Gocce d'Ambra
- Fabio_Chiari_liutaio
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Mah, Lino ti dirò, in tutta franchezza penso che la pirogenazione tolga all'ambra le caratteristiche che la contraddistinguono per cui a mio avviso non so se il gioco valga la candela, anche se ammetto che io queste prove le ho già fatte quindici anni fa e quindi è bene che ci si cimentino tutti.
<div>......chi va dietro altrui mai non gli passa innanzi.....(Michelagnolo Bonarroto fiorentino)</div><br>
Dipende da come la si cuoce l'ambra, se il processo è portato a compimento in modo corretto la resina è solo più scura e più friabile rispetto all'origine ed in grado di dare una delle vernici più belle e più funzionali in assoluto. Ovviamente bisogna anche saperla dare, perchè un conto è la vernice e un altro è la verniciatura.
andante con fuoco
Una domanda sicuramente difficile!
Per andare sul pratico e capire di più di questa materia, mi sto ponendo questo quesito:
abbiamo uno strumento appartenente all'epoca d'oro cremonese che sia stato verniciato con vernice all'ambra e che tuttora la mantenga in maniera congrua, visivamente?
Questo per capire materialmente con dati di fatto di cosa stiamo parlando e poter fare poi dei raffronti con altri strumenti dello stesso liutaio verniciati in modo diverso.
Come per dire: partiamo dall'osservazione reale e poi cerchiamo di capire meglio, se possibile, come sia stata utilizzata l'ambra anticamente nelle vernici!
Questo potrebbe essere un buon approccio, sempre perchè io penso che le basi dalle quali imparare siano le opere degli antichi, e credo che i loro insegnamenti debbano essere i primi a dover essere valutati, sbaglio?
Oppure quest'ambito è pochissimo esplorabile?
Per andare sul pratico e capire di più di questa materia, mi sto ponendo questo quesito:
abbiamo uno strumento appartenente all'epoca d'oro cremonese che sia stato verniciato con vernice all'ambra e che tuttora la mantenga in maniera congrua, visivamente?
Questo per capire materialmente con dati di fatto di cosa stiamo parlando e poter fare poi dei raffronti con altri strumenti dello stesso liutaio verniciati in modo diverso.
Come per dire: partiamo dall'osservazione reale e poi cerchiamo di capire meglio, se possibile, come sia stata utilizzata l'ambra anticamente nelle vernici!

Questo potrebbe essere un buon approccio, sempre perchè io penso che le basi dalle quali imparare siano le opere degli antichi, e credo che i loro insegnamenti debbano essere i primi a dover essere valutati, sbaglio?
Oppure quest'ambito è pochissimo esplorabile?

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Ricercare sopra tutto due cose: la verità e la bellezza.
- Lino Santoro -
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- edo
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Per quel che ne so io non è possibile stabilire se una vernice sia stata prodotta utilizzando ambra piuttosto che colofonia o sandracca.violino7 ha scritto:
abbiamo uno strumento appartenente all'epoca d'oro cremonese che sia stato verniciato con vernice all'ambra e che tuttora la mantenga in maniera congrua, visivamente?
Sarei però felice di essere smentito

ciao
edo
Fabio_Chiari_liutaio ha scritto:Mah, Lino ti dirò, in tutta franchezza penso che la pirogenazione tolga all'ambra le caratteristiche che la contraddistinguono per cui a mio avviso non so se il gioco valga la candela, anche se ammetto che io queste prove le ho già fatte quindici anni fa..................
Caro Fabio, quella che tu hai descritto per tua esperienza immagino sia stato un tentativo forse non proprio ben riuscito di pirogenazione. La quale pirogenazione è stato il problema di sempre per poter comporre la vernice all'ambra.
E' chiaro che ora questo "rischia" di non essere più un problema!
E' una svolta epocale.
io penso proprio che le nuove generazioni siano salve dal dover fare l'esperienza che tu hai fatto.Fabio_Chiari_liutaio ha scritto:................................... quindi è bene che ci si cimentino tutti.
Grazie alla tecnologia sempre più avanzata, alla luce del chiarimento di Claudio qui sopra, e complice l'interesse commerciale per le vernici di liuteria, evidentemente oggi la pirogenazione è sempre più calibrata sulla qualità del prodotto.
La svolta sta nel fatto che basta andare dal fornitore.......non c'è bisogno di andare sulle rive del fiume, ....a tentare poi!
Consideriamo appunto anche che tutti quei tentativi, a parte il tuo, mi sembra di aver percepito, in generale, non andassero poi tanto bene. Ovviamente serviva una altissima organizzazione di base.
In sostanza la questione è che oggi si è materializzata una resina di cui si sentiva tanto parlare, che era quasi una leggenda.
