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Dedicato a chi suona gli strumenti ad arco.
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gewa89
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Messaggio da gewa89 »

Sovente, sulle pagine di questo forum, sono comparse ansiose richieste di sostegno da chi ha deciso di iniziare lo studio dello strumento in non piu' tenera eta'. La domanda "e' troppo tardi per iniziare a suonare il violino", e' quella che piu' spesso viene posta. Tutti voi, giovani e non, avete confortato, spronato e incoraggiato con frasi quali: "Si puo' suonare a qualunque eta'", "l'unica cosa che conta e' l'impegno e la passione", consci, tuttavia, del fatto che prima si incomincia, meglio e', ma com'e' fatto il cervello di un musicista?
Lo studio di uno strumento e' un'esperienza motoria multisensiorale che richiede l'acquisizione di capacita' sensoriali, uditive, spazio- uditive, mnemoniche e quant'altro, che non sono assolutamente paragonabili ad una passaggiata nei campi per il nostro cervello. Per questo motivo musicisti professionisti vengono considerati oggetto di studio da una parte delle neuroscienze che cerca di mettere un po' di luce sulle capacita' plastiche della nostra corteccia cerebrale (quell'ammasso di ghirigori che per complessita' ci dovrebbe distinguere all'interno del Regno Animale).
Fino ad una ventina di anni fa, piu' o meno, si riteneva che il cervello fosse capace di modificarsi per lo piu' in eta' infantile, ma che successivamente si fermasse a filosofeggiare su questo o altro, attendendo paziente la morte fisiologica delle sue cellule, un po' come fa un fumatore di pipa, senza muoversi piu' molto, se non nella formazione di nuove connessioni tra le cellule o la scomparsa di altre.
Nel 1995, un gruppo di ricercatori dell' Universita' di Konstanz in Germania, mostro' che nel cervello di un violinista le zone della corteccia adibite al controllo dei movimenti delle dita della mano sinistra sono piu' estese che quelle dalla mano destra o quelle di chi non ha mai toccato uno strumento ad arco in tutta la sua vita. E' a noi tutti chiara la distinzione nella tipologia di movimenti tra mano sinistra e destra, e' qualcosa che vediamo tutti i giorni quando ci esercitiamo con il nostro strumento. Nella nostra corteccia le informazioni sensoriali che arrivano dalle diverse parti del corpo vengono raccolte in una striscia di materia grigia, di cui ogni zona si preoccupa di "sentire" le informazioni di una particolare zona del corpo. Poco prima di questa si trova un altra striscia di neuroni che controlla i movimenti volontari di diverse parti del corpo, con la stessa specificita' zonale dei loro parenti descritti sopra. La mappa che se ne ricava e' quella riportata sotto:

Immagine


Ovviamente al cervello poco importa di quanto sia estesa una parte del nostro corpo, quello che a lui interessa e' la complessita' e la quantita' di informazioni che da essa riceve o ad essa spedisce, ecco perche' alle mani, per esempio, viene dedicata tanta parte (per altre informazioni: http://it.wikipedia.org/wiki/Telencefalo). E' proprio in queste zone che sono andati a cercare i ricercatori tedeschi trovando le differenze descritte sopra. Non solo, ma scoprirono anche che l'area di controllo della mano sinistra del violinista varia nella sua estensione "anomala" a seconda dell'eta' a cui si inizia a suonare lo strumento (per la precisione e' maggiore in chi inizia intorno ai 13 anni rispetto a chi inizia intorno ai 20-25).
Negli anni si sono susseguiti vari studi che hanno utilizzato come cavie i nostri cari musicisti e che hanno messo in luce un numero elevato di aree cerebrali che differiscono per estensione o livelli di attivazione da coloro che non suonano uno strumento. Un dato mi ha incuriosito particolarmente, sembra che all'interno del mondo "musicisti" ciascuno sia maggiormente stimolato da suoni che provengono dallo strumento che suonano piuttosto che dagli stessi prodotti da strumenti differenti. Forse per questo motivo alcuni di noi sono maggiormente emozionati dal suono di un violino piuttosto che da quello di un fagotto, ma questa e' un'altra storia.
Il cervello dei musicisti e' capace di modificarsi, durante le ore i giorni e gli anni di studio, in risposta alle precise richieste e stimoli che vengono dall'arte del suonare. Quella riportata sotto e' un'immagine di confronto tra le due aree somato-motorie di un pianista e un violinista (rispettivamente a destra e a sinistra), dove si possono apprezzare le differenze di cui si parlava precedentemente.

