claudio ha scritto:qualche settimana fa ho avuto una interessante conversazione con un collega spagnolo, tra l'altro titolare di questo sito:
http://www.oldwood1700.com/
Questo mi ha dato agio di tastare un pò il polso della situazione delle attuali conoscenze e mi pare che non ci sia molto di nuovo da una decina d'anni a questa parte.
Posseggo il libro di Peluzzi, ma a mio parere esso va preso con le molle, perchè oltre a molte imprecisioni, non sono state rintracciate fino a questo momento le fonti da lui citate. Cmq gli va dato atto che ha formulato teorie di qualche interesse e che ha gettato una nuova luce sulla liuteria. Lo scopo eminente della preparazione del legno è quello essenziale di impermeabilizzare il legno onde non venisse macchiato dalla vernice colorata. In antico sono stati prodotti anche strumenti con vernice applicata direttamente al legno e infatti il legno sottostante appare macchiato, in ogni caso la vernice applicata in tal modo non possiede le qualità estetiche di quelli cremonesi.
La preparazione del legno, come dovettero scoprire Stradivari e compagni, fungeva da vero e proprio fondo riflettente e come tale il legno sottostante doveva possedere una superficie "pulita" e priva di "pelo". Per questo motivo in liuteria la carta vetrata è usata abbastanza raramente.
L'uso di silicato di potassio è improbabile perchè anche se venisse in qualche modo isolato, così come afferma Sacconi, esso non dà assoluta garanzia di stabilità nel tempo. Mentre gli strumenti antichi mi sembrano che abbiano dato brillantemente superato la prova del tempo.
Nessuno per ora sa come Stradivari procedesse per la verniciatura, e anche se sappiamo che egli variò molto le sue vernici durante la sua carriera, poco o niente sappiamo ancora della preparazione del legno.
L'influenza sul suono da parte della preparazione è tutto in fase di dibattito, ma se è vero come è vero che una buona preparazione non può rendere buono un violino cattivo, è anche vero che può rendere migliore un buon violino. Spesso le differenze di suono tra un violino e l'altro vengono misurate sugli armonici e sulla sensibilità delle orecchie dell'uditorio. Sicuramente una buona preparazione fa sì di ottimizzare il suono del proprio strumento e di metterne a fuoco il suono, così pure ad evidenziare gli armonici, ma stabilire come e quanto ciò possa succedere è cosa ardua. Io posso affermare che con le mie preparazioni a base di colla animale o di chiara d'uovo, ho ottenuto miglioramento della capacità di proiezione del suono, ma i risultati estetici delle mie vernici non so paragonabili a quelle dei migliori esempi di vernici antiche, semplicemente perchè sono diversi. Lo scopo di una preparazione è quello che il liutaio impara usandola nel tempo: non è solo questione di indurire la tavola armonica, perchè se si sono sbagliate le bombature, la loro combinazione e gli spessori, anche la preparazione migliore risulterà inutile.
E poi, riguardo alle preparazioni usate da Stradivari, c'è un altro problema:
i liutai che costruiscono solo strumenti nuovi non hanno molte possibilità di esaminare a lungo gli strumenti originali. Questa è una prerogativa quasi esclusiva di alcuni restauratori, che, come è noto, svolgono l'attività di riparatori. Questo è importante tenerlo presente, perchè le due attività di liutaio e restauratore, sono diversissime, anche se compatibili. Un restauratore non è detto che sappia costruire bene strumenti nuovi, così come un liutaio non è affatto detto che sappia restaurare uno strumento.
Costruire solo strumenti nuovi, come faccio io e altri liutai come Bissolotti di Cremona, significa necessariamente un lavoro dedicato quotidianamente all'affinamento delle qualità dei nostri strumenti, e questo esercizio ormai ce lo portiamo incessantemente avanti da decine di anni.
