Antichizzazione dei violini moderni
Nel caso dei liutai che sono specializzati nella costruzione degli strumenti ad arco non si può parlare di puro conservatorismo, in quanto quello che c'era da conservare è stato a suo tempo buttato via senza troppa lungimiranza per il futuro. Cremona è stata la città dei grandi liutai, ma ha avuto una pessima memoria del suo passato: dopo la morte di Stradivari e di Bergonzi la liuteria a Cremona a conosciuto un declino inarrestabile, perdendo in modo irrimediabile quelle caratteristiche che l'hanno resa unica. Non si tratta solo della famosa vernice, ma proprio dello stile complessivo e delle procedure di lavorazione degli strumenti. Tanto è vero che oggi un violino barocco siamo in grado di costruirlo per deduzione, non certo per testimonianza diretta con il passato.
In seguito l'opera di demolizione è stata completata con la distruzione della già rovinata Chiesa di San Domenico ove erano conservate le spoglie di Antonio Stradivari e i suoi eredi, per passare poi alla cancellazione completa del quartiere ove vissero e lavorarono gli antichi liutai, per dare posto alla discutibile galleria XXV Aprile, indelebile ricordo dell'era fascista.
Ma la tradizione è dura da cancellare perchè essa si divide e ramifica in molti substrati che vanno individuati e compresi. Questo è il lavoro del liutaio moderno: individuare gli antichi procedimenti in uno sforzo costante di ricerca nel passato. Ad esempio, chi avrebbe mai immaginato che la vernice degli antichi liutai venisse usata fino a tutti gli anni '60 per verniciare giocattoli economici in legno? Eppure dall'epoca della liuteria classica fino ad oggi sono stati versati fiumi ed oceani d'inchiostro sulle antiche vernici, quasi sempre senza dar mai prova di attendibilità.
Anche oggi, che abbiamo migliorato di molto i nostri metodi di ricerca, abbiamo ancora molti "studiosi" che pubblicano costosi libri e che riportano ricette anche attendibili, ma completamente disancorate rispetto ad un contesto. In archeologia è ben risaputo che il valore del reperto è fondamentale quando esso proviene da uno strato che è stato identificato. Il monile d'oro che viene trovato in superficie, quindi fuori dallo strato, per lo studioso non ha praticamente nessun valore. Paradossalmente, dal punto di vista della ricerca, un frammento di "vile" ceramica ha più valore di una fibula d'oro massiccio, se il detto frammento proviene da una stratigrafia precisa e indica in modo attendibile la cronologia e gli eventi succedutisi nel tempo.
Nel tempo tutti si sono affannati di andare alla ricerca della ricetta magica, piuttosto di andare a capire il contesto culturale e la cultura materiale delle varie epoche. Io a suo tempo ho iniziato con lo studio dei manuali di pittura e da lì, giorno dopo giorno, sono arrivato alla vernice destinata ai giocattoli economici di legno. Le tradizioni antiche è difficile cancellarle del tutto, esse sopravvivono spesso nei nostri atti quotidiani nel nostro linguaggio.
Ciò detto, io non mi ritengo difensore o depositario del "passato", piuttosto mi definisco un ricercatore che contribuisce a preparare il cammino alle generazioni future. Sempre che in futuro si riescano a conservare in modo sano le nostre foreste di abeti.
Ma sarebbe sbagliato pretendere che noi liutai moderni si costruisca i violini con lo stesso stile degli antichi, perchè ogni liutaio è figlio della sua epoca ed è quindi irripetibile.
In seguito l'opera di demolizione è stata completata con la distruzione della già rovinata Chiesa di San Domenico ove erano conservate le spoglie di Antonio Stradivari e i suoi eredi, per passare poi alla cancellazione completa del quartiere ove vissero e lavorarono gli antichi liutai, per dare posto alla discutibile galleria XXV Aprile, indelebile ricordo dell'era fascista.
