La Vendetta della Mozzarella

28 marzo 2008

La mozzarella di latte di bufala è una palla dal peso variabile da 50 a 500 grammi che in questi giorni sta giocando a bowling con l’intero settore agroalimentare italiano. Lo chiamano effetto “domino” e si capisce bene perché: se il territorio italiano è inquinato, è ben difficile che tutto ciò non abbia una ripercussione negativa sui nostri prodotti e sulla nostra salute.

Il fatto che tutto ciò abbia un influsso nefasto anche sul nostro mercato internazionale è solo l’ultimo della fila dei birilli a cadere, perchè qui da noi è da tempo che la gente muore di diossina e di amianto.

Quello che mi fa arrabbiare è che si pretende di continuare a fare scempio del nostro territorio e al tempo stesso di voler dare un’immagine sicura dei prodotti del nostro paese. E’ ovvio che si cerchi di difendere la propria immagine, ma perchè non si fa niente per bonificare (sempre che si faccia ancora in tempo), il nostro martoriato ambiente? E’ ovvio che il nostro paese sia animato da due forze uguali e contrarie: la Forza Oscura e la Forza Chiara, tutti ci dichiariamo dalla parte della luce ma non ci rendiamo conto che il male oscuro alberga in noi. Però è anche vero che non tutti qui nel nostro paese siano privi di una buona coscienza, io amo la nostra gente e sono convinto che i più posseggano un’anima chiara e che siano solo in pochi ad avere l’anima nera. Peccato che siano proprio questi ultimi a fare il bello e il cattivo tempo da queste parti, invece di essere mandati giustamente e definitivamente nel loro Inferno.

Il problema è che qui in Italia ormai siamo da anni inseriti in un mostruoso meccanismo di economia globalizzata che parla in termini di PIL (prodotto interno lordo), di azioni, obbligazioni, investimenti, inflazione, produttività, consumo. Proprio noi che abbiamo insegnato il buon gusto al mondo intero, ci siamo messi a ragionare come le multinazionali internazionali buttando dalla finestra il nostro talento e l’ambiente in cui esso è nato.

Sì perchè qui non è solo il problema della mozzarella, è anche il problema del vino, dei formaggi, dei prosciutti, di abiti firmati, ma anche dell’artigianato artistico che è ben rappresentato dalla nostra tradizione liutaria. Come si fa ad essere così stupidi da buttare nel cesso una tradizione come la nostra per fare posto ai cosiddetti “grandi numeri”. In televisione vediamo la Fiat, Montezemolo e Confindustria, che parlano di numeri giganteschi, e si guarda alle piccole realtà artigianali come ad una curiosità che fa sognare grandi e piccini e li fa tornare ai tempi belli dei nonni.

In fondo sono contento, la piccola mozzarella di bufala che è prodotta da piccole aziende a livello locale e il suo avvelenamento produce un effetto di ritorno veramente nefasto: non ci si fida più del prodotto italiano. E come fare? Come conciliare le immagini di un territorio violentato, marcio in cui bufale, pecore e persone muoiono di diossina, con una realtà che si vuole fare apparire adamantina ed incontaminata? Davide contro Golia: la mozzarella che dovrebbe condurci tutti sulla via della redenzione. Anche il suo colore candido dovrebbe aiutarci.

Forse non lo sai che l’acqua di Uliveto Terme è imbottigliata sulle rive di uno dei fiumi più inquinati d’Italia, a cui si uniscono le lavorazioni chimiche del comprensorio del cuoio e una enorme discarica a circa 5 km in linea d’aria? Se tu pensi che tutto ciò non abbia ripercussione sulla nostra aria e sulla nostra acqua, stai fresco. Ma quello che calma le nostre ansie è che cinque minuti dopo aver condannato le esecrabili contaminazioni cammorristiche del terreno, è il pensiero di una bella vacanza alle Maldive e chi s’è visto, s’è visto. Ma c’è anche parecchia gente che è distratta dal non avere un lavoro e di non sapere come fare a campare: come occuparsi dell’ambiente se prima non ci si occupa di se stessi? Ecco, questo è il circolo vizioso a cui siamo condannati: essere legati ai nostri piccoli problemi quotidiani ed essere al tempo stesso costretti ad ignorare ciò che avviene immediatamente fuori della nostra finestra di casa.

Sì, sono proprio contento che la mozzarella e quindi tutte le bufale stiano facendo giustizia di questo mondo ingiusto: la vendetta della mozzarella ci deve ricordare che la nostra ricchezza vera non è la Fiat, la Buitoni o i polli Amadori, ma il nostro ambiente e la nostra tradizione artistica e artigianale. Si pensi a quegli operatori che producono la mozzarella e alla cura che ci mettono, la mozzarella è un formaggio leggero e saporito nato pressappoco nell’epoca in cui gli Amati facevano grande la nostra tradizione liutaria. Sarà un caso?

Claudio Rampini