Guarneri del Gesù sembra che abbia usato una procedura di verniciatura diversa da Stradivari, così come diverse furono le verniciature degli Amati, il loro carattere comune era rappresentato dalla "pasta", quindi dalla consistenza della vernice.
Attualmente è molto più facile verniciare un violino e dargli un'apparenza simile ad un violino di GdG, piuttosto che ad uno Stradivari, perchè finora io non ho visto ancora nessuno strumento nuovo che avesse una specie di filigrana dorata quasi come sospesa nello strato di vernice. Anche se, non tutti gli Stradivari furono verniciati in questo modo, ma molti se osservati alla luce incidente vedono "accendersi" la vernice lasciando intravedere un'alternanza tra sfumature rosse e dorate. E non c'è tempo che regga: un simile fenomeno non può essere stato generato solo dalla ossidazione dei componenti della vernice e della preparazione, una cosa del genere non può essere casuale.
Oggi anche noi produciamo bellissime vernici, ma il procedimento è ancora diverso da quello degli antichi (per ora).
Vernice ad alcool (sospensioni)
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Bravo!!!
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E' vero, ma è perchè sono fondamentalmente timido e poco rompiscatole ( almeno credo ....e spero)claudio ha scritto:Edo, il difficile alle volte è saper chiedere![]()
Devo dire invece, a mia parziale smentita che molte volte, quando ho chiesto, l'aiuto l'ho avuto, specialmente qui.
Ma ora siamo troppo OT....torniamo a parlare di vernici, che ultimamente sono il mio cruccio più grande

Ciao
edo
Andrea69, vedi, la maggior parte dei violini antichi che tu hai citato sono ormai più frutto del lavoro dei restauratori, che del liutaio che originariamente li ha costruiti. Questo forse non è necessariamente vero per la cassa armonica, ma per la vernice probabilmente sì. Questi strumenti sono ormai usati da circa 3 secoli e ne hanno passate di tutti i colori, tra queste vicende spicca sicuramente l'impressionante numero di lucidature e ritocchi della vernice, che spesso solo una buona lampada di Wood può rivelare.
In specie i Guarneri del Gesù, vedono la loro superficie consunta ricoperta di un sottile strato di gommalacca, tanto per non lasciare il legno nudo in preda agli attacchi del tempo e dell'atmosfera. Anche le tavole armoniche, le cui venature una volta spiccavano bene in rilievo, rivelando un sapiente uso delle rasiere dell'epoca, oggi appaiono come superfici "over polished" (superlucidate), brillantissime e con la venatura ormai bene in fondo, il cui rilievo è stato ormai definitivamente e da tempo cancellato.
E' difficile giudicare le vernici antiche da questo genere di strumenti.
Ma anche qui, ovviamente esistono eccezioni: una di queste sicuramente e il violino Lady Blunt di Stradivari, che secondo me reca uno dei migliori esempi di vernice antica in tutto il suo intatto splendore.
Ma anche il violoncello Cristiani che si può ammirare a Cremona ha ancora moltissima vernice originale, peccato solo che la sala sia in condizioni proibitive di luce e che alcune persone dal comportamento molto sgarbato ti impediscano di fare foto anche senza flash e senza nemmeno avvicinarsi troppo alle vetrine.
A questo proposito voglio ricordare, come da miei recenti contatti con l'Ashmolean Museum di Oxford, è qui possibile visitare la meravigliosa saletta Hill in cui sono conservati un cospicuo numero di violini antichi e che si possono fotografare tranquillamente, senza che nessuno venga ad aggredirti in malo modo facendo valere un discutibile principio di autorità.
Sembra banale, ma gli inglesi hanno pensato i loro musei per servire la gente, qui in Italia i musei sono diventati macchine per fare soldi. Alla faccia della cultura e della passione disinteressata.
Scusate lo sfogo, ma a volte sentirmi straniero a casa mia mi irrita non poco.