Immagine

La parte interessante per noi, sono una serie di studi atti a dimostrare che la neuroplasticita' deriva dall'esercizio di una certa funzione, in cui e' stato confrontato il cervello di musicisti professionisti con quello di musicisti amatoriali (i due gruppi sono stati distinti in base alle ore di esercizio dedicate allo strumento). Anche chi non vive di musica, ma la pratica per tempi compatibili con un'altro lavoro, presenta le differenze possedute dai professionisti, sebbene in misura minore. E' questo fatto della "misura minore" che porta al concetto di neuroplasticita'. Il cervello si puo' modificare, si puo' potenziare in alcune aree cosi' come posso potenziare i miei bicipiti. Un'altro studio si e' poi concentrato sulle modificazioni che possono ritrovarsi in chi inizia a suonare lo strumento in eta' adulta (lo studio considera individui sopra i 20 anni…eta' in cui il nostro organismo e' considerato adulto, che poi non sia cosi' a livello psicologico…se volete ne parliamo in altra sede) e anche in questo caso il cervello si presenta capace di modellarsi in risposta alle nuove richieste potenziando e ampliando le aree necessarie.
Gli studi sulla plasticita' neuronale sono appena agli inizi e molte domande restano in attesa di soluzione, qui sono stati riportati esperimenti osservativi. Inoltre non bisogna dimenticare la grande complessita' che caratterizza lo splendido organo che e' il nostro cervello, cercando di evitare schematizzazioni o razionalizzazioni eccessive e ricordando che la ricerca scientifica e' solo una delle vie per comprendere. Cio' su cui volevo soffermarmi e' il concetto di plasticita' neuronale il quale e' ben noto nel mondo orientale dove viene praticata la meditazione, che costituisce un allenamento capace di apportare notevoli modificazioni nelle nostre capacita' cerebrali. La capacita' del nostro cervello di modificarsi lungo il corso dell' esistenza dovrebbe essere tenuta presente in qualunque campo della vita poiche' ci permette di modificare noi stessi, le nostre vie di pensiero, le nostre vie emozionali e forse farci vivere meglio.

Il cervello e' plastico e io auguro a tutti buona plasticita'.


Gewa

Nota: io non mi occupo di psichiatria, scienze cognitive o neuroscienze cliniche, il mio studio e' amatoriale e come tale suscettibile ad errore.

Nota: la scienza non aggiunge quasi mai nulla al buon senso comune, perdonatela.



Schlaug G, Norton A, Overy K, Winner E. Effects of music training on the child's brain and cognitive development. Ann N Y Acad Sci. 2005 Dec;1060:219-30

Kim DE, Shin MJ, Lee KM, Chu K, Woo SH, Kim YR, Song EC, Lee JW, Park SH, Roh JK. Musical training-induced functional reorganization of the adult brain: functional magnetic resonance imaging and transcranial magnetic stimulation study on amateur string players. Hum Brain Mapp. 2004 Dec;23(4):188-99.

Munte TF, Altenmuller E, Jancke L. The musician's brain as a model of neuroplasticity. Nat Rev Neurosci. 2002 Jun;3(6):473-8. Review.

Gaser C, Schlaug G. Brain structures differ between musicians and non-musicians. J Neurosci. 2003 Oct 8;23(27):9240-5

Elbert T, Pantev C, Wienbruch C, Rockstroh B, Taub E.Increased cortical representation of the fingers of the left hand in string players. Science. 1995 Oct 13;270(5234):305-7.
Ultima modifica di gewa89 il martedì 28 agosto 2007, 4:45, modificato 2 volte in totale.
martam
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Messaggio da martam »

Caspita! 8O :D
jordancollege
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Re: uno sguardo dentro

Messaggio da jordancollege »

Gewa,
un milione di grazie per qs topic. E' esattamente la ricerca di cui si era parlato tempo addietro.
Vorrei solo fare precisazioni rispetto a quanto da te riportato:
1 - si tratta di psicologia e di psicologia comportamentale. per lo più gli studi vengono condotti in questo senso. In genere si divaga partendo dai problemi del linguaggio/comunicazione. Poi per fortuna specialisti in neuroscience ci aiutano e gli psichiatra ci lavorano sopra.
2- nelle mie peregrinazioni ho sempre sentito parlare di string players come chiunque suona strumenti a corde. Ciò amplia un pochino la visuale: violino, viola, violoncello, etc... quindi anche le chitarre. In alcuni casi analizzati si parla solo esclusivamente di violin players, ma sono pochi. Non ho mai capito se i violinisti a disposizione fossero pochi o se si tratta di un baco in chi le ricerche le effettua, per questa ragione io avrei voluto fare una ricerca di nicchia proponendo test ai soli violin/viola/cello players.
Aiutami a correggere se ho infos errate.
Grazie ancora
jordan
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pupazza
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Messaggio da pupazza »

