uto ughi è sicuramente uno dei piu grandi di questo secolo..
ma di lui si è gia detto troppo...l'unica cosa da sottolineare è che è un artista eccelso insuperabile per bellezza di suono fraseggio e cavata..
il suo intuito musicale è qualcosa di straordinario e sempre in linea con l'essenza della musica..
ecco forse il suo pregio migliore:è un musicista cioè colui che fà musica...
certo adesso ci sono dei riproduttori di musica che snocciolano le loro brave esecuzioni d'accademia o di cassetta...si guarderebbero bene di osare nelle loro interpretazioni qualcosa che non sia gia stato programmato e calcolato...
ma dove è l'anima?la fantasia?il carisma?le interpretazioni di oggi sono il frutto di un evoluzione che è dovuta a pochi non ai piu..(ricordate l'uso del vibrato introdotto nei passaggi di posizione da kreisler?si gridava allo scandalo allora ovv. di puristi benpensanti è pieno il mondo)
cmq per concludere in giro ormai c'è molta omologazione ad un concerto di ughi questa parola è un termine inesistente......
doriangray69 ha scritto:uto ughi è sicuramente uno dei piu grandi di questo secolo..
ma di lui si è gia detto troppo...l'unica cosa da sottolineare è che è un artista eccelso insuperabile per bellezza di suono fraseggio e cavata..
il suo intuito musicale è qualcosa di straordinario e sempre in linea con l'essenza della musica..
ecco forse il suo pregio migliore:è un musicista cioè colui che fà musica...
certo adesso ci sono dei riproduttori di musica che snocciolano le loro brave esecuzioni d'accademia o di cassetta...si guarderebbero bene di osare nelle loro interpretazioni qualcosa che non sia gia stato programmato e calcolato...
ma dove è l'anima?la fantasia?il carisma?le interpretazioni di oggi sono il frutto di un evoluzione che è dovuta a pochi non ai piu..(ricordate l'uso del vibrato introdotto nei passaggi di posizione da kreisler?si gridava allo scandalo allora ovv. di puristi benpensanti è pieno il mondo)
cmq per concludere in giro ormai c'è molta omologazione ad un concerto di ughi questa parola è un termine inesistente......
Sei un idolo! grande!!!
Sbalordito il diavolo rimase... quando comprese quanto osceno fosse il bene.<br>
Ho avuto parecchie occasioni di ascoltare Uto Ughi dal vivo, a cominciare da parecchi lustri orsono, e ne ho potuto apprezzare la musicalità. Ultimamente, però, talune sue esibizioni mi hanno non poco deluso per l'evidente scarsa preparazione, i cui effetti deleteri si sono sentiti perfino nell'intonazione. Recentemente Ughi ha eseguito un concerto nella mia città, insieme con i Solisti Veneti e, a quanto mi ha riferito un mio amico violinista di lungo corso, non è stato davvero entusiasmante, anche quanto a intonazione. Nessun dubbio: Uto Ughi è un comune mortale soggetto, come ogni altro, a momenti di défaillance: tuttavia credo che da un artista come lui si possa e, oserei dire, si debba pretendere un impegno più assiduo e una maggior resistenza alla tentazione di "vivere di rendita". Io farei i confronti con i grandi e non con i semplici "riproduttori di musica" (o solo di suoni?) di stucchevole accademia che a tutti noi è capitato di sentire con noia.
i grandi che ascolto io purtroppo nonci sono piu..magari poterlo fare..
cmq. meglio un ughi stonato come dici tu che un kavakos o un kremer che per sentirli devi fare uno sforzo di immaginazione...(suono davvero piccolo,accenti di velocita d'arco e vibrato ma nessun appoggio sulla corda..almeno una semiminima suanata da ughi è una semiminima reale non come fanno adesso una croma tanta velocità d'arco e niente suono!sai il solfeggio no?)
orecchiofino ha scritto:. ..io sì. e...cambiamo discorso.
Purtroppo non ho ancora trovato una interpretazione delle quattro stagioni di Vivaldi che mi soddisfi a pieno...
- Perché vuoi cambiare discorso? Ormai il polverone lo hai sollevato, la pace col forum la stai facendo, quindi perché non approfondisci?
- Il mio maestro è innamorato dell'interpretazione di Felix Ayo e, anche se io non l'ho ancora sentita, penso che valga la pena ascoltarla.
Io continuo imperterrito a ritenere che uno stonato non sia affatto "meglio", in ogni caso. Non ho mai sentito kavakos dal vivo; posso solo dire che, per quanto ho sentito in una registrazione, suona il 5° capriccio di Paganini col colpo d'arco scritto da Paganini stesso; come non fanno, invece, molti altri (Rabin, Perlman, Accardo, Mintz, ad esempio). Quanto a Kremer, l'ho sentito una volta in concerto e mi ha lasciato freddino; un'altra volta ho sentito in TV una sua interpretazione del concerto n. 3 k 216 di Mozart e ne fui scandalizzato. Sulla precisione esecutiva di molti concertisti si potrebbe aprire un interessante discorso a parte.
stringbrass ha scritto:Io continuo imperterrito a ritenere che uno stonato non sia affatto "meglio", in ogni caso.