Ma la tradizione è dura da cancellare perchè essa si divide e ramifica in molti substrati che vanno individuati e compresi. Questo è il lavoro del liutaio moderno: individuare gli antichi procedimenti in uno sforzo costante di ricerca nel passato. Ad esempio, chi avrebbe mai immaginato che la vernice degli antichi liutai venisse usata fino a tutti gli anni '60 per verniciare giocattoli economici in legno? Eppure dall'epoca della liuteria classica fino ad oggi sono stati versati fiumi ed oceani d'inchiostro sulle antiche vernici, quasi sempre senza dar mai prova di attendibilità.
Anche oggi, che abbiamo migliorato di molto i nostri metodi di ricerca, abbiamo ancora molti "studiosi" che pubblicano costosi libri e che riportano ricette anche attendibili, ma completamente disancorate rispetto ad un contesto. In archeologia è ben risaputo che il valore del reperto è fondamentale quando esso proviene da uno strato che è stato identificato. Il monile d'oro che viene trovato in superficie, quindi fuori dallo strato, per lo studioso non ha praticamente nessun valore. Paradossalmente, dal punto di vista della ricerca, un frammento di "vile" ceramica ha più valore di una fibula d'oro massiccio, se il detto frammento proviene da una stratigrafia precisa e indica in modo attendibile la cronologia e gli eventi succedutisi nel tempo.
Nel tempo tutti si sono affannati di andare alla ricerca della ricetta magica, piuttosto di andare a capire il contesto culturale e la cultura materiale delle varie epoche. Io a suo tempo ho iniziato con lo studio dei manuali di pittura e da lì, giorno dopo giorno, sono arrivato alla vernice destinata ai giocattoli economici di legno. Le tradizioni antiche è difficile cancellarle del tutto, esse sopravvivono spesso nei nostri atti quotidiani nel nostro linguaggio.
Ciò detto, io non mi ritengo difensore o depositario del "passato", piuttosto mi definisco un ricercatore che contribuisce a preparare il cammino alle generazioni future. Sempre che in futuro si riescano a conservare in modo sano le nostre foreste di abeti.
Ma sarebbe sbagliato pretendere che noi liutai moderni si costruisca i violini con lo stesso stile degli antichi, perchè ogni liutaio è figlio della sua epoca ed è quindi irripetibile.
Era una vernice a base di olio di lino e colofonia indurita alla calce, usata fin dalla notte dei tempi. Il problema è che i produttori moderni di questa vernice non avevano una pallida idea del fatto che essa veniva usata comunemente in antichità e quei liutai moderni che la conoscevano la producevano e la usavano impropriamente, in quanto non conoscevano l'uso della calce per abbassare l'elevata acidità della colofonia e non conoscevano nemmeno l'uso della luce solare per promuoverne una corretta essiccazione. Inoltre essendo l'olio di lino un noto "mangiacolori" questo genere di vernice ha sempre rappresentato un problema per la colorazione, in quanto era spesso ignorato quali fossero le sostanze coloranti da usare senza inconvenienti. Tra queste ricordo l'alizarina, il nero fumo, la radice di alkanna, l'asfalto, ecc.andrea69 ha scritto:Claudio, scusa la mia ignoranza: che vernice è quella dei giocattoli economici di legno?
Ricordo anche che spesso nei manuali di pittura dell'antichità che ci sono pervenuti, si fa quasi sempre menzione di quali coloranti usare per una certa tecnica pittorica.
- licuti
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Confermi quanto dicevo (in troppa sintesi, o "in nuce") nel post precedente.claudio ha scritto: Ciò detto, io non mi ritengo difensore o depositario del "passato", piuttosto mi definisco un ricercatore che contribuisce a preparare il cammino alle generazioni future. Sempre che in futuro si riescano a conservare in modo sano le nostre foreste di abeti.
Ma sarebbe sbagliato pretendere che noi liutai moderni si costruisca i violini con lo stesso stile degli antichi, perchè ogni liutaio è figlio della sua epoca ed è quindi irripetibile.
Ovviamente le tradizioni utili, per essere tali, devono essere tramandate o riscoperte e pochi perdono il tempo necessario per farlo.