In specie i Guarneri del Gesù, vedono la loro superficie consunta ricoperta di un sottile strato di gommalacca, tanto per non lasciare il legno nudo in preda agli attacchi del tempo e dell'atmosfera. Anche le tavole armoniche, le cui venature una volta spiccavano bene in rilievo, rivelando un sapiente uso delle rasiere dell'epoca, oggi appaiono come superfici "over polished" (superlucidate), brillantissime e con la venatura ormai bene in fondo, il cui rilievo è stato ormai definitivamente e da tempo cancellato.
E' difficile giudicare le vernici antiche da questo genere di strumenti.
Ma anche qui, ovviamente esistono eccezioni: una di queste sicuramente e il violino Lady Blunt di Stradivari, che secondo me reca uno dei migliori esempi di vernice antica in tutto il suo intatto splendore.
Ma anche il violoncello Cristiani che si può ammirare a Cremona ha ancora moltissima vernice originale, peccato solo che la sala sia in condizioni proibitive di luce e che alcune persone dal comportamento molto sgarbato ti impediscano di fare foto anche senza flash e senza nemmeno avvicinarsi troppo alle vetrine.
A questo proposito voglio ricordare, come da miei recenti contatti con l'Ashmolean Museum di Oxford, è qui possibile visitare la meravigliosa saletta Hill in cui sono conservati un cospicuo numero di violini antichi e che si possono fotografare tranquillamente, senza che nessuno venga ad aggredirti in malo modo facendo valere un discutibile principio di autorità.
Sembra banale, ma gli inglesi hanno pensato i loro musei per servire la gente, qui in Italia i musei sono diventati macchine per fare soldi. Alla faccia della cultura e della passione disinteressata.
Scusate lo sfogo, ma a volte sentirmi straniero a casa mia mi irrita non poco.
Concordo in pieno, a Cremona sono 4 cafoni che prenderei a calci volentieri.
Non si può questo, vietato quest'altro, guai se ti porti dietro il tuo violino in custodia (e poi perchè, visto che non mi metto a suonare ne il mio ne lo Stradivari in quel salone...ma bisogna lasciarlo incustodito alla mercè di chiunque...).
Infatti saranno 15 anni che non metto più piede in Comune a Cremona, e credo che continuerò a non andarci.
Non si può questo, vietato quest'altro, guai se ti porti dietro il tuo violino in custodia (e poi perchè, visto che non mi metto a suonare ne il mio ne lo Stradivari in quel salone...ma bisogna lasciarlo incustodito alla mercè di chiunque...).
Infatti saranno 15 anni che non metto più piede in Comune a Cremona, e credo che continuerò a non andarci.
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Salve, scusate l'intromissione...
Visto che si parla di vernici all'alcol, ho una domanda per la quale non ho trovato risposta nei vari topic del forum...
Esistono diverse varietà di gommalacca, decerata e non, sbiancata o meno (solo da kremer si trovano più di 7 tipi di gommalacca).
La domanda è: quale tipo di gommalacca si usa (o usate) per la verniciatura di uno strumento?
Ancora più importante: perchè?
Ciao e grazie
Marco
Visto che si parla di vernici all'alcol, ho una domanda per la quale non ho trovato risposta nei vari topic del forum...
Esistono diverse varietà di gommalacca, decerata e non, sbiancata o meno (solo da kremer si trovano più di 7 tipi di gommalacca).
La domanda è: quale tipo di gommalacca si usa (o usate) per la verniciatura di uno strumento?
Ancora più importante: perchè?
Ciao e grazie
Marco
Le varietà di gommalacca reperibili in commercio permettono un'ampia gamma di scelta a seconda della vernice che si vuol realizzare. Per questo motivo è abbastanza difficile stabilire in anticipo se un tipo gommalacca è più adatto di un altro, perchè dipende da cosa si riesce a trovare e da cosa si vuole ottenere. La principale differenza sta tra gommalacca naturale e gommalacca decerata, in tutti e due i casi sono disponibili varie colorazioni.