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- Lino Santoro -
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Vorrei sgombrare il campo da un possibile equivoco: io non penso che la vernice all'ambra sia la vernice di Stradivari (anche perchè nella sua carriera ne ha usate diverse e di diverse qualità), tuttavia nell'immaginario collettivo dei pittori e dei liutai la vernice all'ambra è sempre stata Araba Fenice, ossia un vero e proprio mito. Tuttavia il costo e la difficoltà di fusione della resina nell'olio di lino hanno sempre costretto gli artisti a "ripiegare" su altri materiali, tra cui la colofonia (modificata con ossidi metallici), la sandracca, la dammar, il mastice, che nelle varie epoche sono state usate sia dai pittori che dai liutai. Come ha osservato Edo, le differenze tra una vernice ad olio basata su colofonia ed una all'ambra non ci sono sostanziali differenze estetiche, ed anche quella alla sandracca fornisce pellicole eccellenti dal punto di vista estetico e funzionale. La differenza tra la colofonia e l'ambra, sta principalmente nel fatto che la prima fornisce vernici più fragili, mentre l'ambra è decisamente meno suscettibile ai graffi e agli urti, con il passare del tempo non cristallizza e conserva una buona elasticità. Una vernice all'ambra ben preparata sembra avere anche una migliore essiccazione rispetto alle altre. Una vernice all'olio basata sulla colofonia, una volta stesa sullo strumento, è sensibile all'alcool: questa è una caratteristica fondamentale posseduta in misura minore o maggiore dalle vernici antiche. Anche una vernice all'ambra è sensibile all'alcool, ma in misura minore rispetto a quella basata su colofonia.
Quando nel 1995, attraverso la mia interpretazione della frase di una lettera di Stradivari in cui si parla di vernice e della necessità di esporla al sole, non vi furono più dubbi che almeno in quell'occasione Stradivari abbia usato una vernice all'olio. Il passo per capire che si trattava di una vernice terpenica a base di colofonia (o sandracca), fu breve, perchè le uniche in grado di essere sensibili all'alcool. Questo lo dico perchè non mi risulta che prima del 1995 ci sia stato qualcun altro che abbia dimostrato, documenti alla mano, un legame tra la liuteria classica e le vernici ad olio che venivano usate nel mondo della pittura.
Da allora si sono succeduti studi e ricerche che hanno portato alla realizzazione di vernici ad olio che potessero essere impiegate con successo in liuteria. Nota bene che la vernice a base di colofonia ed olio non è mai stata definitivamente abbandonata dai liutai, ad esempio il padre di Lapo Casini la usava, ma aveva il problema di farla essiccare correttamente perchè ignorava il processo di cottura della colofonia con gli ossidi metallici (sali di calcio, zinco, ecc.). Inoltre c'era il grave problema della colorazione, perchè è noto che l'olio di lino ha una grande capacità di cambiarne o addirittura annullarne la tonalità originale in tempi brevi.
Oggi questi problemi sono stati in gran parte risolti, abbiamo visto che la vernice a base di colofonia modificata veniva usata nella produzione di giocattoli per bambini e mobili economici (vedi il libro di Turco), e per la colorazione si impiegano con successo non solo le alizarine (vedi Sacconi), ma anche altri pigmenti molto comuni nella pittura ad olio.
Arrivati a capire come usare e realizzare le ricette antiche delle vernici a base di colofonia modificata, sandracca e ambra, resta da capire il mistero della preparazione del legno, soprattutto per quello che riguarda la produzione stradivariana. Ma questo fortunatamente è un problema che aldilà di una sua risoluzione, può essere oggi affrontato in modi diversi, così come lo affrontarono diversamente i liutai classici. Infatti la preparazione del legno degli Amati sembra essere diversa da quella di Stradivari, e a sua volta ancora diversa da quella dei Guarneri, per cui il liutaio contemporaneo può sbizzarrirsi ad usare i metodi che ritiene più vicini agli esempi antichi.
Una svolta epocale? indubbiamente lo è, perchè usare con successo una vernice ad olio lontana dalle formulazioni ottocentesche e vicina a quelle che si ritrovano nei formulari e nei ricettari del 1400, 1500 e 1600, rappresenta un grande cambiamento rispetto al passato e al presente.
Quando nel 1995, attraverso la mia interpretazione della frase di una lettera di Stradivari in cui si parla di vernice e della necessità di esporla al sole, non vi furono più dubbi che almeno in quell'occasione Stradivari abbia usato una vernice all'olio. Il passo per capire che si trattava di una vernice terpenica a base di colofonia (o sandracca), fu breve, perchè le uniche in grado di essere sensibili all'alcool. Questo lo dico perchè non mi risulta che prima del 1995 ci sia stato qualcun altro che abbia dimostrato, documenti alla mano, un legame tra la liuteria classica e le vernici ad olio che venivano usate nel mondo della pittura.
