Porthos ha scritto:Claudio, e tutti gli altri:
per me la risposta sta sotto gli occhi di tutti, esattamente nel titolo del forum. Tutti (anche i non liutai) diciamo che una chitarra ha un bel timbro, che una tromba è squillante, che un sax è rauco, etc, ma solo per il violino parliamo di "voce".
Il violino attira perchè è come la voce umana. Può vibrare, essere delicata o decisa, suadente o imperiosa, e così via.
Naturalmente queste analogie possono essere fatte con molti strumenti (forse più di altri il sax) ma in nessun caso come il violino l'analogia può spaziare su tutti i registri, dal grave all'acuto, e su tutte le dinamiche, in modo (passatemi il termine) metasessuale (chi da un nome al suo violino lo da al maschile o al femminile?)
Senza rovinare la poesia, dirò che la cosa ha precisi riscontri fisici; c'è una risonanza sui 3000 Hz che cade esattamente sulla cosiddetta singers' formant, e diversi altri riscontri psicoacustici, incluso il vibrato.
Non so quanto ne fossero coscienti autori ed interpreti, ma se siamo qui a parlarne, gli effetti sono evidenti.
E' ciò che intendevo anch'io
Riguardo al violino come strumento del diavolo, dal canto mio ricordo il noto episodio del sogno di Tartini, ma sinceramente non saprei dire quando nacque l'associazione al demonio dello strumento.
Di certo il compiere arditezze sul violino con la mano sinistra, la mano del diavolo, potrebbe essere stato uno dei fattori che portò ad ascrivere certi virtuosismi come opere diaboliche.
Riguardo a Paganini e al presunto patto satanico del virtuoso genovese, le spiegazioni sono molteplici: innanzitutto almeno a partire da Tartini lo strumento era già associato al diavolo, e noto poi che Paganini non avesse un gran bel rapporto con le istituzioni ecclesiastiche. Alcune stranezze del virtuoso inoltre non fecero che alimentare le dicerie: si racconta infatti che amasse aggirarsi nei cimiteri per tenere concerti per i defunti.
Vi è poi da considerare il "fenomeno" Paganini, primo esempio di artista moderno che faceva andare in visibilio tutti i teatri d'Europa e che non era estraneo neppure dall'esercitare un certo fascino sulle signore. Anche questa sorta di attrazione magnetica non faceva che accreditare l'associazione con il diavolo. Infine l'aspetto di Paganini non era certo dei più solari: in una nota lettera, la contessa De La Motte Langhon ci ha lasciato un ritratto singolare dell'artista, descritto come una figura spettrale e lugubre. Nella stessa lettera la contessa confessa che dopo aver visto entrare sul palco quell'uomo il suo sguardo si diresse a guardargli subito i piedi per controllare che non fossero biforcuti.
Qualcuno sa quando si inizia ad associare il violino al demonio?
L'abilità non è richiesta, tutto ciò che è richiesto è perseveranza e applicazione!
Paganini a Camillo Sivori