Secondo me bisogna "quantificare": se uno ha un suono coinvolgente, ti rapisce per tutto il concerto ma magari butta dentro una stonatura e un fischio, penso che il bilancio sia ampiamente positivo: alla fine ti sei goduto il concerto ed esci soddisfatto, con il tuo animo più leggero e con la consapevolezza che l'uomo può essere grandissimo e rasentare la perfezione, che tuttavia non è umana.
Quando ascoltai Kavakos/Pace in una sonata di Beethoven (violino e pianoforte), il violino mi sembrò perfetto ma altrettanto freddo, gelido, noioso. La sensazione che ebbi fu... vuoto!
Quando ascolto lo stesso pezzo suonato da Zukerman/Baremboim in una registrazione dal vivo, è un'autentica gioia, un'esplosione di vitalità; il ritmo e l'interpretazione danno, immagino, il senso giusto a quello che Beethoven voleva esprimere.
E chi se ne frega se Zukerman tira l'arco storto o se il suono non è pulito al 100%?
nessuna offesa... (magari lui si potrà offendere io no di certo)
ciascuno la pensa a suo modo...
io la vedo così: può essere vero che ora "viva di rendita" o "balli nel manico", ma per vivere di rendita ora, ieri, a dovuto lavorare parecchio...
il nome, la fama e i fans non saltano fuori da un giorno all'altro e non saltano fuori per caso...
io credo che a pensare queste cose e, perchè no, a patirne sia lui per primo... ma forse mi sbaglio.
Buona notte a tutti
Su questo tuo ultimo messaggio, Orecchiofino, non mi trovo molto d'accordo:
a parte il fatto che Uto Ughi è da ritenere a tutti gli effetti un grande artista, bisogna anche considerare che essendo egli un musicista "nostrano", lo conosciamo meglio anche perchè ci capita di vederlo spesso dal vivo, in televisione, in radio, ecc ecc.
Non ho mai fatto i conti in tasca ad Uto Ughi, ma non credo che gli si possano attribuire le grandi ricchezze che tu gli attribuisci, soprattutto in relazione al fatto che egli toglierebbe lavoro ad altri grandi interpreti che hanno il solo torto di essere più giovani.
Questo è totalmente un altro discorso che riguarda esclusivamente la politica musicale in Italia, che è ben risaputo essere a livelli demenzialmente bassi.
E poi non è assolutamente vero che l'incostanza che si può rilevare nelle esecuzioni dal vivo di Uto Ughi, non si riscontri presso altri solisti di pari fama e bravura. Ricordo a titolo di esempio alcuni concerti di Shlomo Mintz, assolutamente da dimenticare: freddi e privi di alcuna attrattiva, oppure un Vengerov che è apparso qualche volta insipido, o anche un Bashmet stanco e impreciso.
Ricordo che questi solisti eseguono ogni anno un numero impressionante di concerti, spesso hanno sulle spalle ore estenuanti di viaggio, jet lag e non di rado qualche problemuccio di salute che impedisce loro di rendere al massimo.
Insomma, bisogna ricordare che abbiamo a che fare con esseri umani e che non possiamo pretendere la perfezione ad ogni costo, bensì dovremmo ricercare l'umanità di un musicista che in quel momento sta facendo il possibile per soddisfare se stesso e il proprio pubblico.
Abbiamo l'orecchio viziato dalle "perfette" registrazioni su CD, tanto da dimenticare il cosiddetto "fattore umano" e che ogni concerto, mi preme ripeterlo, ha sicuramente una sua liturgia, ma è essenzialmente un evento collettivo unico ed irripetibile che lega pubblico e musicista. Non è solo il musicista e il suo Stradivari a suonare, ma è anche il pubblico a possedere un suo suono e che il musicista stesso tenta di plasmare.
Purtroppo oggi sembra che la "perfezione" sia di moda nelle sale da concerto e si assiste sempre di più ad esecuzioni cristalline, anaffettive, che tendono ad isolarci nella nostra poltrona, tanto da snaturare la peculiare natura collettiva dell'evento concerto.
Io non credo che Uto Ughi sia sopravvalutato, egli è un musicista di grandissima esperienza, che può piacere o meno, che può incappare in una serata no, come pure in una serata di grazia, ma assolutamente non si può dire che egli non ami il suo pubblico e con questo reagisca secondo il suo sensibile temperamento di artista.