Di artigiani/artisti di questa fatta ce ne sono, pochi, ma ce ne sono.
Inciso su Cremona: ricordiamoci che è terra di vacche, maiali e mais. Non per insultare nessuno, anzi, ma lo spostamento degli interessi verso attività più remunerative è un dato di fatto.
D'altronde i primi liutai a Cremona dell'era contemporanea (Morassi per dirne uno) non sono affatto cremonesi.
E' antitetico quello che dici, non ci si può occupare del futuro senza aver compreso bene il passato.TND-storm ha scritto:Il discorso di Claudio sull'evoluzione del sapere in questo campo mi ha fatto riflettere...
Anzichè occuparsi della ricerca di un sapere perduto, perchè non impegnarsi nella ricerca di nuove conoscenze?
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Verissimo, non intendevo dire di lasciar perdere il passato e ricominciare da capo.
Non mi ricordo dove ho letto una frase che suonava tipo: "Se Stradivari e Guarnieri si svegliassero ora direbbero: <Avete avuto 300 anni e state ancora facendo questo?!?>" (una firma di qualche utente? Una pubblicità? boh...)
Se la memoria non mi inganna la frase era intesa positivamente, come dire "Faccio strumenti così simili a quelli di Stradivari e Guarnieri che se li vedessero...".
Mi sono però chiesto: se si riuscisse a replicare fedelmente uno Stradivari, sarebbe così positivo?
Indubbiamente, visto come sono apprezzate le opere di questi maestri, vorrebbe dire ottenere strumenti di eccezionale qualità.
Quello che mi chiedo però è: non si può fare di meglio?
Non mi ricordo dove ho letto una frase che suonava tipo: "Se Stradivari e Guarnieri si svegliassero ora direbbero: <Avete avuto 300 anni e state ancora facendo questo?!?>" (una firma di qualche utente? Una pubblicità? boh...)
Se la memoria non mi inganna la frase era intesa positivamente, come dire "Faccio strumenti così simili a quelli di Stradivari e Guarnieri che se li vedessero...".
Mi sono però chiesto: se si riuscisse a replicare fedelmente uno Stradivari, sarebbe così positivo?
Indubbiamente, visto come sono apprezzate le opere di questi maestri, vorrebbe dire ottenere strumenti di eccezionale qualità.
Quello che mi chiedo però è: non si può fare di meglio?
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PS: non fraintendetemi, il mio ragionamento ha a che fare con il concetto di "evoluzione" della tecnica costruttiva.
Alla fine l'unica cosa che conta (o almeno, l'unica cosa che dovrebbe contare) è la qualità del suono dello strumento.
Anche ammesso che si possa conoscere con esattezza COME veniva svolto ogni minimo passaggio della costruzione di uno strumento all'epoca dei grandi maestri, a che serve se non si sa ad esempio il PERCHE'?
Alla fine l'unica cosa che conta (o almeno, l'unica cosa che dovrebbe contare) è la qualità del suono dello strumento.
Anche ammesso che si possa conoscere con esattezza COME veniva svolto ogni minimo passaggio della costruzione di uno strumento all'epoca dei grandi maestri, a che serve se non si sa ad esempio il PERCHE'?
Il nostro compito di costruire strumenti basandosi sulla ricerca ragionata delle tecniche del passato significa anche porre le basi per un futuro, probabilmente le generazioni future conosceranno l'evoluzione, per ora i tempi non sono ancora maturi. Bisogna anche ricordare che non c'è evoluzione degli strumenti se non c'è evoluzione nella musica e che tutti gli strumenti classici nacquero come "barocchi" e già dalla seconda metà del '700 conobbero un processo di trasformazione "alla moderna" che li adattava ai nuovi repertori musicali.
Sotto certi punti di vista il violino ha avuto la sua evoluzione nei violini elettrici senza cassa armonica, anche se non vengono impiegati nella musica classica.
Sotto certi punti di vista il violino ha avuto la sua evoluzione nei violini elettrici senza cassa armonica, anche se non vengono impiegati nella musica classica.