22 marzo 2006
E’ una biografia dell’abate violinista e compositore Antonio Vivaldi, ma non solo: una lettura piacevole e allo stesso tempo seria e attendibile grazie all’autore, frequentatore di archivi e segugio di documenti, che è riuscito a creare un”immagine di Vivaldi con i suoi vizi e le sue virtù.
L’immagine finale è priva degli svolazzi dei biografi che sovente hanno romanzato quello che non c’era.
Così l’autore richiama gli scritti di C.Goldoni, secondo cui Vivaldi era un eccellente suonatore di violino ma un abate che “rinuncia a dir messa” giustificandosi con una malattia definita come “strettura di petto” che gli impedisce di svolgere la sua funzione ecclesiastica al punto da dover abbandonare, talvolta all”improvviso, l”altare; ma che poi ci insospettisce in quanto capace di affrontare una mole di impegni musicali e teatrali. Nel corso della lettura incontriamo richiami alla sua tecnica e pratica violinistica, al suo virtuosismo riportati su documenti scritti da personaggi dell”epoca presso i quali Vivaldi era stato ospite.Il barone Von Uffenbach così descrive la pratica delle posizioni sovracute: “… Egli saliva con le dita fino a un pelo dal ponticello, tanto da non lasciare quasi più spazio per l”arco…”.
Formichetti ci ricorda anche le tracce dell”influenza di Vivaldi sulle composizioni di maestri indiscutibili dell”epoca e sulla formazione dello stesso J.S.Bach. Quindi, biografia, ma non la solita biografia come dicevo sopra, in quanto l”autore ha saputo trasferirsi e immergere la figura di Vivaldi nella sua affascinante Venezia dell”epoca: una Venezia dissoluta, cosciente della fine di un periodo storico che l”aveva vista protagonista e che proprio per questo si opponeva al cambiamento esprimendo un autunnale incendio di vitalità che aveva il fascino e il brivido dell’imminente dissoluzione. Venezia in quegli anni era una sorte di grande ammaliatrice di bel vivere europe che nel contempo era capace di offrire un connubio di arte e musica come nessuna città al mondo. Così il Nostro, chiamato anche “prete Rosso” per la capigliatura che aveva di tal colore, ci appare come un personaggio esuberante e contradditorio, partecipe e vivo nella società del suo tempo. “Venezia e il prete col violino” di Gianfranco Formichetti
edizioni Tascabili Bompiani (euro 8).
Grazia Rondini