Caspita ragazzi è incerdibile!
Veramente interessante...la cosa mi ha fatto riflettere: io suono da quando ho 12 anni, e mi esercito minimo 1 h al giorno e massimo 4 o 5...il fatto di aver suonato sin da piccola può in qualche modo avermi aiutata nell'apprendimento? Ora non voglio fare assolutamente la sborona, non sono quel tipo di persona, però studio pochissimo e prendo sempre il massimo dei voti e questo è diciamo un dato di fatto. Inoltre la cosa che più m'incuriosisce è il fatto di riuscire a studiare qualsiasi materia con profitto. Ho sempre preferito la letteratura e la filosofia ma riesco tranquillamente a ragionare su quesiti di fisica e matematica soprattutto se sono teoremi.
Vi prego non prendetemi a male...non sono una secchiona!!
Io cmq non ho mai pensato che lo studio del violino possa avermi aiutata o meglio non ci ho mai fatto caso...è possibile invece che sia così?
francesca
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Messaggio da violinobenny »

molto interessante questo topic...
non ne so molto al riguardo ma seguirò attentamente la discussione..
violinobenny
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Gwyllion
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Messaggio da Gwyllion »

Quindi jela potemo fa'?!?!?
:lol:
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Messaggio da Giva »

8O
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aldeo
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Messaggio da aldeo »

Gewa, mi sà che devo cominciare a darti del "lei" :pray: :pray:
dice che l'età porta saggezza; la mia deve averla dimenticata da qualche parte!
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KanaryaLuna
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Messaggio da KanaryaLuna »

wow davvero interessante questa discussione 8O

Cmq nel caso si abbandoni lo strumento per parecchi anni cosa succede a questa modifica???Rimane, scompare o si riduce?
Immagine
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gewa89
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Messaggio da gewa89 »

Jordancollege, sapevo che avresti apprezzato e so che tu puoi approfondire ed ampliare l'argomento :wink:
Riguardo alla tua seconda precisazione, non ho ovviamente tutti i dati che tu possiedi. Tuttavia negli studi a cui ho dato uno sguardo si parla di musicisti che suonano strumenti ad arco. Lo studio iniziale del 1995 pone l'attenzione sul fatto che le dita della mano destra, impiegate nella tenuta dell'archetto, hanno un ruolo diverso da quelle della mano sinistra. Anche negli altri studi mi pare si riferiscano a chi suona uno strumento ad arco. Il punto pero' e' che tutti i musicisti presentano delle loro specializzazioni.

Pupazza, ti faccio i miei complimenti per la tua facilita' d'apprendimento, non posso dire nulla pero' sul fatto che questa possa essere collegata al fatto che hai iniziato a suonare da piccina. I collegamenti troppo semplici e immediati dovrebbero essere evitati quando si tratta di cervello. Considera che anch'io suonavo da piccina...ma ho sempre fatto una fatica tremenda a studiare :roll:

Aldeo, se lo fai veramente, giuro che non ti parlero' piu'...ecco...uffa... :lol: :lol:

P.S. Io ho solo letto e riportato, pensando potesse essere interessante.


Ciao
Violinesco
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Messaggio da Violinesco »

