Porthos ha scritto: Ma (e qui viene il brivido) se ci fosse in quegli scienziati la pretesa di descrivere l'arte in termini di masse cerebrali, o di reti neuronali e sinapsi coivolte, sarebbe molto pericoloso (per l'arte, intendo; gli artisti dovrebbero essere "compatibili")
No Porthos, nessuno vuole spiegare l'Arte in termini di mera biologia...non ti proccupare. Una delle branche delle nueroscienze si pone l'obbiettivo di capire qualcosa su come funziona il nostro cervello a livello cognitivo. Di solito questo viene fatto studiando situazioni patologiche. Ad esempio chi si interessa alla percezione dello spazio alle volte studia pazienti affetti da neglect (
http://en.wikipedia.org/wiki/Hemispatial_neglect ), patologia che si ha dopo un danno alla corteccia cerebrale (di solito qualcosa come un ictus) e che crea problemi nella percezione dello spazio osservato nel lato opposto a dove avviene il danno. Lo studio sui musicisti, riportato nel post iniziale, ha lo scopo di mettere qualche piccolo tassello in piu', soprattutto sulle capacita' plastiche del nostro cervello in diverse eta' di sviluppo, ma niente di piu'.
Vorrei suggerire a tutti di guardare con maggiore semplicita' ai dati che il metodo scientifico espone , tenendo sempre ben presente che non ci sono risposte definitive, che tutto e' talmente complesso che si puo' solo dire un sembra.