La seconda viene usata principalmente per lavori di restauro o anche per la verniciatura degli strumenti, è bene che ad essa venga associata qualche altro tipo di resina naturale in modo da attenuarne l'eccessiva brillantezza e "plasticosità". Per la gommalacca naturale valgono le stesse regole di quella decerata, ma la sua apparenza, anche quando non è associata ad altre resine, è in genere più "morbida" a causa della presenza della cera. Inoltre la gommalacca naturale, disponibile in moltissimie varietà, è generalmente più flessibile di quella decerata. Si possono fare ottime vernici a base di gommalacca, sono tra le più facili da usare e da trattare.
La seconda viene usata principalmente per lavori di restauro o anche per la verniciatura degli strumenti, è bene che ad essa venga associata qualche altro tipo di resina naturale in modo da attenuarne l'eccessiva brillantezza e "plasticosità". Per la gommalacca naturale valgono le stesse regole di quella decerata, ma la sua apparenza, anche quando non è associata ad altre resine, è in genere più "morbida" a causa della presenza della cera. Inoltre la gommalacca naturale, disponibile in moltissimie varietà, è generalmente più flessibile di quella decerata. Si possono fare ottime vernici a base di gommalacca, sono tra le più facili da usare e da trattare.
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Grazie!
Qualche controindicazione nota per i vari tipi di vernice?
Ad esempio, la decerata è meglio farsela da soli lasciando sedimentare la cera sul fondo col tempo, oppure quella che si compra già decerata va comunque bene?
Ci sono problemi con la durata della decerata sbiancata? (avevo letto qualcosa in proposito)
Non vorrei che un lavoro magari lungo e complicato venga rovinato da un'errata scelta dei materiali...
Ciao e grazie ancora
Marco

Qualche controindicazione nota per i vari tipi di vernice?
Ad esempio, la decerata è meglio farsela da soli lasciando sedimentare la cera sul fondo col tempo, oppure quella che si compra già decerata va comunque bene?
Ci sono problemi con la durata della decerata sbiancata? (avevo letto qualcosa in proposito)
Non vorrei che un lavoro magari lungo e complicato venga rovinato da un'errata scelta dei materiali...
Ciao e grazie ancora
Marco
la gommalacca decerata è cosa diversa da quella "decerata da soli", in quanto la prima è ottenuta per procedimento chimico a base di soda caustica. La seconda basta lasciare decantare la gommalacca naturale ed estrarne la parte limpida. Ma sono comunque due prodotti diversi. Per quel che so io la gommalacca decerata si altera se è tenuta in soluzione alcolica per più di 6 mesi, allo stato secco si può conservare senza problemi, o perlomeno io per ora non ho avuto inconvenienti.
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Ok, grazie mille!
Un'ultima informazione: le varietà "lemon", "orange" e "garnet" (in pratica rispettivamente chiara, normale e scura), tutte con cera, sono tre varietà equivalenti (tonalità a parte), o lo schiarimento è ottenuto chimicamente come per la decerata "commerciale"?
Ciao e grazie ancora
Marco
Un'ultima informazione: le varietà "lemon", "orange" e "garnet" (in pratica rispettivamente chiara, normale e scura), tutte con cera, sono tre varietà equivalenti (tonalità a parte), o lo schiarimento è ottenuto chimicamente come per la decerata "commerciale"?
Ciao e grazie ancora
Marco
che io sappia esse rappresentano le varie produzioni gommalacca naturale, un certo intervento chimico è da ritenere plausibile, ma non più di tanto.
Alcuni liutai preferiscono la cosidetta "seedlack" reperibile in "treccioni" da rompere e sciogliere opportunamente, questa varietà credo rappresenti il grado più genuino e "grezzo" della gommalacca naturale.
Alcuni liutai preferiscono la cosidetta "seedlack" reperibile in "treccioni" da rompere e sciogliere opportunamente, questa varietà credo rappresenti il grado più genuino e "grezzo" della gommalacca naturale.