di salice forniscono un ottimo e leggero legno per farne zocchetti e controfasce per gli strumenti ad arco.

Se poi mi si chiede di che tipo di salice sia il fondo della viola di Stradivari costruita nel 1672, alzo le mani e confesso la mia ignoranza. Unica congettura che posso fare è che data la sua spiccata presenza lungo i corsi d'acqua della pianura padana, e dato il suo colore più tenue rispetto ad altre specie di salice (in modo che non ci sia troppa differenza con il bianco dell'abete), forse il salice bianco è il candidato più probabile.
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Arca
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Messaggio da Arca »

Grazie mille maestro, è stato chiaro e preciso, come al solito, allora le piante che ho io sono proprio quelle che nascono nei corsi d'acqua con foglie piccole, crescono molto velocemente e in pochi anni, vedrò di mettere qualche tronco da parte e vedrò se in futuro lo potrò usare. Grazie ancora
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claudio
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Messaggio da claudio »

A suo tempo, quando vagavo per le campagne di Ovada a fare sorveglianze archeologiche lungo gli scavi dei metanodotti, andavo anche alla ricerca dei vari tipi di salice e appunto vedendo una grande quantità di salici bianchi (insomma, quelli che crescono spontanei lungo i corsi d'acqua), chiedevo informazioni agli abitanti del luogo. Mi dicevano che nella scelta della pianta erano preferite quelle con il midollo sano, il che lo si poteva constatare solo dopo il taglio.
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Messaggio da davidesora »

Anche io non ho idea di quale sia il salice migliore da usare, dipende dalle caratteristiche di leggerezza e compattezza determinate dal terreno e dal clima di dove è cresciuto l'albero, quindi non ti resta che tagliarlo e vedere com'è per decidere se usarlo oppure bruciarlo nel camino.
Per far tasselli probabilmente va bene quasi qualsiasi salice (basta non abbia un peso specifico stellare e sia sufficientemente compatto...), per fare fondi il discorso è un po' più delicato, sicuramente servono maggiori qualità di rigidità/durezza e una minore plasticità rispetto a quello per controfasce e tasselli.
Il vantaggio a comprare legno già tagliato è che si può valutare subito com'è, dall'albero occorre esperienza da boscaioli/liutai ormai andata persa nella maggioranza dei casi, con l'eccezione del Fabio Chiari che però non credo sia molto propenso a svelare i segreti del mestiere..... :wink:
Dall'alto della mia inesperienza di boscaiolo azzarderei che quello per tasselli cresce in climi caldi e vicino all'acqua, per i fondi preferirei il salice cresciuto in montagna e in terreni più asciutti, peccato che Fabio non frequenti più questo forum per smentirmi in modo pittoresco e colorito.... :D :D
In fondo ne sento un po' la mancanza, ma sicuramente sarà troppo impegnato a svelar segreti liutari nella scuola toscana.
1972pianoman
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Messaggio da 1972pianoman »

Anche io sento un pò la mancanza di Fabio. Sarei contento se decidesse di prendere nuovamente parte attiva nel forum. Certamente è una perdita per tutti.
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violino7
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Messaggio da violino7 »

Fabio Chiari nel suo libro "Liutai toscani d'oggi - Gli alberi della liuteria italiana classica" (libro fuori commercio, da lui gentilmente donatomi qualche anno fa) dice a tal proposito:

