é una questione di transizione, lo spessore parte più alto al filetto e si assottiglia progressivamente fino al minimo per poi risalire, senza bruschi "gradini".lorenzo fossati ha scritto: ↑sabato 28 ottobre 2017, 15:20 a me spesso dicono che abbondo troppo con le sgusce (o sguscie? mi è sorto un atroce dubbio ) a scuola il maestro mi ha insegnato a fare una sguscia interna, che ricordo anche Claudio una volta ha notato dicendomi che gli spessori andrebbero fatti partire gentilmente e non con un tratto spigoloso come quello che lascia una sgorbia. ora, se uno vuole fare sguscia non pronunciata (mettiamo massimo 3 ma anche 3.25) come sembra sia la preferenza dei molti e far partire gli spessori gentilmente senza spigolature all'interno, non ho capito come si possa fare ad ottenere gli spessori al bordo di cui parlava Davide, e che anch'io seguo dai tempi della scuola (2 2.2 tavola con 2.7 sugli zocchetti e tra le c, 2.3 2.5 fondo con 3 sugli zocchetti e tra le c - misure per violino). a riguardo mi sono fatto mandare un articolo che non ho ancora avuto il tempo di leggermi che dovrebbe trattare proprio dell'argomento, uscito sulla newsletter della MVA
A seconda dell'ampiezza della sguscia il punto di minimo spessore si troverà più all'interno o più all'esterno verso il bordo.
Nell'era delle scansioni TAC questo dettaglio, una volta difficile da capire, è ora agli occhi di tutti, nessun gradino o "sguscia interna" vicino al bordo con buona pace dei maestri che insegnano in questo modo.....
Viola Amati della Galleria Estense (la quinta gialla sovrapposta non c'entra)
PS qual'è l'articolo di cui parli della MVA (Michigan Violinmaker Association)?