Da allora si sono succeduti studi e ricerche che hanno portato alla realizzazione di vernici ad olio che potessero essere impiegate con successo in liuteria. Nota bene che la vernice a base di colofonia ed olio non è mai stata definitivamente abbandonata dai liutai, ad esempio il padre di Lapo Casini la usava, ma aveva il problema di farla essiccare correttamente perchè ignorava il processo di cottura della colofonia con gli ossidi metallici (sali di calcio, zinco, ecc.). Inoltre c'era il grave problema della colorazione, perchè è noto che l'olio di lino ha una grande capacità di cambiarne o addirittura annullarne la tonalità originale in tempi brevi.
Oggi questi problemi sono stati in gran parte risolti, abbiamo visto che la vernice a base di colofonia modificata veniva usata nella produzione di giocattoli per bambini e mobili economici (vedi il libro di Turco), e per la colorazione si impiegano con successo non solo le alizarine (vedi Sacconi), ma anche altri pigmenti molto comuni nella pittura ad olio.
Arrivati a capire come usare e realizzare le ricette antiche delle vernici a base di colofonia modificata, sandracca e ambra, resta da capire il mistero della preparazione del legno, soprattutto per quello che riguarda la produzione stradivariana. Ma questo fortunatamente è un problema che aldilà di una sua risoluzione, può essere oggi affrontato in modi diversi, così come lo affrontarono diversamente i liutai classici. Infatti la preparazione del legno degli Amati sembra essere diversa da quella di Stradivari, e a sua volta ancora diversa da quella dei Guarneri, per cui il liutaio contemporaneo può sbizzarrirsi ad usare i metodi che ritiene più vicini agli esempi antichi.
Una svolta epocale? indubbiamente lo è, perchè usare con successo una vernice ad olio lontana dalle formulazioni ottocentesche e vicina a quelle che si ritrovano nei formulari e nei ricettari del 1400, 1500 e 1600, rappresenta un grande cambiamento rispetto al passato e al presente.
andante con fuoco
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E' vero che non possiamo dire se Stradivari abbia utilizzato vernice all'ambra, però, stando al manoscritto di De Mayerne, scritto/raccolto tra il 1620 e il 1645, una vernice all'ambra viene descritta in un foglio intitolato "La vera vernice di liuti e viole".
In una nota a lato di un altro paragrafo dice che il Gentileschi (1593-1639) usava "qualche goccia di vernice all'ambra proveniente da Venezia, con cui si verniciano i liuti per far stendere il bianco ed addolcirlo facilmente, e far si che si secchi più presto".
Alla luce di questi scritti possiamo esser certi che la vernice all'ambra era ben conosciuta ed utilizzata all'epoca di Stradivari sia a Venezia che in Toscana.
ciao
edo
In una nota a lato di un altro paragrafo dice che il Gentileschi (1593-1639) usava "qualche goccia di vernice all'ambra proveniente da Venezia, con cui si verniciano i liuti per far stendere il bianco ed addolcirlo facilmente, e far si che si secchi più presto".
Alla luce di questi scritti possiamo esser certi che la vernice all'ambra era ben conosciuta ed utilizzata all'epoca di Stradivari sia a Venezia che in Toscana.
ciao
edo
Senza alcuna ombra di dubbio.edo ha scritto:E' vero che non possiamo dire se Stradivari abbia utilizzato vernice all'ambra, però, stando al manoscritto di De Mayerne, scritto/raccolto tra il 1620 e il 1645, una vernice all'ambra viene descritta in un foglio intitolato "La vera vernice di liuti e viole".
In una nota a lato di un altro paragrafo dice che il Gentileschi (1593-1639) usava "qualche goccia di vernice all'ambra proveniente da Venezia, con cui si verniciano i liuti per far stendere il bianco ed addolcirlo facilmente, e far si che si secchi più presto".
Alla luce di questi scritti possiamo esser certi che la vernice all'ambra era ben conosciuta ed utilizzata all'epoca di Stradivari sia a Venezia che in Toscana.
