Aperte le iscrizioni del primo Corso di Laurea in Italia per restauratore di strumenti musicali

ll 10 luglio prossimo scadono i termini per l’iscrizione all’a.a. 2017/18 al corso di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, Percorso formativo Professionalizzante n. 6 per strumenti musicali, strumentazioni e strumenti scientifici e tecnici, l’unico e primo corso previsto in Italia.
Il nuovo Corso di Laurea con sede a Cremona è stato attivato all’interno del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia: si tratta del sesto indirizzo del Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali. Il laureato magistrale in Conservazione e restauro dei beni culturali sarà abilitato alla professione di restauratore di beni vincolati, essendo in grado di operare nei campi della conservazione, del restauro, della gestione e valorizzazione degli strumenti musicali e di quelli della scienza e della tecnica.

Per conoscere un po’ più a fondo alcuni aspetti di questo nuovo e interessante indirizzo accademico, ho incontrato la Prof. Angela Romagnoli, responsabile del Corso di Formazione.

Quali sono state le motivazioni che hanno portato all’istituzione di questo nuovo percorso universitario, considerata la giá importante presenza in Italia di corsi relativi alla formazione di restauratore per Beni Culturali?

La progettazione del corso è frutto di un lavoro meticoloso a cui hanno partecipato istituzioni culturali protagoniste nell’ambito della liuteria, della musica e della formazione, per andare a colmare una lacuna del panorama delle offerte formative in Italia: a seguito di una normativa del 2011, la figura professionale del restauratore non può più destreggiarsi con una semplice preparazione tecnica ma deve possedere una solida formazione culturale, sia dal punto di vista umanistico che scientifico, affinché possa affrontare il discorso della conservazione dei beni con piena coscienza e consapevolezza della grande responsabilità del proprio ruolo.
Dando un’occhiata al Piano di Studi emerge subito la massiccia presenza di ore di laboratorio…
Certo, il Corso di Laurea prevede al suo interno discipline di tre ambiti fondamentali: quello umanistico, quello scientifico e quello artigianale per un totale di 300 crediti; ma il punto di forza è rappresentato dai 100 crediti che corrispondono a 2500 ore di laboratorio distribuite nei 5 anni.
Il corso è supportato dai laboratori scientifici dell’Università di Pavia e del Politecnico di Milano, sostenuti dalla Fondazione Arvedi, che hanno sede presso il Museo del violino di Cremona. Il corpo docente è composto da insegnanti già in servizio all’Università di Pavia e nel Politecnico di Milano per quanto riguarda le materie umanistiche e scientifiche, mentre le attivitá di laboratorio sono curate da professionisti altamente specializzati ma esterni all’Ateneo.

Il corso di laurea prevede l’iscrizione di soli 5 studenti per ogni anno, 25 in tutto il Corso. Perché la scelta di un numero così ristretto?

Per i corsi di laurea di questa classe, il Ministero impone che nelle ore di laboratorio vi sia un rapporto studenti/docente di 5 a 1; con questa modalitá si può garantire una formazione eccellente ed inoltre si evita il rischio della saturazione di mercato nel settore. Al termine del Corso di Laurea, inoltre, gli studenti dovranno sostenere un Esame di Stato.

Per poter accedere ad un “numero chiuso” così ristretto é previsto un esame di ammissione?

Sì, l’esame di ammissione consiste di 3 prove: una pratica che testa la manualitá dello studente a confronto con un lavoro, abbastanza generale, su legno, un test audio-percettivo ed un colloquio per conoscere le motivazioni e la cultura musicale dello studente.

La facoltà riguarda la preparazione rivolta solo agli strumenti ad arco?

Il corso ha preso il via lo scorso anno per gli strumenti ad arco, a pizzico e gli organi; gli studenti selezionati avevano già una formazione completa da liutai, ma non è un prerequisito fondamentale. Nei prossimi anni verranno introdotte anche altre classi di strumenti, come i fiati o le tastiere storiche.

È possibile fare un consuntivo al termine di questo primo anno accademico?

Possiamo affermare di essere parecchio soddisfatti dei risultati, abbiamo la conferma che gli esami di ammissione hanno funzionato perché gli studenti sono molto motivati ed entusiasti. In questo momento si trovano all’Università di Edimburgo per partecipare ad un importante convegno internazionale organizzato dalla Galpin Society e per visitare il museo degli strumenti della città: è importante che vengano a contatto con collezioni e realtá diverse da quelle italiane.

Quali sono gli ambiti lavorativi e gli sbocchi professionali a cui potranno accedere gli studenti al termine del Corso di Laurea?

Innanzi tutto questa laurea dovrebbe essere riconosciuta e spendibile quanto meno in tutta Europa, ma considerando l’enormità di beni culturali, collezioni pubbliche e private presenti nel nostro paese (in numerosi casi non ancora nemmeno catalogati) auspichiamo che lo Stato rifletta sulla necessità di strutturare la figura del restauratore all’interno dei musei e in generale delle collezioni pubbliche, come avviene già all’estero, ma purtroppo non ancora in Italia; speriamo anche che queste nuove figure con competenze così complesse ed elevate trovino spazio nelle Sovrintendenze, nelle Curie, nei palazzi storici per progetti sia di conservazione che di restauro dei beni.
Auguriamo buon proseguimento dei lavori alla Prof. Romagnoli e ricordiamo che il prezioso progetto ha potuto vedere la luce grazie alla sinergia fra il Distretto Culturale del Comune di Cremona, il Politecnico di Milano, il Museo del Violino di Cremona, Cr.Forma, la Scuola Internazionale di Liuteria, i laboratori scientifici dell’Università di Pavia e il sostanziale contributo finanziario della Fondazione Cariplo.
Per accedere al bando di ammissione consultare l’albo ufficiale del sito dell’Università di Pavia

Grazia Rondini www.lachiavediviolino.it