Grazie Gewa89, molto interessante.
Comunque - personalmente - ritengo che quello che viene appreso in tenera età non ha nulla a che vedere con quanto si apprende in età adulta.
Facendo riferimento allo studio del violino, sono convinto che se da bambino io avessi studiato le stesse ore che ho studiato da adulto, sicuramente starei molto più avanti nello studio di quanto non mi trovi ora. Ma proprio di molto!!!
Perchè il cervello di un bambino non è come quello di un adulto.
La capacità di apprendimento, di memoria, l'elasticità, non sono confrontabili.
Ci sono delle cose che ho studiato da bambino che ancora ricordo molto bene, mentre non ricordo nulla di concetti, discipline, argomenti che ho studiato con molta dedizione al corso di laurea.
Della mia tesi di laurea ad esempio non ricordo nulla.
Così come si forma il corpo da piccoli, così - entro certi limiti ovviamente -si forma anche il cervello.
Più stimoli intellettuali, logici, culturali, visivi, vengono forniti al bambino, più il suo cervello ha la possibilità di svilupparsi per quelle che sono le sue possibilità.
Poi c'è anche da considerare l'aspetto legato al periodo che vive lo studente o colui che apprende: un conto è apprendere qualcosa quando c'è mamma e papà che pensano a qualunque cosa della tua vita, un conto è fare la stessa cosa dopo otto ore di lavoro, con i panni da stirare, la pasta da preparare, la casa da pulire ... senza considerare poi i problemi più gravi della vita.
Io studio da sette anni con molta fatica il violino - dopo appunto 8 ore di lavoro pesante - e pur ritenendomi naturalmente predisposto per la musica e per questo strumento, non ho raggiunto nessun livello particolare ... non sarei in grado ad esempio di sostenere l'esame del V° anno di conservatorio ...
Con questo cosa voglio dire? ...
Che certo si può suonare e raggiungere dei buoni livelli anche in età adulta proprio per la duttilità del nostro cervello, ma se i miei avessero avuto l'idea di comprarmi un pezzo di legno bucato con quattro corde da piccolo, adesso sarebbe stata tutt'altra ... MUSICA!!!! :lol:
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KanaryaLuna
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Messaggio da KanaryaLuna »

Violinesco ha scritto:Grazie Gewa89, molto interessante.
Comunque - personalmente - ritengo che quello che viene appreso in tenera età non ha nulla a che vedere con quanto si apprende in età adulta.
si io sono daccordo.
Proprio per esperienza personale ho notato una dilatazione dei tempi di apprendimento (con una media di ore di studio uguale) tra quando ho iniziato a suonare (ad 8 anni) e gli anni successivi (dagli 11/12 in poi).
La velocità con cui apprendevo a quell'età ora mi sorprende.
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aldeo
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Messaggio da aldeo »

Concordo con i post precedenti, ma voglio sottolineare anche un altro aspetto delle differenze tra l'iniziare lo studio del violino in tenera età ed il farlo da grandi: è indubbio che la posizione delle mani nel violino (ma anche negli altri strumenti a corda) non é propriamente la più naturale e la più comoda; abituare le mani ad una posizione innaturale quando ancora le cartilagini ed i legamenti non hanno assunto la conformazione definitiva é sicuramente più agevole che non farlo quando la situazione strutturale delle mani é ormai quasi del tutto definitiva; parlo di mani, ma sicuramente anche gli altri elementi corporei interessati si comportano analogamente. Lo sforzo supplementare che il corpo adulto deve fare per adeguarsi a tali posizioni, anche se non viene sempre avvertito dall'interessato, non resta certamente senza conseguenze negative.
dice che l'età porta saggezza; la mia deve averla dimenticata da qualche parte!
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Messaggio da Violinesco »

aldeo ha scritto: (...) abituare le mani ad una posizione innaturale quando ancora le cartilagini ed i legamenti non hanno assunto la conformazione definitiva é sicuramente più agevole che non farlo quando la situazione strutturale delle mani é ormai quasi del tutto definitiva (...)
Giustissimo.
Un'aggiunta: il mio primo maestro che aveva iniziato a studiare all'età di sei anni, aveva i polpastrelli della mano sinistra completamente piatti ... !!! come se qualcuno ci avessa passato la pialla !!!
E poi il suo braccio sinistro era completamente e naturalmente ruotato senza nessuna tensione.
E' superfluo dirvi che suonava come un padreterno ...
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Lore75
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Messaggio da Lore75 »

gewa89 ha scritto:[...] La capacita' del nostro cervello di modificarsi lungo il corso dell' esistenza dovrebbe essere tenuta presente in qualunque campo della vita poiche' ci permette di modificare noi stessi, le nostre vie di pensiero, le nostre vie emozionali e forse farci vivere meglio.

Il cervello e' plastico e io auguro a tutti buona plasticita'.
Intanto grazie per il tuo bell'articolo :) Io però toglierei il "forse" e lo sostituirei con "sicuramente"!

Sono d'accordo sia con te che con Aldeo. Il fatto appunto è che se da un lato il suonare uno strumento o abituare l'orecchio ad ascoltare musica sicuramente sviluppa una parte del nostro cervello indipendentemente dall'età, lo sviluppo della parte fisica (le articolazioni, per esempio) e la capacità di memorizzazione sono invece fortemente dipendenti dall'età.
Però, nulla toglie al fatto che, come detto più volte e sostenuto da tutti noi, iniziare e perseverare nello studio di uno strumento non può che giovare alla nostra vita. Sicuramente!
"Vola solo chi osa farlo." (L. Sepulveda)
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