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Io prenderei con le molle le ricette riportate nei ricettari dal medioevo a tutto il 700, anche perchè le denominazioni sono assai spesso causa di equivoci e lo dico con cognizione di causa in quanto le stesse resine oltre ad essere chiamate con nomi diversi nei vari porti d'arrivo alle volte invece erano resine diverse chiamate con lo stesso nome. Ho una serie di pubblicazioni di epoche diverse dove vengono elencati i diversi nomi e le diverse caratteristiche di resine e coloranti che fanno capire la difficoltà a inquadrare certe sostanze in maniera sicura. Addirittura esistono lettere dove si asserisce che un curatore di strumenti di un conservatorio nella prima metà dell'800 con tanto di nome e cognome aveva trovato un metodo per sciogliere l'ambra a freddo, ma poi nient'altro. Detto questo io prendo atto di tutti i punti di vista possibili, anche se alle volte alcuni mi sembrano, come dire, un pò tirati per i capelli. Se in ogni caso mi si chiede se ritengo che sia esistita una vernice all'ambra del Baltico sciolta in olio in passato rispondo di si, se altresì mi si chiede se ritengo che Stradivari o i classici in generale l'abbiano usata rispondo alla luce dei pochissimi strumenti originali poco rimaneggiati visibili, secondo me no.
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Questo è verissimo, infatti è uno dei primi scogli da superare quando si cominciano a studiare queste vecchie ricette, e a volte non è superabileFabio_Chiari_liutaio ha scritto:Io prenderei con le molle le ricette riportate nei ricettari dal medioevo a tutto il 700, anche perchè le denominazioni sono assai spesso causa di equivoci e lo dico con cognizione di causa in quanto le stesse resine oltre ad essere chiamate con nomi diversi nei vari porti d'arrivo alle volte invece erano resine diverse chiamate con lo stesso nome.

Ho scannerizzato due pagine dall'introduzione della edizione italiana del De Mayerne e le ho messe qui:
http://www.scribd.com/doc/61517965?secr ... s4542g3aj0
sembra che in questo caso si parli proprio dell'ambra come la intendiamo noi.
ciao
edo
Fialmente ho fatto la vernice all'ambra.
Olio di lino del miglior coloraro di Roma, ambra pirogenata polverizzata, disciolta facilmente a caldo senza problemi. All'inizio un po' troppo liquida ho riscaldato nuovamente ed ho aggiunto un altro po' di ambra pirogenata.
Consistenza di adesso quella di un miele non molto denso.
Diluita con un po' di trementina e stesa su un pezzo di plexiglass che uso per le prove (così con un foglio bianco sotto vedo quanto è colorata la vernice).
Ora sono dieci giorni (dei quali gli ultimi due freddini ma i primi otto a 34 gradi) che la vernice sta lì e non accenna a seccarsi.
Cosa sarà? Ho supposto che la vernice base debba essere molto più densa così che si possa usare più trementina per renderla stendibile.
Pensate possa essere questo il problema e la soluzione?
Olio di lino del miglior coloraro di Roma, ambra pirogenata polverizzata, disciolta facilmente a caldo senza problemi. All'inizio un po' troppo liquida ho riscaldato nuovamente ed ho aggiunto un altro po' di ambra pirogenata.
Consistenza di adesso quella di un miele non molto denso.
Diluita con un po' di trementina e stesa su un pezzo di plexiglass che uso per le prove (così con un foglio bianco sotto vedo quanto è colorata la vernice).
Ora sono dieci giorni (dei quali gli ultimi due freddini ma i primi otto a 34 gradi) che la vernice sta lì e non accenna a seccarsi.
Cosa sarà? Ho supposto che la vernice base debba essere molto più densa così che si possa usare più trementina per renderla stendibile.
Pensate possa essere questo il problema e la soluzione?
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Credo che il problema sia questo, almeno a me è successa la stessa cosa. Non si trattava di ambra ma colofonia, la vernice era troppo liquida ed ho aggiunto colofonia in una cottura successiva e la vernice non seccava per niente.famar ha scritto:Fialmente ho fatto la vernice all'ambra.
Olio di lino del miglior coloraro di Roma, ambra pirogenata polverizzata, disciolta facilmente a caldo senza problemi. All'inizio un po' troppo liquida ho riscaldato nuovamente ed ho aggiunto un altro po' di ambra pirogenata.
Non penso una vernice si possa fare in due cotture successive, deve essere buona la prima.
ciao
edo
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Claudio, finalmente ho trovato il coraggio di chiedertelo...Il passo per capire che si trattava di una vernice terpenica a base di colofonia (o sandracca)
Ma come si fa la vernice alla sandracca in olio.
Ho provato qualche settimana fa. Ho fatto sciogliere la sandracca e l'ho portata ad una temperatura di 220°C (mi ha anche preso fuoco), dopodichè l'ho lasciata raffreddare, l'ho frantumata nuovamente e l'ho aggiunta ad olio di lino cotto caldo (circa 200°C).
La vernice sembrava fosse venuta bene, ma quando la temperatura si è abbassata la resina è venuta fuori dall'olio.
Cosa ho sbagliato?