....Prevalentemente oggi il legno del salice viene utilizzato per la parte interna degli strumenti dagli zocchetti alle controfasce, ma anche qui la richiesta nasce dal fatto che molti tendono ad imitare gli antichi per allontanarsi dalla produzione industriale dove viene preferito l'abete.
In realtà il legno di salice di buona qualità ha la caratteristica che una volta ben stagionato acquista una bellissima colorazione opaca rosso intenso ed ha una resistenza alla trazione assai superiore dell'abete, tanto che è ben difficile osservare la rottura dello zocchetto superiore in strumenti dove esso è stato utilizzato.
Purtroppo il difficile è trovarne di buono e per far capire le difficoltà a cui va incontro un ricercatore che desiderasse trovarne riporto di seguito un episodio che mi è capitato alcuni anni orsono. Avevo adocchiato una fila di salici lungo un sentiero che avrebbe dovuto di lì a poco trasformarsi in una strada di scorrimento. Nel periodo di osservazione avevo pensato che gli alberi tutti vicini l'uno all'altro fossero della stessa specie o addirittura polloni della medesima pianta originaria. All'abbattimento avvenuto in inverno mi precipitai a fare scorta di legno scegliendo a caso pezzi adatti fra le varie piante. Durante l'operazione ebbi l'opportunità di osservare che i rami dell'ultima stagione erano di diversa colorazione da giallo intenso via via fino al rosso scuro da pianta a pianta. Al momento della lavorazione per iniziare la stagionatura constatai che ogni albero era diverso dall'altro, variando dal legno inutilizzabile color bianco latte fino ad un legno rossiccio ma non opaco e con riflessi che richiamavano alla memoria la buccia della cipolla, fino al legno di buona qualità.
Questo piccolo aneddoto per sconsigliare l'abbattimento di salici di grandi dimensioni al fine di usarli per il fondo e le fasce di strumenti di grandi dimensioni se non si è assolutamente sicuri della loro specie e quindi delle caratteristiche. Quasi sempre assente nella maggior parte dei casi è la marezzatura, anche sugli strumenti antichi, il che mi fa pensare che il salice sia tendenzialmente immune da quello che invece in altri alberi è assai frequente.
Ulteriore elemento di incertezza nasce dal fatto che nel salice gli alberi sono di sesso differente per cui non sono sicuro che l'albero maschio abbia le stesse caratteristiche di quello femmina. La resa sonora per violoncelli e contrabbassi è ottima e per me superiore nei confronti dell'acero pseudoplatanus."


Questo è tutto quello che dice, poi tratta di un mistero botanico, il "Salice gattone" o coda di gatto, anche altrimenti definito "Salice barbuto", specie probabilmente bellissima per l'utilizzo in liuteria, ma praticamente introvabile. Lui stesso ha solo visto in passato alcuni pezzi di legno di questa specie ma mai gli è stato possibile identificarlo materialmente in natura, almeno fino alla stesura del libro :(.
.
Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.

- Lino Santoro -
gustu
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Messaggio da gustu »

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<t>Vorrei integrare la discussione aggiungendo alcune informazioni sul genere “Salix
1972pianoman
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Messaggio da 1972pianoman »

Interessante Gustu. Grazie
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claudio
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Messaggio da claudio »

Ottimo intervento, magari si potrebbero associare i vari nomi latini a quelli comuni con cui oggi sono conosciuti comunente, anche se dai vari interventi ormai si dovrebbero capire le varie differenze. Confermo con sufficiente certezza che il salice più frequente oggi reperibile presso i fornitori sia proprio il salice bianco (salix alba), eccellente sotto tutti i punti di vista e viste le dimensioni dei tronchi, anche in grado di fornire fondi per violoncelli.

Per le controfasce e gli zocchetti ho comunque preferenza per il salice piangente e il salice rosso (quello delle vigne), perchè possiede una flessibilità straordinaria e le controfasce possono adattarsi all'interno delle casse senza bisogno di essere preventivamente bagnate e scaldate.
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Messaggio da Arca »

Bella! la discussione sul salice si è fatta molto interessante.
gustu
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Messaggio da gustu »

Eh si, i salici delle vigne.
la notizia che questi salici sono adatti anche per le controfasce per me è una buona notizia, il solo pensiero che ne siano rimaste un numero limitato e che potevano estinguersi mi dava una sensazione di disagio.
Queste varietà di salice non vengono moltiplicate da seme ma abitualmente da talea.
Abitando in collina posso vederne ancora in zona nei pressi delle vigne, taluni li usano ancora per legare i tralci delle viti, queste piante così capitozzate prendono una forma caratterisca e sono parte del paesaggio, i giovani rami in inverno prendono una bella colorazione lucida e rossiccia, difficile che passino inosservati se la neve o la brina fa da sfondo.
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